Capitolo 2

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Pov Clarke

Stavo preparando la valigia facendo abbastanza in fretta, quella mattina non mi era suonata la sveglia quindi dovevo sbrigarmi, mia madre doveva fare lo stesso, ma era chiusa in bagno da un bel po' ormai, per finire di prepararsi, era sempre la solita ritardataria...

<< Mamma... sbrigati, Octavia sarà qui a momenti, e sai quanto odia aspettare >> alzai la voce per farmi sentire, qualche secondo dopo la vidi uscire dal bagno raggiungendomi 

<< Sono pronta tesoro, devo solo prendere le ultime cose, e possiamo andare >> mi disse sorridendo

<< Bene, allora io inizio a portare queste valigie di sotto >> andai verso la porta, ma quando la mia mano tocco la maniglia per poterla aprire mi fermai

<< Mamma ne sei sicura...? >> mi voltai verso di lei << ...cioè so che sono stata io ad insistere per andarci anche quest'anno, ma sei sicura che te la senti? >>

Andavamo in quel campeggio ogni estate da quando avevo 4 anni, era mio padre che amava andarci ogni anno, organizzava sempre tutto lui, ma a noi non dispiaceva affatto, era un posto bellissimo, immerso nella natura.
Facevamo sempre molte attività di famiglia, avevo imparato molte cose in quel campeggio, come accendere un fuoco, nuotare e anche pescare, grazie a mio padre sapevo fare molte cose.

Stavolta però non sarebbe stata la stessa cosa senza di lui, già sentivamo molto la sua mancanza, e andare in quel posto ce l'avrebbe fatta sentire ancora di più, ma credevo anche che sarebbe stato peggio non andarci, sicuramente lui non l'avrebbe voluto.
Ma adesso che ero davanti alla porta pronta ad andare, non ne ero più sicura, soprattutto per mia madre che ancora non l'aveva superato.
Neanchio l'avevo superato ma ero comunque andata avanti...

Fece qualche passo verso di me, mettendomi entrambi le mani sulle spalle

<< Certo tesoro, so perché l'hai fatto, e hai ragione, tuo padre adorava quel campeggio, e andarci ci farà sentire come se fosse ancora con noi, mi dispiace che in questo ultimo anno ho lasciato a te tutte le responsabilità, ma ti prometto che appena torneremo, ritornerà tutto come prima >>

Sorrisi nel sentire quelle parole, era proprio ciò che volevo, volevo vederla stare bene, rivolevo nuovamente mia madre, quella donna forte e piena di grinta che era un tempo.
Lei ricambiò il sorriso dandomi un caloroso abbraccio, qualche secondo dopo senti un colpo di clackson , Octavia era arrivata.

Il viaggio trascorse tra risate e canzoni, che cantavamo a squarciagola, Octavia aveva messo tutta la mia musica preferita, anche quella che lei odiava, avevo capito perché lo aveva fatto, voleva farmi trascorrere il viaggio in modo da non pensare troppo a lui, e ci era riuscita.

Quando arrivammo scesi dalla macchina osservando quel posto che negli anni non era mai cambiato, era rimasto tutto uguale da quando ero piccola, solo una cosa era cambiata, la più importante, quella che rendeva tutto più bello, tutto più luminoso.
Tra quegli alberi rivedevo me bambina con mio padre mentre facevamo delle escursioni, fingendo di essere degli archeologi in cerca di manufatti antichi, ogni cosa con lui diventava sempre una meravigliosa avventura, rendeva tutto più divertente.
Anche se mi ero ripromessa di non piangere, una singola lacrima rigò il mio viso, quella lacrima racchiudeva tutto il dolore che provavo.

Quando sentì una mano stringere la mia...

<< Lui sarebbe felice nel vedervi qui, lo sai vero? >> mi disse Octavia guardandomi con tenerezza, era l'unica al modo che riusciva a capirmi senza bisogno di parlare

Love Is Never EasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora