Quel teatro, dalla facciata distrutta e impolverata, mi sembrava il classico ritrovo per drogati e barboni.
Ma Luke continuava a tirarmi e alla fine entrai in quel rudere, ed era come entrare in un sogno.
L'interno era ampio e sulla base c'erano due centinaia di poltroncine rosse in fila, al quale si aggiungevano altre centinaia di poltroncine su i due anelli.
Ma fu la vista del soffitto che mi lasciò davvero senza fiato.
Un cielo azzurro era sopra di noi, e centinaia di angeli si affacciavano dagli angoli della cupola come se volessero guardare lo spettacolo sotto di loro.
"È una copia."
Abbassai di colpo lo sguardo, e vidi che Luke mi stava già guardando.
"Che cos'è questo posto?"
Luke scosse le spalle, iniziando a camminare "Questo è il nostro posto, è il Club, qui ci ritroviamo per prepararci alla lotta."
Corrugai la fronte "Quale lotta?"
Luke sorrise, e fece un cenno verso il palco, dove mi sorpresi nel vedere una dozzina di ragazzi prendersi a pugni.
"Perché si stanno picchiando?" Chiesi, spaventata.
Non capivo perché Luke mi aveva portato al Club, o perché voleva proprio me, io non facevo parte di tutto quello.
"Si stanno allenando." Disse, con una tranquillità che mi preoccupava.
Puntai i piedi, bloccandomi, e togliendo finalmente la mano da quella di Luke.
"Perché mi hai portato qui? Perché vuoi me, Luke?"
Luke era ancora davanti a me, fissandomi, e facevo fatica a sembrare coraggiosa.
"È stato lui a portati qui, vero?" Chiese, lentamente "Oh, lo so che è così. Tu non fai parte di tutto questo: tu non sei come gli altri, non sei come me. Tu sei una persona pura, una delle poche rimaste."
Luke lo disse con convinzione, e io rimasi senza parole.
"Voglio andare via da qui." Dissi, iniziando a camminare verso la porta.
Ero spaventata, e non volevo più avere a che fare con tutto quello.
Ma Luke mi inseguì, e sentii presto il mio polso imprigionarsi nella sua mano.
"Lo so che ti può spaventare, ma questa è la realtà. Tu ci devi aiutare, Rebecca."
E lo vidi dal suo viso che non mi stava prendendo in giro, ma davvero non potevo sopportare tutto quello, perché sapevo che mi avrebbe portato dei guai con Ashton.
Ed era l'ultima cosa che volevo.
"Voglio andare via, Luke." Dissi, e finalmente il biondo sembrò vacillare.
"È arrivata la stronzetta della Grange?"
Girai velocemente la testa e vidi Michael Clifford davanti a me, con la sua solita faccia tra lo schifato e il contrariato che riservava solo a me.
"Me ne stavo andando." Dissi, voltandomi ancora verso Luke, che era ancora immobile con il mio polso nella sua mano.
"Lukey, lasciala, lei non è quella giusta."
La fermezza di Luke vacillava, e lentamente sentii la sua presa farsi più leggera.
Tolsi velocemente il mio polso dalla sua mano, iniziando a massaggiarlo.
"Puoi andare, stronzetta." Michael sembrava non vedere l'ora che io me ne andassi, e deciso di accontentarlo.
"Mi dispiace." Dissi, guardando un'ultima volta il viso di Luke, che sembrava una maschera di impassibilità.

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Pure {L.h.}
Fanfiction"È stato lui a portati qui, vero? Oh, lo so che è così. Tu non fai parte di tutto questo: tu non sei come gli altri, non sei come me. Tu sei una persona pura, una delle poche rimaste." Quanti sporchi segreti si possono nascondere dietro ad un paio d...