Capitolo 18 - Emma; È un arrivederci

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Lucifero mi è venuto in sogno insultandomi per come non abbia più scritto di lui..

È passato più di un anno e come avevo annunciato sulla mia bacheca avevo interrotto gli aggiornamenti perché stavo riscrivendo i libri precedenti per proporli a delle case editrici... Vi terrò aggiornati!

Nel frattempo riprendo ad aggiornare questi, se avete voglia di continuare vi consiglio di rileggere Il nostro dolce peccato da capo altrimenti sarà una confusione capire dove eravamo rimasti. Anche se nessuno volesse continuare io comunque la storia la finirò pubblicamente qui, per poi riscriverla in chiave diversa per una possibile pubblicazione.. Chissà! I sogni sono gli ultimi a morire. Se c'è qualcuna di Torino disposta a prendere un caffè e parlare di libri io son disponibile comunque.. per il resto... a presto!

Quando speravo di suscitare emozioni diverse in Orias di certo non immaginavo di essere presa e sbattuta su un letto in luogo a me sconosciuto!

Il suo respiro era pesante ed irregolare mentre i suoi occhi scuri avevano una strana luce, il vero demone si stava manifestando mentre dentro di me lottavano eccitazione e paura. Il corpo di Orias premeva sul mio, le sue mani tastavano con foga ogni parte del mio corpo ed io desideravo quel contatto sempre di più. Da quanto tempo bramavo quel momento? Da quanto tempo trattenevamo i nostri desideri?

La sua mano spinse il mio viso verso il suo ed in un attimo le nostre labbra si incontrarono, finalmente. Stavamo sbagliando, come avevano sbagliato tanti prima di noi, allora perché trattenersi ancora?

Le labbra di Orias erano morbide e passavano dal sfiorare le mie a riempire di baci tutto il mio viso, non avevo più paura, mi stringeva a se come si fa con qualcosa di prezioso... sapevo di essere al sicuro.

Aprii gli occhi di nuovo, cercando il suo sguardo nell'oscurità, quando lo incontrai capii che si era calmato, mi diede un ultimo bacio sulle labbra e poi mi sorrise.

<<Questo va bene come saluto dopo anni ed anni di amicizia, aureolina?>> mi chiese poi, stendendosi accanto a me.

<<Potrebbe andare>> risposi senza nascondere la mia felicità, certo, avrei sperato anche in altro ma avevo già avuto abbastanza.

<<È anche troppo, non vorrai mica perdere la verginità prima della tua gita in paradiso?>> mi chiese tirando un pizzico sulle mie guance.

<<Hai ragione, devo conservarmi per il mio futuro marito>> venní fulminata con lo sguardo senza ricevere risposta.

<<Ma dove siamo?>> chiesi allora per cambiare argomento.

<<Nella tana del diavolo>> il suo tono di ovvietà mi infastidí, non era la sua camera, seppur non riuscivo a vedere molto non riconoscevo l'odore tipico di sandalo della sua casa. D'un tratto mi prese la mano e nel baciare il dorso, fummo nuovamente in camera mia, questa volta pronti a salutarci per davvero.

<<Stammi bene, non prendere caramelle da angeli sconosciuti e non perderti per le vie del paradiso, ok?>> disse d'un fiato Orias, visibilmente preoccupato per me.

<<Tranquillo, sarò in buona compagnia>> e lo pensavo davvero, Gabriele aveva ormai conquistato la mia simpatia e fiducia, vedevo una bontà rara in lui ed era il motivo per cui avevo deciso di allontanarmi per tutto quel tempo.

Orias non sembrò sollevato nel sentire quelle parole, piuttosto fece una smorfia indefinita. <<Tu invece cerca di impedire che Morgue uccisa Daisy>> gli dissi dandogli una piccola pacca sulla spalla.

<<Tranquilla, terrò tutti calmi con il mio fascino>> sghignazzó e dopo una breve pausa tornò serio <<per favore, torna>> mi disse poi, dolcemente, prima di sparire.

Il nostro dolce peccato (IN SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora