Capitolo 13; Orias - Risposte

508 58 32
                                    

Riccioli d'oro e sua sorella erano in ginocchio dinanzi a me ad implorare perdono per aver fallito nell'aiutare me ed Emma nel seguire la coppia del secolo: Michele e Lilith.

<<Lilith è troppo veloce, non sono riuscito a bloccarla in tempo>> il demone disse, il loro lato umano era troppo presente, mi disgustava e faceva tenerezza allo stesso tempo.

<<Vi ho già detto che non mi importa... Fatemi dormire!>> non si poteva più nemmeno riposare nel proprio letto! Ma che modi?

<<Dormire? Ma non dovremmo cercare di capire cosa sono quelle bruciature sulle vostre braccia? Nostro padre potrebbe aiutarci>>.... Spazientito li osservai mentre erano inginocchiati ai piedi del mio letto <<prima il piacere, poi il dovere! Ma cosa siete, angeli? Andate via!>> esausto, urlai, facendo loro cenno di lasciarmi solo e finalmente il mio esiderio fu esaudito, ringraziai così il mio migliore amico: Dio e chiusi gli occhi.

Ovviamente addormentarsi a primo colpo sarebbe stato troppo bello per essere vero, così iniziai a girarmi e rigirarmi nel letto, io, figlio dell'accidia che non riuscivo a dormire!

Nella mia mente risentivo le voci di Lucifero, i sentimenti di Michele, ed infine l'abbraccio inaspettato di Emma... Sbuffai arrendendomi all'idea del pisolino, magari una conversazione con la rossa mi avrebbe schiarito un po' le idee, quindi decisi di raggiungere il posto di lavoro di Daisy.

Essendo fine settimana, il pub pululava di demoni ed esseri umani, c'era così tanta puzza di alcool e vomito che se fossi stato un demone donna avrei sospettato di essere incinta dalla nausea.

<<Guarda chi si rivede>> Daisy aveva i capelli raccolti in una treccia laterale ed un vestito nero aderente, mi versò qualcosa in un bicchiere e poi passò al servire un altro cliente, era parecchio occupata.

Bevvi ciò che mi aveva versato in pochi secondi, osservando un po' nei ricordi dei demoni e degli umani che mi circondavano, cercando qualcosa di interessante.

<<Scusami, ero occupata... Come va? Ti sei ripreso?>> mi chiese Daisy tornando da me, aveva le guance rosse quanto i suoi capelli e l'aria affaticata ma allo stesso tempo curiosa.

<<Più o meno, sono confuso>> le risposi, per poi continuare <<perché Michele mi ha salvato? Cosa significano queste scritte? Voglio parlare con lui>> le dissi, ricevendo un cenno di no come risposta.

<<Non mi ha detto il significato, ha blaterato qualcosa e poi lui e Lilith sono andati via, non so dove siano ora, sono spariti>> potei sentire che non stava mentendo anche se mi sembrò che qualcosa nella sua mente mi sfuggisse, ma allo stesso tempo provava tristezza nel concentrarsi su quei ricordi.

<<Perfetto>> esclamai alzando gli occhi al cielo.

<<Perché non chiedi a tuo padre?>> disse allora lei, pf!

<<Giammai! Direbbe solo cose che andrebbero a condizionare la mia mente e quindi il mio futuro...>> dissi pensieroso, una mosca si poggiò sulla mia mano, e subito la uccisi.

<<Che schifo!>> disse Daisy disgustata dalla scena, vero! Le parole di Atena e Dioniso mi tornarono in mente non appena collegai la mosca allo schifo... potevo chiedere a loro padre, Belzebù!

<<Ti va di conoscere il demone più affascinante di tutti gli inferi?>> chiesi all'umana, probabilmente, ignara della mia idea potei sentire che Daisy pensò subito a Morgue, così annuì immediatamente.

<<Ovvio!>> disse stringendo la mia mano, attendendo così di essere teletrasportata da me.

Ah, aria fresca! L'odore di cadavere, carcasse di animali e il suono del ronzio delle mosche ci accolse non appena piombammo dinanzi alla casa di Belzebù, Daisy per poco non svenne, capendo subito che di certo non si trattava della dimora di Morgue.

Il nostro dolce peccato (IN SOSPESO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora