Capitolo 17

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Pov Lexa

Era passata una settimana, ormai erano i primi di settembre e qui a Los Angeles cominciavano a farsi sentire le prime temperature fredde.

Quel giorno come ormai accadeva spesso da quando ero tornata, rimanevo chiusa in camera mia in compagnia solo del rumore della pioggia che picchiettava insistentemente sul vetro della mia finestra, che si trovava affiancata al mio letto e dal senso di colpa che da quel giorno, dopo aver visto il suo sguardo ferito non mi lasciava neanche un momento.

Da quella finestra riuscivo a vedere gran parte della città, vedevo i tetti delle case, vedevo la vita frenetica di milioni di persone, vedevo il mondo che continuava ad andare avanti mentre io mi sentivo bloccata come dentro ad un incubo.

Quel cielo grigio era l'unica cosa che riusciva a darmi un po' di conforto, forse perché quel grigio in quel momento rispecchiava la mia anima distrutta.

Non riuscivo a superare quello che gli avevo fatto, non riuscivo a superare di averla ferita, non avrei mai potuto dimenticare il blu intenso dei tuoi occhi e di come mi guardavano delusi.

Mi dispiaceva per tutto, mi dispiaceva di non essere riuscita ad affrontarla, mi dispiaceva di non essere riuscita a chiederle scusa per ciò che gli avevo fatto, di non essere riuscita a dirgli che tenevo davvero a lei, che anche se era cominciato tutto per far del male ad Octavia poi le cose erano cambiate, che quando stavo con lei lo facevo perché volevo farlo, perché ne avevo bisogno e non per quella stupida vendetta.

Ma ormai era inutile pensarci, l'avevo lasciata andare, le avevo lasciato credere che lei fosse stata solo una pedina nelle mie mani, ero stata stupida, infondo non mi ero comportata tanto meglio di Costia, avevo distrutto il cuore di una persona che si fidava di me.

Mentre osservavo fuori dalla finestra per un attimo ebbi l'illusione che quell'orizzonte che mi si presentava davanti fosse la libertà, che forse un piccolo ma grande gesto avrebbe potuto liberarmi per sempre da quel filo spinato che avvolgeva il mio cuore da troppo tempo ormai, che se anche lei era riuscita a farlo sparire, adesso era tornato a stringermi il cuore più stretto di prima.

Dovevo davvero attraversare quella finestra e avere il coraggio di saltare? Di far in modo di liberarmi per sempre dal mio dolore?

Infondo cominciavo ad essere stanca di soffrire, alla fine sarebbe finito tutto in un attimo... ma improvvisamente sentì bussare alla porta, facendomi ritornare alla realtà...

<< Lexa posso entrare? Ti ho preparato i tuoi biscotti preferiti, quelli con le gocce di cioccolato >> disse piano Anya da dietro la porta, ma non gli risposi e dopo qualche secondo la apri lo stesso entrando << ehi tutto bene? >> fece qualche passo incerto entrando in camera con un vassoio nelle mani, rimasi a fissarla per un po'

<< S-si certo tutto bene... >> risposi scuotendo la nuca

Che mi era preso? come ero arrivata a pensare quelle cose? Per quanto potessi stare male mai ero stata il tipo da pensare a una cosa del genere, cominciai a pensare che quello che fosse successo mi avesse sconvolto più di quanto immaginassi...

<< Sicura? >> disse Anya avvicinandosi verso di me

<< In realtà no >> abbassai il volto cominciando a giocherellare con le coperte

<< Ehi sorellina... >> disse con tono preoccupato sedendosi accanto a me, mentre appoggiò il vassoio con i biscotti sul letto << ti stai ancora tormentando per quello che è successo al campeggio? >> annui senza rispondere << non credi sia ora di reagire? Perché non ti alzi e va da lei, se gli spiegherai tutto sono sicura che capirà >> mi appoggiò una mano sulla spalla

Love Is Never EasyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora