Un forte fascio di luce si schiantò su una pedana in acciaio inossidabile, in una stanza piena di pedane in acciaio inossidabile. Su ognuna di esse si trovava un grande cerchio stampato. Dentro vi era un cerchio più piccolo con dentro un'aquila, che portava tra gli artigli una clessidra, su uno sfondo a stelle e strisce, tipicamente americano. Non molto originale, a dirla tutta. Nella fascia centrale del cerchio stava scritto Dipartimento di Investigazione e Ricerca Temporale. Edward, Alex, Maxwell, Hanna, Ross, James e Jacob si presero qualche secondo per orientarsi. Non ci volle molto. «Bene, da questa parte» li incoraggiò il detective. «Scommetto che sarete stanchi, dopo tutto quello che è successo. James vi condurrà alle vostre stanze. Io andrò a sbrigare un poco di formalità. Fatevi una doccia e andate a letto presto, vi voglio belli carichi per domani.» Detto questo si diresse verso l'ufficio del suo capo. Per gli altri la notte passò tranquilla e serena.
Mi svegliai che il sole era già alto. Edward, affacciato sulla porta della mia camera, disse sorridendo «Forza, Jacob, gli altri sono già di là che fanno colazione! Vestiti e raggiungici!» e sparì dietro la porta. Sbuffai, mi strofinai gli occhi e, dopo essermi goduto per un po' il caldo tepore della stanza, mi alzai e mi vestii. Entrai nella mensa, in mezzo a qualche decina di tizi ben vestiti intenti a sorseggiare i loro caffè vidi i miei compagni. «Buongiorno, Jack!» disse Hanna sorridendo. «Sbrigati a fare colazione, Edward ci aspetta nel suo ufficio!» Feci una colazione veloce con una brioche e una tazza di caffè non proprio ottimo e raggiunsi gli altri.
«Buongiorno, ragazzi. Sono felice di vedervi e ancor più di introdurvi al DIRT!» Ci fu un attimo di silenzio. Poi James chiese ciò che tutti noi ci stavamo chiedendo. «Avete chiamato la vostra agenzia "terra"?» L'investigatore parve vagamente offeso dalla domanda, ma rispose prontamente «Beh...sì.» Altro attimo di silenzio. Ross chiese ciò che tutti noi ci stavamo chiedendo. «Perché?» L'investigatore parve vagamente offeso dalla domanda. Tutti provammo una sensazione di deja-vù. Poi Edward rispose «Perché la sigla ci è venuta così. E inoltre questo è un edificio sotterraneo, quindi aveva vagamente senso...» Si grattò i baffi. «Benvenuti al Dipartimento di Investigazione e Ricerca Temporale!» esclamò allora. «Nah, così suona troppo lungo, meglio DIRT» convenne James. «Bene, ora che ci siamo messi d'accordo sul nome direi di iniziare questa piccola riunione introduttiva.» Ci fece segno di metterci seduti, quindi prendemmo posto su delle sedie che si trovavano lì. Si fece improvvisamente più serio e cominciò a parlare «Lavorare qui al DIRT, ragazzi, non è uno scherzo. Ci sono delle regole da rispettare.» disse, ripensando al fatto che in effetti appena ieri aveva sparato a un uomo da dietro senza neppure cercare di arrestarlo, ma si sa: sono i piccoli compromessi della vita dell'uomo di legge. «Avrete delle missioni con degli ordini più rigidi rispetto ad altre, e mi aspetto che seguiate quegli ordini. Raramente vi capiterà di poter trasgredire e passarla liscia, a meno che il vostro intervento non risulti propizio per la riuscita di una missione. Voi venite da un'epoca passata, vi ricordo, e questo vuol dire che in quel tempo siete praticamente spariti. Dovrete abbandonare ogni contatto con la vostra epoca e con i vostri cari, cambiare identità e non parlare mai a nessuno di quello che vedrete qui o nelle vostre missioni. E' di vitale importanza che nulla del futuro arrivi nel passato, e credo che non ci sia bisogno di spiegarvi che un fatto del genere potrebbe