Capitolo 15

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Entro in casa di Giorgia con tre kili di tiramisù preparato da mia madre e con un equilibrio pari a quello di un elefante sui tacchi. Tutti sono super indaffarati ad apparecchiare in cortile, attaccare bandierine e accendere candele anti zanzare e a me viene quasi da piangere all'idea che tra poco questo tiramisù andrà dritto sul pavimento e tutti rideranno della mia goffaggine, come sempre.
Mi fanno male le braccia e realizzo di avere l'autonomia di cinque passi e poi cederanno.
Ma la mia golosità mi mi infonde la forza necessaria per continuare qualche metro e proprio nel momento in cui le braccia stanno cedendo lo vedo, il mio salvatore.
Sembra la scena di Spider Man in cui lui riesce a non far cadere nemmeno uno spillo dal vassoio di Mary Jane.
Giulio è il mio Uomo Ragno e grazie a lui stasera tutti potranno gustare il dolce per cui mia madre ha sgobbato in cucina per tutta la mattina.
-Mio Dio! Grazie! - Faccio gettandomi al suo collo.
- Ma quanto sei tonta Serena?! Non potevi chiedere una mano?- Dice lui col tiramisù in mano. -Sei sempre la solita cocciuta, tutto da sola vuoi fare.-
Le parole di Giulio mi colpiscono, perché sono la verità e non capita spesso che qualcuno la dica.
-E dai, credevo di farcela.- Faccio dispiaciuta e lui mi da un buffetto sulla fronte.
- Michael?- Chiede.
- Arriva tra poco, tu ci farai conoscere qualcuno stasera?- Dico curiosa, sapendo che ad ogni evento Giulio porta una ragazza diversa.
- Stavolta no.- Dice serio guardandomi negli occhi, come poche volte ha fatto.
Forse deve essere successo qualcosa, ma ho troppo timore di chiederglielo, non riuscirei a sopportare di vederlo star male per l'ennesima ragazza.
-Raaaagazziii!- Entra Flavia in cucina seguita da Giorgia, interrompendo il tutto. -Che dite ci venite ad aiutare o lasciamo fare tutto ai grandi?- Dice, e io non posso credere che sia già brilla.
- Flavia, ma ci saranno tutti i genitori!- Faccio io levandogli dalle mani la bottiglia di vino.
- Oh no Serenella! Forse i tuoi ci saranno, quelli di Giulio anche , persino i genitori di Michael. - Dice facendo una pausa. - Ma figurati se i miei hanno avuto la decenza di accettare l'invito! È meglio andare alla mostra di Picasso in Toscana, dopotutto l'hanno vista solo un centinaio di volte!- Esclama finendo con una risata nervosa ma lunga.
Io, Giulio e Giorgia ci guardiamo con aria dispiaciuta e nessuno dei tre riesce a staccare più di tanto lo sguardo dal pavimento.
Avrò visto i suoi genitori tre volte per ogni anno che ci conosciamo...e siamo amiche dalle scuole medie.
-Dai Flavia, col vino ci ubriachiamo dopo, a stomaco pieno, ora andiamo a finire i preparativi che ho una fame pazzesca.- Dico sorridendole e mettendole il braccio attorno alla spalla. Giorgia annuisce e subito si accoda dall'altra parte e scendiamo le scale così, abbracciate e spensierate come solo noi sappiamo fare, mentre Giulio si lascia scappare:
- Potrebbe anche tenere la bocca chiusa ogni tanto, il meglio di sé lo ha dato due settimane fa alla sua festa ormai.-
Non so a cosa si riferisca non essendoci stata, ma lo guardo come a volerlo trafiggere, mentre Giorgia rimane zitta e continua a scendere.
Non credevo di avere così tanti vicini di quartiere, la tavolata è interminabile e il cibo di più.
Ogni anno la madre di Giorgia ci spinge a creare una tavolata mista di giovani e adulti, ma dopo solo gli antipasti già si può vedere la netta divisione tra baffuti che parlano di politica, donne che parlano di pettegolezzi di zona e ragazzi che flirtano tra loro scolandosi birre.
Io, Giorgia e un altro paio di amiche approfittiamo del momento di pausa dal cibo per andare a far giocare quei pochi bimbi che sono stati costretti a venire alla cena.
-Uno, due, tre..Stella!- Faccio io girandomi di scatto per beccare qualche bambino a muoversi.
Adoro far divertire queste pesti ogni tanto, fino a qualche anno fa c'ero io al posto loro ad essere costretta a venire a queste cene. Ricordo quanto io e le mie "amichette" ci atteggiassimo per restare a tavola e fare discorsi da grandi, ma durava molto poco e finivamo per dare la caccia alle cicale.
-Uno, due, tre..Stella! -Continuo.
In realtà un altro motivo per cui mi sono allontanata dal tavolo è stata la presenza di Matteo, sapevo ci sarebbe stato ma vederlo così vicino a me e Michael mi mette agitazione.
Ho visto le occhiatacce che si mandavano e pensare che il mio ragazzo potesse iniziare a farmi domande sul perché ci siamo visti l'altro giorno, mi ha fatta fuggire.
Almeno ha capito che è uno del quartiere e non uno sconosciuto, ma non mi spiego come possa non avere la curiosità di chiedermi qualcosa.
Li guardo di sfuggita da lontano, entrambi allo stesso tavolo ed entrambi bellissimi.
Sembra fatto apposta, in questo momento si stanno entrambi versando la birra e sembrano essersi messi d'accordo per muoversi all'unisono.
I movimenti di Michael sono più puliti, più eleganti e riconosco che lo charme è una delle sue doti più evidenti, e le ragazze lo sanno bene.
La sua maglietta bianca sembra voler opporsi di proposito a quella nera di Matteo, che di movimenti ne fa pochi, scattosi e veloci, in perfetta armonia con il suo viso strafottente.
Devo riabituarmi a vederlo in giro.
Appena mi accorgo che anche lui si è girato verso di me, voglio sprofondare.
Mi ha beccata a guardarlo e come a farmi pesare il fatto che mi abbia colta con le mani nel sacco, alza le sopracciglia arricciando leggermente la fronte, mi accenna un sorriso compiaciuto e un lampo di vittoria sembra trafiggere i suoi occhi.
-Quale dei due stai fissando signorina?- Mi esorta Giorgia piena di sarcasmo.
Io mi riprendo dal momento di trance e subito passo alla difesa.
-Chi dovrei guardare, scusa? Quello strafigo del mio ragazzo, ha un po' troppe ragazze intorno.- Dico.
- Effettivamente fossi in te andrei a marcare il territorio.- Continua Giorgia godendosi la scena di tutte quelle ragazzine che gli ronzano intorno.
- Infatti vado, ma prima passo a prendere una spilla dalla tua camera.- Dico fissando il mio decoltè decisamente troppo in bella vista. Sapevo che mettermi questa camicetta sarebbe stato scomodo per me che non sono abituata a mettermi così in vista, ma per fortuna i capelli lunghi e più mossi del solito aiutano un po' a mascherare.
Giorgia ride mentre mi allontano indicando il suo top rosso, che ha una scollatura mozzafiato con tutta la schiena scoperta, decisamente da lei, le sta a pennello.
La serata procede bene ed è una delle poche volte che a quest'ora ancora non indosso un maglione per il freddo. Alzo gli occhi al cielo e noto con piacere che nonostante le innumerevoli luci si riesca a vedere qualche stella.
Casa di Giorgia è fortunatamente quasi appiccicata al giardino dove tutti cenano, bisogna solo scendere dei gradini e girare l'angolo.
Proprio mentre rifletto sul fatto che cambiare i tacchi con le scarpe da ginnastica sia stata la scelta migliore, sento qualcuno che mi strattona via e mi mette letteralmente con le spalle al muro.
Il suo braccio destro vi è appoggiato mentre con l'altro mi cinge la vita con violenza, come a costringermi a rimanere ferma. Se non avessi riconosciuto il profumo di Matteo avrei iniziato ad urlare poiché il suo viso e metà corpo sono coperti da un eccitante gioco di ombre.
- Stavolta non mi scappi- Mi sussurra sospirando pesantemente ad un centimetro dalla bocca, e subito accade. Senza avere il tempo di realizzare la situazione, succede tutto così in fretta.
Senza capire se io voglia o meno, Matteo fa di testa sua e preme forte le sue labbra carnose sulle mie, sembra volermele staccare dalla foga con cui mi bacia e mi tira a sé.

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