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Mi guardò spaesato per un pó, forse ero stato troppo diretto o forse stava solo metabolizzando che il suo compagno di stanza era gay.

"Federico" disse ad un certo punto "dimentichiamoci questa storia. Io non ti ho detto nulla e tu non hai visto nulla. Non mi conosci, sai solo il mio nome. Da ora in avanti non mi parlare" la sua voce era gelida.

Con uno scatto si alzò dalle mie gambe e prese velocemente la giacca in pelle uscendo poi.

Rimasi con gli occhi leggermente spalancati e lo sguardo fisso sulla porta.

Scossi la testa dopo vari minuti e decisi di andarmi a rilassare un pó in biblioteca a leggere un buon libro.

Presi il mio cellulare e, con le mani nelle tasche posteriori dei miei jeans, mi avviai verso le biblioteca.

Entrai e subito un forte odore di libri vecchi mi invase le narici. Avanzi e sorrisi alla signora anziana, Lauren, che stava dietro il bancone.

Entrai subito nel mio reparto preferito: romantico.

Ho sempre pensato di essere strano o diverso ma, che male c'è se ad un ragazzo piace il romanticismo?

Ho letto tantissimi libri di questo genere: da colpa delle stelle alla saga di Twilight.

Sospirai allungando la mano per prendere un libro, uno a caso.

'Innamorati di quello che sono' si intitolava. Osservai la copertina che ritraeva due ragazzi abbracciati e iniziai a sfogliare lentamente le pagine facendomi catturare da qualche battuta qua e là.

Arrivai ad uno dei divanetti bianchi disposti sulla parte destra della biblioteca e mi ci buttai sopra, iniziando a leggere.

Lì, persi completamente la congnizione del tempo.

Solo quando la bibliotecaria mi toccò la spalla e io mi girai, mi resi conto di quanto fossi stato lì dentro.

"Scusami Federico, ma devo mandarti via. Sono le nove ormai" spalancai gli occhi: guardai il mio libro e vidi che oramai mancavano si e no dieci pagine alla fine.

"Scusa Lauren, non ho visto l'ora" dissi sorridendole imbarazzato. "Oh tranquillo, ora vai a mangiare, è da stamattina che sei qui, sono sicura che non hai nemmeno pranzato!" Annuii massaggiandomi la pancia.

"Ci vediamo Lauren" la salutai prima di uscire dall'edificio.

Mi avviai verso il piccolo Bar davanti al collegio: il coprifuoco era alle undici perciò era tutto a posto.

Entrai e mentre mi stavo dirigendo al balcone, dalla finestra che dava sulla strada, vidi una figura che ormai ben conoscevo.

Orfanotrofio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora