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C A L U M

"Lei è già dentro?"

Mi sistemai la cravatta nera e i gemelli da polso.

Dal riflesso dello specchio sembravo un giovane ragazzo in carriera, ma in realtà ero un semplice avvocato squattrinato.

Non capivo perché avessero scelto me quando si sarebbero potuti permettere un qualsiasi buon avvocato.

Non volevano pesare su i nonni, a quanto dicevano loro.

"Si, ti sta aspettando."

Annuii, facendomi forza ed entrando dentro la stanza vuota.

Ogni parete era grigia, tranne per quella a specchio, dietro cui i miei colleghi stavano osservando attentamente.

Al centro, un tavolo in plastica scura e due sedie.

L'unica punta di colore era data dal biondo dei capelli della ragazza seduta al centro della sala.

Mi avvicinai a lei lentamente, quasi come se avessi paura di spaventarla.

In realtà, avevo sicuramente più paura io.

"Salve." Dissi, attirando l'attenzione e sedendomi davanti a lei.

La bionda alzò gli occhi, e rimasi colpito dalla sofferenza che nascondevano quelle iridi verdastre.

Era di una bellezza da mozzare il fiato, la tipica bellezza che solo chi nasce nel degrado può capire e apprezzare.

"Lei è la signorina Rebecca Irwin?"

Rebecca annuì, scrostandosi lo smalto nero dalle dita.

Era nervosa, lo potevo capire, ma sembrava abituata a sentirsi costretta a stare in posti che le andavano bene.

"Io sono Calum Hood, e il tribunale mi ha chiesto di sentire la tua opinione riguardo ciò che è successo a Michael Gordon Clifford."

La ragazza sbatté più volte le palpebre, come se non stesse capendo "Michael?"

Annuii, piano, studiandola "Il signor Clifford è morto una settimana fa a causa di un colpo d'arma da fuoco. Lei era presente secondo i testimoni."

Rebecca rimase immobile per un paio di secondi, ad occhi sgranati, come se stesse rivedendo di nuovo tutta la scena.

"Si, c'ero." Disse, infine.

"Okay." Dissi, abbassando lo sguardo, un po' nervoso "Signorina, lo sa che suo fratello è il potenziale indagato?"

"Non è stato Ashton." Disse, seria "Lui non sarebbe stato capace di premere il grilletto, lui ha tentato di deviare il colpo e c'è riuscito."

Corrugai la fronte "Che intende?"

Rebecca deglutì, passandosi una mano intorno al collo "Il colpo era diretto a me, ma Ashton si è messo in mezzo ed è stato deviato. Michael era solo nel posto sbagliato al momento sbagliato."

Annuii, di nuovo "Si sente pronta a ripetere questa cosa dopo un giuramento e davanti ad una giuria?"

"Si." Disse, e io ne ero convinto.

Ripensai alle parole che aveva detto al mio collega poco tempo prima, al fatto che, secondo lei, il controllo era potere.

Lei aveva il controllo totale di sé, ed era questo che gli permetteva di mantenere la calma.

Secondo i dottori che l'avevano seguita in riformatorio lei era una ragazza fragile e sensibile, ma ciò che avevo davanti era una maschera di freddezza e apatia.

Non riuscivo ad immaginare che cosa avesse passato questa ragazza.

"Dovrei parlarle anche di un'altra cosa."

Rebecca annuì, facendomi intendere che dovevo continuare.

"Dovrei parlare di Luke Robert Hemmings."

Sentii la ragazza trattenere un respiro, e subito mi preoccupai.

"Va tutto bene?"

"Si." Sussurrò "Solo, sono solo stanca."

Annuii, sapevo che stava mentendo.

"A quanto pare il signor Hemmings è accusato di essere capo di una società mafiosa." Dissi, leggendo dai documenti "Lei conferma questo?"

Rebecca mi fissava in un modo che mi metteva i brividi, e dovetti ricordarmi più volte che era solo una ragazzina di diciassette anni.

"Luke era a capo del Club, lui voleva combattere la mafia."

Abbassai lo sguardo, un po' imbarazzato "Eppure qui sembra che il signor Hemmings e i suoi soci abbiamo una fiorente compra vendita di droga. E, a quanto pare, la sparatoria avvenuta una settimana fa era solo un regolamentare di colpo tra due gang rivali per contendersi un grosso cliente."

Vidi il viso di Rebecca diventare una maschera di orrore.

Era bianca come un lenzuolo, e gli occhi sembravano spenti, quasi neri.

"Io non sapevo tutto questo." Disse, piano "L-Luke mi ha detto altro."

Mi scantai dai suoi occhi, annuendo e guardando di nuovo i fogli "Il signor Hemmings durante l'interrogatorio ha detto che lei, signorina Irwin, era utile al suo scopo per ricevere delle informazioni sul Ghetto. Ma, per sfortuna, lei non sapeva assolutamente nulla."

"Non l'aveva mai messa sotto questo punto di vista." Ammise, abbassando lo sguardo "Lui diceva altro."

"Tipo?"

Rebecca sospirò, sporgendosi di più verso di me "Lui mi voleva perché ero pura."

La guardai perplesso, non capendo "Cosa intende?"

Rebecca fece un sorriso ironico, squadrandomi con i suoi occhi verdi "La storia è un po' lunga, signor Hood."

Scossi le spalle "Abbiamo tutto il tempo che vuole."

Rebecca annuì, sistemandosi il colletto della camicia bianca.

Era nel panico, o forse sentiva che il peso sul suo stomaco stava diventando ancora più forte.

La capivo, non era così facile scappare da quel mondo.

Ma lei poteva farcela, lo vedevo dai suoi occhi che c'era ancora qualche possibilità.

"Rebecca." La chiamai, sporgendomi oltre il tavolo e facendo in modo che lei mi guardasse "Ti puoi fidare di me."

La ragazza tenne i suoi occhi nei miei per qualche secondo, e poi finalmente annuì, sospirando.

"Io e Ashton eravamo da sempre una cosa sola: così diversi da completarci."

Angolo

Domani ci sarà l'epilogo💘

Che tristezza, Lucas si è rivelato una 💩, mah.

Per chi non avesse capito, il prologo era solo un discorso che stava facendo durante l'interrogatorio, mentre tutta la storia dei capitoli seguenti era il racconto della storia fatta da Rebecca a Calum.

Wow, che autrice sapientona haha

In ogni caso, ho iniziato a scrivere la nuova storia su Lucas ed è molto...boh, non so, però mi piace😂

Probabilmente pubblicherò il primo capitolo domani insieme all'epilogo

Aah, che tristezza, mi mancherà Lucas mafioso di quartiere

Ora scappo,
A domani
Giulia

Pure {L.h.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora