"Io sono Roby!"

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Erano le 7 e mezza di mattina, forse le 8, quando passai davanti alla porta di casa. Solo allora mi accorsi che era passato il postino, cosa strana essendo Domenica. Una lettera sbucava dalla fessura per la posta presente nella porta. Il mittente era la "Tecnobot Corp.", l'azienda che si occupava di sviluppo, produzione e vendita di robot in tutto il pianeta. -Che seccatura..- Incredibilmente avevano avuto l'ostinazione necessaria per inviarmi i loro prodotti anche nella mia casa vacanze. "Ma è legale assillare un senatore a questa maniera?" pensai, tristemente ironico. -Non mi corromperete con i soliti regalini da agenzia di viaggi- dissi tra me e me, seppur conscio del fatto che quei "regalini" costavano circa seimila o settemila dollari al pezzo.

La "Tecnobot Corp." cercava da mesi di convincermi a concedere loro il permesso di commerciare certi robot senzienti. "Sono il futuro! Miglioreranno l'umanità!" Bah, tutte stronzate, ecco cosa sono. In ogni caso la curiosità vinse il mio scietticismo e mi accinsi ad aprire la porta. Dietro di essa trovai un pacchetto. Sarà stato grande quanto un dizionario, più o meno, ma molto più leggero. Posato il pacchetto sulla scrivania, presi delle forbici e tagliai lo spago con cui l'avevano chiuso. All'interno c'era una scatolina di cartone, con il nome dell'agenzia inciso sul coperchio a caratteri dorati.

Quando lo aprii, vi trovai dentro una piccola sfera, con un "occhio" al centro, molto simile a quello di una fotocamera e sigillato da piccole palpebre nere di plastica o che so io. Presentava solo un piccolo bottone sulla parte posteriore. Lo premetti e il robottino si accese, una piccola pupilla di un azzuro luminoso si accese nell'occhio ormai vivo della macchina e da due minuscoli altoparlanti risuonò la sua voce robotica, giovanile. -Salve, io sono Roby! Lei deve essere il senatore Douglas Meyer!- "Oh merda, quest'affare sa come mi chiamo. Parto svantaggiato, pezzo di latta..." -Si sono io. Devi svolgere un qualche sondaggio o semplicemente dirmi dove trovare la prossima bustarella?- La sua voce robotica risuonò fastidiosa nella stanza. -No, ahahah! Lei è molto simpatico, signore!- Già lo odiavo. -Sono qui per essere il suo assistente domestico! Le terrò compagnia, la aiuterò nelle mansioni, le porterò a spasso il cane e- -Non ho un cane.- Lo interruppi freddamente. -Oh...beh, comunque senza ulteriori indugi, iniziamo il settaggio! Allora quando è nato?- Stavo perdendo la pazienza. -Senti, se risponderò alle tue stupide domande, prometti che ti toglierai dalle scatole?- -Quando avremo finito potrà darmi TUUUUUTTI gli ordini che vuole!- Già meglio. -Uff...17 Aprile 2013- -Bene! Il suo colore preferito?- "Grigio robot morto..." -Verde...- Sembrava fastidiosamente allegro. -Cosa te ne fai del mio colore preferito?- Il robot esitò un attimo. -Per favore, si limiti a rispondere alle domande necessarie per il settaggio.- disse allegramente, poi proseguì: -Qual'è il suo peso, indicativamente?- Ci pensai per qualche secondo. -Sui 75 chili, più o meno.- -Gruppo sanguigno?- -A positivo- -PEEEEERFETTO! Visto? Non ci è voluto molto!- Ok, ora volevo delle spiegazioni. -Si può sapere cosa te ne fai di questi dati?- Dopo qualche secondo arrivò la risposta. -Beh, mi servivano per regolare la dose del sonnifero, signore.- Il sangue mi si gelò nelle vene. Cercai di andare verso la porta ma qualcosa mi punse sul collo, caddi a terra e persi coscenza.

-Do...dove sono?- Una voce robotica rispose alla mia domanda. -Lei si trova in bellissimo campo di grano, fuori dalla città!- Non era possibile. Tendevo i muscoli, ma non riuscivo a muovermi. Solo pochi secondi dopo mi accorsi di essere legato. -Ma...sei pazzo?! Mi hai rapito e legato!- -Beh, signore, non è esatto. Lei è stato teletrasportato e legato.- Stavo per esplodere dalla rabbia. -Pezzo di imbecille! Lurida lattina! Anche se mi hai teletrascosato si tratta di rapimento!- -Guardi il lato positivo, le corde sono verdi!- disse in tono allegro, mentre un sorrisino fatto di pixel si stampava sullo schermo rotondo. Cercai di alzarmi ma battei la testa e svenii nuovamente. Mi risvegliai dopo...qualche ora, suppongo. Era il tramonto.

-E lei vuole che mi beva questa storia?- esclamò l'ispettore Derring, tra l'ironico e il furioso. Quello che gli stava davanti non poteva essere il senatore Preston. Non era possibile. -Le assicuro che è così!- -E allora- rispose l'ispettore -chi è quello in diretta nazionale che parla davanti ai membri del consiglio per le questioni etico-politiche, eh? Un robot?- -Sì!- esclamò esasperato il senatore -è quello che cerco di dirle da mezz'ora!- Nel frattempo, il "clone" del senatore Preston stava approvando lo sviluppo dei robot senzienti della "Tecnobot Corp." e sottolineava tutti i lati positivi di una simile applicazione della robotica. Il senatore non poteva credere ai suoi occhi. -Mi sono stancato!- proruppe Derring -Probabilmente sei un fottuto robot, di quelli fatti con carne e ossa, che cerca di spacciarsi per il senatore. Ho una bella cella buia e umida tutta per te. E sarà libera per il resto della tua...durata. Così non rischierai di essere sfrattato da un robot cattivo!- concluse canzonandolo.

Del senatore Preston non rimase altro che la casa di campagna. Lì, al centro del tavolino in legno massello, una scatola di cartone. Il nome della "Tecnobot Corp." inciso a caratteri dorati. All'interno un biglietto su cui era scritto: "Siamo sicuri che questo regalino le farà cambiare completamente opinione. Dr. Maximus Gatzby".

Si conclude così il capitolo numero nove. L'idea iniziale era di chiamarlo "Io sono Robby!", in onore del robot gentile e affettuoso di cui si narra in uno degli ultimi capitoli di "Io Robot", celeberrima opera di Isaac Asimov che ho avuto il piacere di leggere l'anno scorso, o poco prima. Alla fine l'ho chiamato Roby perchè mi dispiaceva dover paragonare un robot malvagio con il dolce e simpatico Robby di Asimov. Detto questo...ci vediamo al prossimo capitolo.

20 Racconti di fantascienza mai raccontatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora