Nessuno aveva intenzione di dirmi cosa mia madre avesse deciso di fare, mio padre era sparito ed io spazientita mi ero chiusa in camera, giurando solennemente di non uscirci più perché solo la vista di altri esseri viventi mi avrebbe fatto infuriare.
Il diario di Lilith era aperto sul letto, avrei voluto leggerlo ma non lo feci, in quel momento odiavo anche lei... Odiavo tutti! Orias compreso, io ero così preoccupata ed emozionata nel rivederlo e lui invece sembrava tranquillo come sempre, maledetti demoni.
Decisi di alzarmi da terra dato che mi ero rannicchiata in un angolo, chiusa in me stessa. Non appena lo feci vidi Iax comparire nella stanza, affiancato da niente popò di meno che Gabriele.
<<Vi sembrano modi?>> dissi agitata, portando le mani sui miei fianchi.
<<Di che parli? Hai dimenticato del nostro appuntamento?>> Iax aveva ragione, dovevo fare una delle mie gite.
<<Ah già... Ma non son modi comunque!>> dissi offesa, Iax sembrò spazientito dalla mia acidità del momento mentre Gabriele sorrise, forse lui non lo odiavo.
<<Bene, cerca di calmarti perché oggi sarai sola, io non posso venire>> mi comunicò Iax, indicando poi Gabriele.
<<Sarete soli>>. Bene, perfetto! Gabriele poteva anche starmi simpatico, ma non ero proprio dell'umore giusto per frasi angeliche e poetiche.
<<Sarà meglio rimandare>> dissi dunque, ma Iax sospirò nuovamente <<non puoi rimandare questa visita, va, puoi fidarti di Gabriele>>.
<<Perché non posso rimandarla?>> chiesi allora confusa.
<<Perché Lui lo vuole>> mi rispose Gabriele, porgendomi la mano.
<<Allora venisse Lui a prendermi, Io da qui non mi muovo>> esclamai rimanendo ferma dove ero, testarda come un mulo.
Gabriele fece cenno a Iax di lasciarci soli, l'angelo ubbidí come un bravo cagnolino.
<<Emma, devi seguirmi, non vuoi conoscere il significato di quella?>> l'angelo indicò la bruciatura sul mio braccio.
<<Perché devo essere io a spostarmi? Non posso venire sola in paradiso, non è il mio posto, potrebbe essere una trappola>> dissi esasperata.
<<Il paradiso è casa di tutti, nulla di grave può succedere lì>> certo, come no, vallo a raccontare a mia nonna che è stata prigioniera lì per secoli.
<<Gabriele quella è la tua idea di paradiso, non la mia>> risposi sbuffando.
<<Non si tratta di idee, questo è un dato di fatto. Nessuno può farti male, è stato un suo ordine>> mi rispose lui, sorprendendomi.
<<Perché mai?>> chiesi ancora, ma lui mi fece capire che non poteva dire altro, dovevo solamente seguirlo per conoscere le risposte. Gli diedi la mano, e subito dopo mi ritrovai nel bianco assoluto, Gabriele non era accanto a me, non vi era niente, il nulla assoluto.
<<Gabriele?>> chiesi confusa, ma dove ero?
Un rumore alle mie spalle mi fece voltare, un angelo dagli occhi così chiari da sembrare vero ghiaccio mi veniva incontro, aveva un sorriso quasi spaventoso e camminava osservando il suo orologio da tasca.
<<Finalmente ho l'onore di conoscerti>> disse questo alzando il suo sguardo dal suo orologio a me.
<<In questa stanza segna sempre le 3:15>> sbuffando mi mostrò l'orologio, le cui lancette erano ferme. Ricordai che anche Vassago aveva un orologio simile, fisso sempre alla stessa ora.
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Il nostro dolce peccato (IN SOSPESO)
Paranormal-Questo libro è la continua de "Il mio dolce peccato" Chi cerca salvezza nel male, sia pronto a trovare nient'altro che infelicità e pentimento per il resto della sua vita. La vendetta, uno dei più meschini fra i peccati che si possano commettere...