completamente cambiare il corso degli eventi, vero? Inoltre dovrete seguire dei corsi di aggiornamento storico: sono successe molte cose dal 2016 ad oggi e non potreste operare in un mondo che non conoscete. Seguirete anche vari corsi necessari alla vostra preparazione tattico-militare, dai corsi di arti marziali a quelli di strategia investigativa e militare. La pianificazione di una missione è decisamente importante, ma anche la vostra forma fisica può influire sull'esito di questa.» Fino ad allora nessuno aveva fiatato una volta. Ascoltammo tutto in rigoroso silenzio. Quando Edward vide che nessuno aveva domande continuò. «So bene che venite da un'epoca in cui teletrasporto, mutazioni e strane creature sono ancora racconti di fantascienza, ma qui sono la realtà. Entrerete in contatto con le situazioni più assurde e improbabili della vostra vita. Il vostro servizio qui significherà imbattersi in una lunga serie di situazioni grottesche e agghiaccianti. Dovrete avere coraggio e sangue freddo per servire questo dipartimento. Ora che vi ho esposto ogni singolo aspetto e condizione del vostro lavoro, rispondete a questa domanda con la massima serietà: accettate di lavorare al nostro dipartimento, seguendo fitti corsi di preparazione allo scopo di affrontare minacce di ogni sorta, anche a costo della vostra stessa vita?» Ci fu un lungo momento di silenzio. Alcuni cambiarono posizione, per favorire la concentrazione. Stavamo tutti valutando i vari aspetti della questione. Sia Hanna che Ross avevano i loro genitori che li aspettavano, James non era uno avvezzo ai grandi cambiamenti e Maxwell non so a cosa stesse pensando. Edward ci guardava mentre riflettevamo e aspettava pazientemente. Del resto non era una scelta affatto facile. Era già pronto a ricevere un rifiuto generale e a chiudere il dipartimento speciale che noi avremmo dovuto fondare. L'orologio da parete scandiva i secondi che passavano, lenti e inesorabili. Silenzio. Rumore di lancette. Qualcuno si aggiusta sulla sedia. Hanna sospira e si abbandona a una leggera commozione. Qualche lacrima le solca la guancia. Finalmente si tira su, si asciuga le lacrime e, a voce alta e determinata, anche se un po' soffocata dal pianto, risponde. «Accetto il lavoro. Si, ho una famiglia a casa che mi aspetta, ma in questa epoca probabilmente è ancora viva e si ritrova in un mondo così...caotico e...pericoloso...se c'è qualcosa che posso fare per rendere il loro mondo più sicuro, sarò felice di farlo.» Edward sorrise soddisfatto sotto i folti baffi, e le fece l'occhiolino. Lei tornò a sorridere. Ross si raddrizzò sulla sedia e diede il suo responso. «Nella mia epoca lavoravo in polizia. Il mio sogno è sempre stato rendere il mondo sicuro. Già quando dovevo combattere semplici criminali mi sembrava una missione impossibile, figuratevi adesso....eppure non mi sono mai tirato indietro...e non lo farò di certo adesso.» Edward sorrise ancora, poi guardò James che sembrava sulle spine già da un po'. «James?» James sospirò. «Quando avevo 17 anni i miei genitori vennero uccisi da un rapinatore, in strada...mentre puntava loro la pistola io avrei potuto cercare di salvarli ma non trovai il coraggio...questa è la mia occasione per riscattarmi...accetto il lavoro.» disse, non senza una certa commozione. «Ho lavorato per Gatzby per anni, prima di accorgermi di quello che voleva davvero» intervenne Maxwell «e pensare che ci sia un mondo pieno di mostri simili...