...e conoscerai la verità...

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I due agenti entrarono cautamente dalla porta della casa di campagna. Sembrava tutto in ordine. L'unica cosa fuori posto era una scatola di cartone sul tavolino del salotto. Subito dopo si accorsero della presenza di una seconda scatola, più piccola. Dentro vi era un piccolo biglietto, che lessero immediatamente, avidi di indizi. Il primo agente grugnì infastidito, e lanciò il biglietto sul pavimento, palesemente alterato. Il collega lo guardò aggrottando le sopracciglia. -Beh? Che c'è scritto?- Il primo agente si massaggiò la fronte. -C'è scritto che avevamo ragione. É stato quel figlio di puttana-. L'altro non disse niente. -Andiamo-. Uscirono dalla porta e se ne andarono come erano venuti.

Fuori dalla porta c'era un lungo corridoio. Era pieno di stanze. Decisi di entrare in quella subito davanti a me. Non c'erano pareti alle finestre, e la stanza era illuminata solo da una luce artificiale. Guardai verso il lettino e vidi un volto familiare. -Oh mio...James, James! Svegliati amico!- Si rianimò di colpo e tossì un pò. Gli staccai le flebo di dosso e lo aiutai a mettersi seduto. -Oh Cristo...è stato assurdo...stavo sognando di essere un alieno e...dovevamo andare sulla Terra. Mi stavo chiedendo come fossero...gli umani...e poi eravamo in quella baita...dopo nel laboratorio e poi...è diventato tutto buio...- Mi misi seduto accanto a lui. -Gatzby ci stava usando, eravamo il suo esperimento. Quando mi sono accorto che la caffetteria era falsa mi sono alzato e ho ucciso il collaboratore di Gatzby. Nel momento in cui mi sono scollegato la simulazione deve essersi interrotta...- Il suo sguardo esprimeva felicità mista a cofusione. -E...Ross? E Hanna? Saranno qui da qualche parte! N-noi dobbiamo trovarli e...- -Ehy, ehy tranquillo! Adesso li cerchiamo, ok? Prima vestiti però.- Annuì deciso e andò a vestirsi. Appena si fù preparato, tornammo nel corridoio.

Ci incamminammo e decidemmo di entrare nella prima porta. Stavamo per entrare quando si accesero degli altoparlanti. La voce di Gatzby rimbombò nel corridoio. -Ragazzi, sò che siete arrabbiati, ma non vi conviene mettervi contro di me. Il mio consiglio è di tornare nelle vostre stanze e riprendere gli esperimenti. Quando avremo finito sarete liberi!- Ci pensai sù, poi risposi -Gatzby. Se mi senti...vaffanculo.- ed entrai nella stanza. Trovammo Hanna, ancora sul lettino. La svegliammo e, quando fu in sè, la facemmo vestire. All'improvviso dei passi cominciarono a risuonare nel corridoio. -Nascondiamoci!- Prendemmo un'arma a testa, spegnemmo la luce e ci nascondemmo nell'ombra. Una guardia entrò dalla porta. -Signore, la stanza sembra vu- La voce venne interrota da un bisturi nella gola. James prese il fucile e falciò le altre guardie nel corridoio svuotandogli il caricatore addosso. -Ma che cazzo...dove hai imparato?!- James sorrise. -Frequentavo il poligono di tiro con mia madre. Diceva sempre che un giorno mi sarebbe tornato utile eheh!- Prendemmo i caricatori e recuperammo anche Ross. Lo aiutammo a vestirsi e gli spiegammo tutto. -Merda...ecco perché quello strano sogno...- -Quale sogno?-
-Ero...sopravvissuto all'apocalisse...e vivevo solo...sempre solo...era così angosciante...- Provai una rabbia incontrollabile verso il bastardo che ci aveva fatto tutto questo. -Senti, era una finzione ok? Ora devi reagire. Stiamo andando a prendere Gatzby, ma abbiamo delle guardie alle costole. Se non sbaglio sei stato in polizia, giusto?- Il suo sguardo si animò e apparì deciso come non lo era da tanto tempo. -Datemi una pistola e tutti i caricatori che trovate. Andiamo a prendere quel figlio di puttana!-

Termina così un altro capitolo. Le malefatte di Gatzby stanno per terminare o ha un asso nella manica? Una super arma, una fuga rocambolesca? Lo scoprirete nel prossimo capitolo. Nel frattempo vi invito a votare e lasciare un commento!

20 Racconti di fantascienza mai raccontatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora