Pioggia di Cenere - 1

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Josua spinse le pesanti porte di bronzo ed entrò. Il Maestro Capitolare stava in fondo alla grande sala, studiando una mappa olografica tra le alte ed esili colonne che sorreggevano il soffitto di volte a crociera. I vetri sulle finestre strette e istoriate riflettevano il lucore bluastro emanato dalla mappa e da una postazione di monitor circondata da candele e leggii metallici.
Josua avanzò, camminando a passo svelto sul pavimento di lastroni scuri, e soltanto quando il Maestro Capitolare si voltò verso di lui si inginocchiò, salutandolo. «Gloria all'Imperatore» disse, battendosi un pugno sul petto e facendo risuonare la sua voce tra i pilastri della sala.
«Gloria» fece di rimando Alartel, il Maestro, «riposo, fratello.»
Josua si alzò e lo raggiunse. Il maestro era equipaggiato in armatura completa, e faceva apparire Josua – vestito di una semplice tunica con cappuccio – molto più esile e gracile, nonostante avessero la stessa statura di più di due metri e trenta. Il capitano della terza compagnia provò quello che un mercante di Thalassis III gli aveva insegnato a chiamare disagio, ma fece di tutto per non darlo a vedere.
«Grazie per avermi ricevuto, Maestro» disse, fermandosi a poca distanza dalla mappa che ora Alartel aveva ripreso a osservare. Rappresentava tutto il sistema di Thalassis, con i quattro pianeti abitati e l'asteroide-forgia di Aephestus.
«Prima che tu mi chieda perché sono armato» disse Alartel, senza distogliere lo sguardo dalla mappa, «anzi, prima che tu non me lo chieda Josua, dato che non sei abituato a esporre chiaramente i tuoi dubbi, ti informo che a breve farò visita al Concilio dei mondi di Thalassis. La formalità prevede che mi presenti in equipaggiamento da battaglia.»
«Sei il governatore di questo sistema, Maestro. Sei tu a decidere le formalità» disse Josua, sorridendo.
Il Maestro ricambiò con un sorriso, e finalmente lasciò perdere la mappa. Lo sguardo di Alartel era penetrante e deciso, e la grande cicatrice che gli solcava la fronte conferiva qualcosa di dignitoso e umano al suo volto. Guardando il capitano dall'alto in basso, Alartel incrociò le braccia, facendo tintinnare l'armatura, e socchiuse gli occhi.
«Naturalmente, non sei qui per discutere di galateo, Josua. Cosa ti ha spinto a chiedermi udienza?»
L'altro si fece di nuovo serio, e rinunciò a sostenere lo sguardo del Maestro. Parlò osservando distrattamente la mappa del sistema, nella quale i pianeti lampeggiavano di luci blu e violacee restituendo numeri e statistiche sui reggimenti di Guardia, sulla produzione di materiali e sulla crescita della popolazione. Tra un numero e un altro si vedevano piccoli modelli tridimensionali delle navi appartenenti alla flotta Ammit, in stazionamento.
«Maestro del Capitolo» disse finalmente Josua, «forse ho scelto il momento sbagliato per chiederti un confronto. La mia presenza qui non è dovuta a motivi ufficiali.»
Alartel annuì lentamente. «Questo è quello che vuoi far credere ad entrambi, Josua. Ma entrambi sappiamo perché sei qui.»
Il capitano non disse nulla, limitandosi a riportare lo sguardo su Alartel.
«Sei qui» continuò questi, «per dirmi, in maniera non ufficiale, che la tua compagnia è al di sotto di trenta uomini rispetto all'organico previsto, da almeno due mesi. E io, come già ho dovuto evidenziare in maniera anche ufficiale, non posso che dirti che non c'è nulla che io possa fare.»
«Signore, se posso...» cominciò Josua, ma il Maestro lo fermò con un gesto secco della mano inguantata di ceramite.
