Pov Clarke
Quando Lincoln venne a salutarci, e a dirci che sarebbe stato via per due giorni, il mio primo pensiero andò a Lexa, non volevo rimanesse sola, e dopo aver parlato con Octavia, eravamo d'accordo nel farla rimanere qui con noi, così andai subito da lei per dirglielo...
Ma rifiutò, dicendomi che non si sentiva al suo agio con Octavia, non c'era un motivo preciso, almeno così mi disse, ma non ne ero del tutto convinta, notavo che quando eravamo tutti insieme cercava di evitarla, e poi... lo sguardo di odio che gli aveva lanciato quel giorno, quando l'aveva vista per la prima volta, era troppo intenso per una persona appena conosciuta, ma comunque non volli insistere troppo, infondo perché mai avrebbe dovuto mentirmi, forse stavo esagerando a pensare in quel modo...
La giornata passata con lei era stata davvero piacevole, era la prima volta che restavamo da sole, e per la prima volta l'avevo vista sotto una luce diversa, più rilassata, più se stessa.
Decidemmo di passare la serata distese ad osservare le stelle, ogni tanto mi voltato verso di lei, il suo sguardo era serio mentre osservava il cielo, sembrava totalmente immersa nei suoi pensieri.
Mi domandavo a cosa stesse pensando, chissà... forse ai suoi genitori, volevo chiederle di loro, ma avevo paura che potesse reagire di nuovo male, sapevo che non era una cosa piacevole da chiedere, ma se soffriva... parlarne l'avrebbe aiutata ad affrontare il dolore, almeno in parte...dovevo provare di nuovo....
<< Lexa... posso farti una domanda? >> mi disse di si mentre si voltò verso di me, per potermi guardare
I suoi occhi mi misero addosso una strana agitazione, mi feci coraggio e gli chiesi dei suoi genitori, di come erano morti, il mio tono era insicuro, la vidi alzarsi, mettendosi a sedere e ritornare a guardare il cielo, per un attimo pensai che si fosse di nuovo arrabbiata, subito cercai di rimediare, sperando che stavolta ci sarei riuscita...
<< Scusami...>> dissi abbassando il volto mortificata
<< Tranquilla...>> mi interruppe subito lei << ...va tutto bene Clarke... forse mi farebbe bene parlarne con qualcuno...>> poi iniziò a parlarmi di loro.
L'ascoltavo, e la osservavo con un aria triste, senza mai interromperla, il suo sguardo diventava sempre più intenso, come se in quel momento stava rivivendo quel giorno attraverso i suoi occhi.
La vidi prendere un attimo di pausa, e mentre raccontava dell'incidente, notai alcune lacrime bagnarle il volto, mi si strinse il cuore, riuscivo a capire quello che stava provando, era quello che avevo provato anch'io, solo che in qualche modo ero riuscita a conviverci.
Non sapevo che dirle, nessuna parola avrebbe potuto esprimere quanto io le fossi vicina, ma non soffriva solo per la loro perdita, si sentiva anche terribilmente in colpa, e questo non era giusto, non poteva portarsi dietro questo peso...
<< Lexa... mi dispiace davvero tanto... ma non devi sentirti in colpa, non potevi saperlo...>>
Si voltò guardandomi senza dire più niente, in un attimo mi persi in quei meravigliosi occhi verdi, quella sera erano più belli del solito, volevo abbracciarla, stringerla forte a me, ma qualcosa mi bloccava, non eravamo così in confidenza da poterlo fare, ma la mia mano come mossa da sola, si avvicinò alla sua stringendola, lei non rifiutò quel contato anzi... sentì leggermente la sua mano stringere la mia, mentre i nostri sguardi, riuscivano a comunicare dolci sensazioni, mentre sentivo il cuore scalpitarmi nel il petto.

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Love Is Never Easy
FanfictionQuesta storia parla di due ragazze, Lexa, che non ha superato la morte dei suoi genitori, ma nel momento in cui stava per riuscirci, un dolore ancora più forte le sconvolge la vita... Clarke, che invece non ha mai vissuto veramente, stando attenta a...