Capitolo 26 - Emma; Non Sia Fatta La Sua Volontà

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Parlare con mio nonno di certo non era il mio passatempo preferito, soprattutto se circondati da molta gente. La terrazza pullulava di angeli e demoni di tutti i tipi, era facile riconoscere i più anziani dai più giovani: l'abbigliamento era completamente diverso.

Belzebu era davvero elegante e raffinato, nulla in confronto a mio zio Caliel che seppur vestito a modo, aveva scelto abiti più contemporanei.
Così diverse epoche si mischiavano fra balli e conversazioni, sorrisi e finta allegria.
Era tutta una messa in scena, sembrava che tutti fossimo amici e che non esistesse nessuna imminente guerra! Palle, io non avrei finto come loro.

Mentre mi avviavo verso il nonno e Raffaele, vidi mia madre ballare con occhi chiusi stretta alle spalle di mio padre. Era loro che dovevo salvaguardare, non avrei mai permesso che qualcuno facesse del male alla mia famiglia.

Strinsi più forte il bicchiere di vino che stringevo fra le mani e mi feci coraggio, avevo raggiunto i due portavoce di Inferno e Paradiso.

<<Buonasera>> dissi inchinandomi leggermente al loro cospetto, Raffaele si affrettò a baciarmi il dorso della mano mentre Lucifero sorrise forzatamenfe. Brutto vecchio, nemmeno io volevo parlarti!

<<Stavamo parlando>> il nonno mi fece cenno di andar via, ma io non mi allontanai nemmeno di un passo.
Abbassò il suo sguardo su di me, potei capire che non gradí affatto il mio abito bianco in pizzo che contrastava con il suo smocking nero.

<<Vorrei unirmi alla vostra conversazione>> risposi facendo spallucce, subito dopo bevvi un sorso di vino, Raffaele non parve contrariato dalla mia presenza.
<<No, Emma. Stiamo parlando di questioni importanti che non ti riguardano, sparisci>> la calma con cui il diavolo mi mandava al diavolo era davvero impressionante.

<<Sono stata in paradiso!>> dissi allora al nonno che per la prima volta quella sera sembrò dare davvero peso alle mie parole. Raffaele dal suo canto mi guardò torvo, nemmeno lui ne era a conoscenza.

<<Io non so nulla a riguardo...>> disse l'angelo non appena lo sguardo di Lucifero si posò su di lui.
<<Questo è vero>> aggiunsi immediatamente.

<<Sei pazza?! Ti avevo detto di smettere di giocare a fare la signora in giallo! Sai cosa ti sarebbe successo se fossi stata scoperta?>> mi chiese furioso il nonno, sembrava mio padre a momenti.

<<Cosa?! Sarei morta?! Vogliamo parlare di quello che hai intenzione di fare TU con Michele?!>> risposi puntandogli il dito contro, furiosa tanto quanto lui.
In quel momento sentii qualcosa rompersi, eppure era tutto intatto attorno a noi.

Alle mie spalle sentii le prime note di una canzone, un violino aveva intonato la melodia perfetta per ciò che in quel momento era iniziato.

<<Cosa hai intenzione di fare con Michele?>> chiese Raffaele osservando Lucifero con un tono di voce che di certo non si sarebbe detto appartenere ad un angelo.

<<Farvi fuori tutti>> sghignazzò il nonno, il suo sorriso mi spaventò così tanto da farmi voltare.

Hai fallito.

Una voce mi aveva parlato all'orecchio, nello stesso istante in cui la parola incisa sul mio braccio iniziò a cambiare forma, stava cambiando significato. Alzai lo sguardo alla ricerca di Orias, era in piedi poco piu avanti di me, osservava il palco sorpreso dalla presenza di Morgue, mentre un libro fra le sue mani andava a fuoco... Ma non se ne era accorto?!

Avanzai per raggiungerlo ma la mano pesante del nonno si posò sulla mia spalla, bloccandomi. Mi fermai giusto in tempo per non essere colpita dalla lama di un pugnale che era stato lanciato dall'altra parte della terrazza.
La lama fece qualche giro in aria prima di infilzare il petto di Lust.

Il nostro dolce peccato (IN SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora