Orias ed io ci ritrovammo in una città umana che si affacciava sul mare, non sapevo bene dove fossimo perché fu lui a scegliere la destinazione, afferrando la mia mano e portandomi con sé.
<<Dove siamo?>> chiesi ad Orias, osservando il viale pieno d'alberi che ci si parava dinanzi, costeggiando da un lato la costa che dava sul mare calmo, e dall'altro una strada trafficata da numerose auto.
<<È una cittadina italiana>> disse semplicemente lui alzando le spalle, lo vidi barcollare un po' e poi poggiarsi alla ringhiera di ghisa che si affacciava sul mare.
<<Che ti prende? Da quanto non mangi?>> gli chiesi vedendolo leggermente provato dopo il teletrasporto.
<<Un po', per un motivo o per l'altro ho sempre rimandato>> che stupido.
<<Non ci sono vostri pub in questa città? Su, andiamo, hai l'aria di uno che ha appena visto il diavolo in persona>> dissi osservando il suo pallore.
<<Oh già non te l'ho detto, ho visto Lucifero>> disse tirandosi una pacca sulla testa.
<<Cosa? Quando e perché?>> chiesi agitata, odiavo anche solo sentire il suo nome.
<<Ieri, vicino al lago>> disse cercando di ricordare, ecco perché era ridotto così male, la mente di Lucifero era come veleno per i poteri di Orias.
<<Sei andato via subito? O la tua stupidaggine ha avuto la meglio?>> chiesi attraversanando la strada assieme a lui, che mi stava guidando verso uno dei pub delle sette.
<<Per chi mi hai preso? Sarò pure curioso ma appena l'ho visto sono andato via, per l'esattezza nella camera di una certa aureolina che si divertiva a gironzolare in paradiso con Iax>> per un attimo pensai che fosse geloso, ma dal suo sorriso capii che mi stava solo prendendo in giro.
<<Non chiamarmi così>> risposi, percorremmo una via abbastanza buia della parte vecchia della città, le case erano logore e sembravano andare a pezzi, mentre una forte puzza proveniva dall'interno delle abitazioni, puzza di sangue e morte.
<<Mi aspetti fuori?>> chiese lui osservando la mia espressione disgustata, non ero mai entrata in uno di quei posti, ma quel giorno mi sentivo abbastanza curiosa, anche perché rimanendo sola avrei iniziato a pensare al diario, a Lucifero e così via... non ne avevo proprio voglia.
<<No, vengo con te>> dissi meravigliandolo.
<<Ok, ma sta seduta al bancone, bevi qualcosa e non parlare con nessuno>> per un attimo mi sembrò mio padre.
<<Ok papà>> risposi seguendolo all'interno di quel posto, il locale aveva le pareti tinte di nero, con alcune colonne rosso sangue, le luci erano basse e rendevano tutto più suggestivo.
Orias ordinò da bere per me e per lui nell'angolo bar di quel posto, guardandosi poi intorno presumibilmente alla ricerca della sua preda.
Dal punto in cui eravamo seduti, si poteva vedere la sala proseguire e diventare più ampia, dove un deejay suonava e ragazzi e ragazze danzavano, fra loro potei sentire la puzza di alcuni demoni.
<<Come fai a scegliere?>> chiesi ad Orias, mandando giù il cicchetto che aveva ordinato per me, la gola bruciò non appena lo mandai giù, era la mia parte preferita del bere alcolici.
<<Di solito scelgo quelle che sarebbero disposte a tutto per soldi e potere, mi piace vedere la loro espressione quando capiscono di star per morire>> quando Orias parlava di morte cambiava del tutto, il suo sguardo diveniva sadico e sembrava molto più sicuro di sé, e faceva persino paura.
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Il nostro dolce peccato (IN SOSPESO)
Paranormal-Questo libro è la continua de "Il mio dolce peccato" Chi cerca salvezza nel male, sia pronto a trovare nient'altro che infelicità e pentimento per il resto della sua vita. La vendetta, uno dei più meschini fra i peccati che si possano commettere...