è la mia occasione per rimediare a quello che ho fatto. Accetto.» Edward era visibilmente compiaciuto. Mancavo solo io. «Quello che ho visto lì...tutta quella morte...non posso permettere che accada di nuovo. Ma...non me la sento. Non sono io la persona che cercate...mi dispiace.» Feci per andarmene, quando Edward mi chiamò da dietro. «Jacob! Guardami...io avevo una famiglia...una bellissima moglie e due figli stupendi. Ma un giorno...rientrando sentii dei rumori in casa...avanzai nel corridoio, pistola spianata...» Una lacrima gli scese lungo la guancia destra, andandosi a nascondere nei folti baffi. «Quando arrivai nel salotto vidi un uomo che frugava nella stanza, mia moglie e i miei figli...erano lì...in un lago di sangue. quando quel bastardo mi vide scappò dalla porta sul retro. Presi a inseguirlo, ma si infilò in un vicolo e lo persi di vista. Rinunciai a inseguirlo e tornai a casa, distrutto... Quando arrivai vidi due uomini, il ladro era ammanettato, in ginocchio davanti a loro. Uno dei due uomini mi disse "Hai una pistola. Che vuoi fare?" Puntai la pistola sulla testa di quel bastardo, tirai giù il cane...e gettai la pistola a terra. L'altro tipo in piedi mi fece "Hai fatto la scelta giusta. Sono pochi gli uomini come te. E noi ne abbiamo un gran bisogno." Quando chiesi cosa intendevano mi spiegarono tutto. Loro erano i primi detective temporali. Andavano in giro per la mia epoca a risolvere casi e consegnare i responsabili alla giustizia. Io avevo perso tutto...e decisi di andare con loro. Non lo feci per me, ma per evitare che altre persone dovessero patire quello che ho patito io... Jacob, questi ragazzi hanno bisogno di un leader. Tu li hai guidati fuori dal laboratorio. Quando su quel lettino hai reagito e ti sei svegliato...hai dimostrato un forte spirito di volontà. E da lì sei riuscito a liberare i tuoi compagni, hai dato a un criminale come Maxwell la possibilità di redimersi, hai fatto cadere la copertura di Gatzby e sei quasi morto per fermarlo. Hai condotto i tuoi amici alla vittoria e alla libertà...a costo della tua stessa vita. Questa divisione ha bisogno di un leader che la guidi, Jacob, e io voglio che sia tu. Hai già dimostrato di avere quello che serve. La domanda è: vuoi mettere queste tue abilità al nostro servizio per guidare i tuoi amici e, sostanzialmente, salvare il mondo?» Avevo gli occhi di tutti addosso. Sospirai. «Io accetto, ma se questi coglioni non fanno quello che dico io e mi mandano a puttane ogni missione giuro che me ne vado!» Edward scoppiò in una fragorosa e venne a stringermi la mano. Gli altri erano chiaramente felici della mia risposta. Edward si schiarì la voce ed esclamò soddisfatto «Ragazzi, se mi seguite vi conduco al vostro nuovo ufficio.» Tutti ci alzammo, e seguimmo il detective nel nuovo ufficio. C'era un grande tavolo di vetro, con sei sedie intorno, e per la stanza ogni sorta di dispositivi e computer di ultima tecnologia. In fondo alla stanza una grande parete di vetro lasciava vedere New York dall'alto. C'era un tramonto spettacolare. «Aspetta, ma non eravamo sotto terra?» chiese James, abbastanza confuso. Edward sorrise divertito «Lo siamo, ma questo non è che uno schermo collegato a un drone a energia solare. Potete usarlo per monitorare la città o per godervi un tramonto mozzafiato come questo.» Guardammo tutti meravigliati il grande schermo. «Signori, benvenuti alla Divisione Fenomeni Paranormali.» Edward sorrise soddisfatto sotto i folti baffi.
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20 Racconti di fantascienza mai raccontati
Science FictionDietro ogni storia un agghiacciante particolare. Non tutto è come sembra. La mente umana è in grado di generare fantasie meravigliose, ma allo stesso tempo, nei meandri della fantasia, si nascondono le più inquietanti storie di fantascienza. Bisogne...