«Lo ucciderò io stesso» disse Alartel, guardando in faccia Josua.
Il capitano rimase in silenzio, abbassando lievemente lo sguardo. Hiletus fece un passo avanti. «Mio signore, non siamo neanche sicuri che sia veramente uno psionico.»
«Non ha alcuna importanza» ribatté il Maestro Capitolare, «il rischio è troppo grande.»
Nella sala accanto al Reclusiam in cui il cappellano aveva interrogato Lector, stavano ora lo stesso Ariestes, Alartel, i due capitani di compagnia, il Maestro della Forgia Daves e Aracme.
Il servobraccio sull'armatura del techmarine si mosse lievemente prima che questi iniziasse a parlare. «Forse, mio Lord, sarebbe prudente convocare uno psionico e accertarci della natura di questo Lector.»
«Un esame da parte di uno psionico potrebbe anche non dare risultati» rispose Alartel seccamente, «e d'altronde, si tratta di un astartes che è passato attraverso tutta l'iniziazione, senza dare mai segno di predisposizione al tocco dell'Immaterium. Potrebbe anche non reagire, così come potrebbe invece cedere da un momento all'altro, anche adesso.»
«Maestro» disse Hiletus, «uccidere un marine in questo modo porterebbe una grande apprensione, indignazione e confusione all'interno del capitolo. Cosa si dovrebbe dire agli uomini?»
«E cosa si dovrebbe dire agli uomini se la testa di quell'astartes dovesse aprirsi, vomitando nella fortezza una legione di demoni?» mormorò Alartel, con una vibrazione nervosa nella voce.
Gli altri tacquero. Aracme li osservava, stando un poco in disparte. Solo dopo qualche istante Ariestes si scosse appena.
«Alartel» disse, con un tono risuonante d'abisso, «il capitolo non possiede un bibliotecario da milleduecento anni. Se Lector è predisposto, e se è controllabile, può rivelarsi una preziosa risorsa per le Scure Ceneri.»
Il Maestro Capitolare scosse la testa. «Se l'Imperatore non ci ha concesso questa grazia per dodici secoli, non vedo perché dovremmo meritarla adesso che il capitolo è in uno stato simile» rispose. Con lo sguardo fermo fissò Aracme, e lei fece un timido e ticchettante passo avanti.
«Maestro del Capitolo» osservò la sacerdotessa, «la logica dice che non sarebbe razionale uccidere un astartes, guerriero dal valore inestimabile e difficile da sostituire, semplicemente basandosi su un sospetto. Servirebbero delle prove. Sarebbe opportuno convocare lo psionico.»
«Pensaci, Alrtel» continuò poi il cappellano, «una potenzialità per il capitolo. Forse una rinascita, in un momento oscuro per noi e per l'Imperium.»
Calò nuovamente il silenzio. Il Maestro Capitolare scosse ancora la testa, lentamente, e con il volto contratto. Poi di colpo apostrofò Josua, guardandolo dritto in volto.
«E tu quando ti deciderai a dire qualcosa?» fece, alzando il tono.
Josua serrò le labbra, e poi parlò. «Non intendo intercedere perché fa parte della mia compagnia, Maestro» disse con estrema lentezza, «potrebbe far parte di qualsiasi parte di questo venerabile capitolo, e io direi sempre la stessa cosa: si chiami un psionico e si scopra la verità. Poi, se nonostante questo tu sarai ancora determinato ad eliminarlo, ti eviterò questa pena e me ne occuperò personalmente.»
Alartel lo fissò ancora per qualche istante. Poi alzò gli occhi sulla volta affrescata della sala: sul soffitto erano dipinte le gesta dell'Imperatore, e su tutte dominava la sua figura protesa a scagliare dardi di fuoco dalla sua stessa mano.
«Sì. Che venga uno psionico. Il prima possibile. Aracme, occupati tu della scelta dell'esaminatore. Capitano della terza compagnia, informa il soggetto che sarà sottoposto a nuovi analisi.»
Tutti chinarono il capo, in segno di reverenza. La sacerdotessa prese la Tabula-Dati, apprestandosi a lanciare gli algoritmi di selezione, quando si bloccò. Scorse velocemente i dati appena giunti dal controllo della fortezza, e parlò allarmata: «Maestro» disse, mentre dall'esterno della sala, oltre le porte chiuse, iniziava a montare un gran trambusto, «sono giunti dei messaggi urgenti da Ardesil. Loro...»
Le voce bassa della guardie d'onore, oltre l'uscio della stanza, risuonò attraverso i battenti. Parlavano con qualcuno che rispondeva gridando acutamente. Ci furono dei battiti alla porta, e una guardia l'aprì, inchinandosi subito. I presenti si girarono a guardarla. Oltre, l'altra guardia teneva indietro un piccolo gruppo di attendenti e alcuni ufficiali della FDP che si parlavano addosso, in agitazione.
«Venerabile Maestro» disse la guardia, «chiedo perdono. Un messaggio dal sistema Ardesil. Poche ore fa una forza xeno è entrata nello spazio planetario di Yggras.»
Alartel inspirò profondamente. «Di che si tratta?» chiese.
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