diciassette

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Ero disteso sul letto.
In lacrime.
Mi ricordo ogni singola parola.

"Voglio una famiglia, Federico"
Eppure, sembrava volesse me.

Ma non era stato così.

Aveva fatto le valigie e tempo due giorni se ne era andato.

Avevamo fatto l'amore l'ultima volta e poi era scomparso con la sua nuova famiglia, portandosi dietro tutto il mio cuore.

Mi sentivo...spezzato, in due.

Da due giorni a questa parte non avevo mangiato nulla, non lo avrei fatto, volevo solo morire.

Il suo sorriso, i suoi occhi, mi mancavano così tanto.
Sembra sia passata un'eternità da quando ha lasciato l'istituto eppure sono solo 48 ore.

Mi tolsi i vestiti e mi misi i suoi.
Mi accasciai sul pavimento e gemetti dal dolore quando affondai il coltello nel mio petto. Usciva cosi tanto sangue ma nella mia mente c'era ancora lui.

Lo amo.
Lo avrei sempre amato.

Sentii delle urla e vidi la figura di Laura.
Tutte le persone corsero nella mia stanza e mi sembrò anche di vederlo.

Urlava, piangeva.

"Che cazzo hai fatto Federico?" continuava ad urlare senza smettere di piangere.

"Federico" urlava ancora ma io avevo chiuso gli occhi.

Non ho mai capito quel ragazzo.
Siamo arrivati ad essere scopamici.
Ad essere qualcosa di più di semplici amici.
E mi ha lasciato.
Adesso è qui.
Ma non so se ci sarò io.

"Ti amo" sussurrai con gli occhi chiusi.

"Federico stai sveglio dio!" mi urlò contro.

C'era un gran baccano e io volevo solo chiudere gli occhi.

"Federico" singhiozzó.
"Ti amo" continuò stringendomi la mani.

Sorrisi, poi più nulla.


Fine,

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