«No, capitano, non puoi. Non puoi chiedermi un trasferimento di personale dalle compagnie di riserva, poiché le compagnie di riserva sono esse stesse in una situazione peggiore della tua. La Raccolta, quest'anno, è andata male. Abbiamo individuato solo venti aspiranti, e soltanto tre sono sopravvissuti ai primi riti di iniziazione. Ho rinunciato da anni ad avere una decima compagnia stabile, e ho già assegnato le reclute al termine dell'addestramento a diverse compagnie, compresa la tua. Come sai, sono quasi tutti caduti durante l'incursione xeno di quattro mesi fa.»
Josua rimase in silenzio. Quello che chiamava disagio gli rimbombava adesso nella testa, confondendolo. Le candele attorno ai monitor rilasciavano un fumo fluttuante e denso, che si aggrovigliava in volute salendo verso il soffitto.
«Mi dispiace, capitano» continuò Alartel, con voce più calma, «l'Imperatore sa se vorrei avere tutte le reclute e gli uomini necessari a questo capitolo. Ma purtroppo non posso. E le cose sembrano destinate solo a peggiorare» mormorò, prima di fissare la porta della sala. Josua si voltò, notando sulla soglia Aracme, la sacerdotessa del culto del Dio Macchina da tempo affiliata al capitolo. Vedendola titubare tra le enormi ante di bronzo, Alartel le fece ceno di avvicinarsi; mentre la camera si riempiva del ticchettio delle zampe meccaniche di Aracam, il Maestro tornò a guardare la mappa.
«A proposito di questo» continuò, «ti ho detto poc'anzi che dovrò incontrare il Concilio del sistema. Prima, però, vedrò tutti voi capitani delle compagnie in un consiglio ristretto. Entro un'ora avrete il comunicato, e ci troveremo al Pozzo della Fenice.»
Josua inspirò profondamente. Qualcosa di simile alla vergogna per la propria insistenza col Maestro, misto ad una sensazione di vaga minaccia – apprensione, avrebbe detto il mercante di Thalassis III – iniziava ad agitarlo.
«Una nuova incursione degli Orki?» chiese tutto d'un fiato.
«Non ancora» disse Alartel, mentre Aracme li raggiungeva e si inchinava rispettosamente.
«Le statistiche che ha richiesto sono pronte, signore» disse, con lo strano tono conferitole dai polmoni automatici e dai micro-servobracci installati sul labbro superiore.
Alartel annuì, e le indicò il gruppo di monitor circondato da candele. La sacerdotessa vi si recò, interfacciandosi velocemente col sistema usando tentacoli connettori. Josua osservava, in silenzio.
«Per farla breve, capitano» disse il Maestro, con un tono d'improvviso fermo e cupo, «ciò che dirò al Concilio e al Consiglio dei Capitani, oggi, è semplicemente quello che mi è stato riferito da messaggeri del capitolo degli Artigli Scarlatti. La ribellione che hanno represso su Yggras è stata e sarà il loro ultimo intervento nel sistema Ardesil. Sostengono che non possono più dividere i propri sforzi militari tra il Segmentus Obscurus e l'Ultima Segmentum. Non lo hanno detto chiaramente, ma vuol dire che si lavano le mani di cosa accadrà d'ora in poi nel sistema Ardesil. E tu sai, capitano, cosa significa?»
Josua inspirò profondamente, facendosi ritto sulla schiena. «Che qualcun altro dovrebbe prendersi la responsabilità di Ardesil e dei suoi pianeti. Probabilmente il capitolo dell'Adeptus Astartes ad esso più vicino.»
«E cioè, capitano?» chiese Alartel, mentre Aracme si voltava, ogni tanto, ad osservarli.
«Cioè, Maestro Capitolare Alartel» concluse Josua, incrociando le braccia, «noi, le Scure Ceneri.»
Il Maestro annuì gravemente, e poi sorrise. «Capisci bene, Josua, quanto vorrei poterti dare i tuoi trenta uomini.»

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