Hugs

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La scuola non era un posto per me.

Troppe persone, troppi commenti, troppi giudizi.

Mi sembrava di essere tornata in riformatorio, dove tutti erano dei completi idioti fino all'arrivo di potenziali genitori, che ogni ragazzo cercava di conquistare con moine e faccia angelica.

A me ed Ashton non era mai importato, perché sapevamo che saremo rimasti solo io e lui, e non avevamo bisogno di genitori che ci dividessero o che ci venissero a dire cosa fare.

Noi stavamo bene solo quando eravamo noi due, nessun altro era invitato a restare.

"Rebecca Irwin?"

Annuii, afferrando alla svelta i fogli che la segretaria mi stava porgendo.

Era una donna orribile, dai capelli sporchi e i denti curvi, e sapevo che aveva capito che ero un'orfanella scartata da tutti.

Non mi importava, perché sapevo che quella era la prima e ultima volta che avrebbe avuto l'opportunità di giudicarmi.

Uscii dalla segreteria, iniziando a sfogliare in modo confusionario i fogli che mi aveva dato la donna.

Continuavo a camminare e, involontariamente, finii contro a qualcuno, facendo cadere tutti i fogli a terra.

"Cazzo." Sbottò il ragazzo dalla pelle chiara, guardando i fogli che mi erano caduti senza aiutarmi a raccoglierli.

"Scusa." Borbottai, nervosa, mentre guardavo male il ragazzo dai capelli tinti di rosso.

"Figurati." Il rosso mi superò, dandomi una spallata mentre correva via.

Alzai gli occhi, iniziando a camminare verso l'aula di scienze.

La scuola non faceva proprio per me, e continuai a pensarlo per tutte le ore seguenti, fino a quando non sentii di nuovo l'aria fresca di libertà sulla mia pelle.

Casa mia distava pochi chilometri, e Ashton lavorava, quindi sapevo già che mi sarebbe toccato farli a piedi dato che non avevamo i soldi per pagare l'abbonamento dell'autobus.

Iniziai a camminare, sentendo ogni tanto alcuni commenti a bassa voce dei ragazzi che mi passano affianco.

Probabilmente i miei vestiti non erano dei migliori, e nemmeno il mio zaino o la mia provenienza, e sapevo che erano tutte cose che i ragazzi non vedono l'ora di rinfacciarti.

Questo non mi aveva mai fermato dal proseguire per la mia strada a testa alta, ed era forse per questo che mi accorsi della sagoma scura lungo il lato della strada.

Aveva una fisionomia longilinea, ma le spalle erano larghe e quindi capii che era un ragazzo.

Il cappuccio della felpa che gli copriva il volto era nero, così come gli skinny jeans.

Era a due metri da me, ma io ero più che sicura che fosse lo stesso tipo del giorno prima.

Abbassai lo sguardo, continuando a camminare velocemente, cercando di ignorare il cuore che mi batteva velocemente nel petto.

Sapevo di essere scampata al pericolo quando oltrepassai la nube di fumo e tornai a respirare aria pulita.

Feci altri dieci passi, e poi decisi di voltarmi.

Mi bloccai, perché mi accorsi che il ragazzo era sparito.

Il cuore continuava a battermi a mille, e iniziai a guardarmi intorno cercando il ragazzo.

"Cerchi me?" Una mano fredda avvolse il mio polso, facendomi rabbrividire.

Alzai lo sguardo, e vidi due scintillanti occhi azzurri fissarmi con una freddezza unanime.

Era un ragazzo di una bellezza da mozzare il fiato, con le labbra piene e i capelli biondi tirati verso l'alto.

"No." Dissi, togliendo la mia mano dalla sua, fredda.

La sua espressione impassibile non si smosse, ed iniziai ad avere paura.

"Abiti alla Grange, vero?"

Annuii, riconoscendo il nome della zona in cui abitavo.

Il biondo scosse la testa, accennando un sorriso divertito "Ora si prendono tutti, anche i puri."

Non parlai, perché non capivo assolutamente nulla di ciò che stava dicendo.

Lui però doveva aver già terminato con le spiegazioni, perché si rimise il cappuccio in testa e iniziò a camminare nella direzione opposta alla mia.

Continuai a fissare la sua schiena muscolosa, pensando a quanti segreti sporchi possano nascondere due occhi azzurri come i suoi.

***

Ashton era tornato a casa tardi quella sera, e io ero già a letto quando la porta di casa si chiuse con un leggero schiocco.

La porta di camera mia era aperta, e lo vidi stiracchiarsi mentre si toglieva la maglietta e il giubbino in pelle.

Ashton era un bel ragazzo, più bello di tutti quelli che avevo visto in orfanotrofio, ma rimasi perplessa nel vedere la sua pelle dopo mesi.

"Sei sveglia?"

Annuii, anche se sapevo che non mi poteva vedere nel buio, ma lui si avvicinò comunque a me, stendendosi al mio fianco.

La sua pelle era bollente contro la mia, e mi dava alla testa sentire di nuovo l'odore di fumo e menta della sua pelle.

"Come è andato il primo giorno?"

"Bene." Sussurrai, mentre lui mi accarezzò i capelli biondi.

Io lo guardai nei suoi occhi verdi, identici ai miei, e ci vidi la stanchezza.

"Non mi mentire."

Infossai maggiormente la testa nella sua spalla, stringendo mio fratello a me "Non parlare, stringimi."

Ed Ashton non se lo fece ripetere ancora, avvolgendomi con le sue braccia muscolose.

"Andrà tutto bene, Becca, ti proteggo io."

Angolo

Buongiorno a tutti❣
Ho aggiornato alla svelta, e spero di riuscire a fare sempre così

È un sabato assolato ma io non ho voglia di uscire, che bella la vita😂

In ogni caso vorrei ringraziare tutte le persone che hanno letto, votato e commentato questa storia❤

Grazie mille❤
A presto,
Giulia

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