Capitolo 4

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Mi fiondo giù per le scale e quello che vedo è a dir poco agghiacciante. C'era un ragazzo che stava picchiando una ragazza all'interno di una stanza con la porta socchiusa, per questo riuscivo a vedere la scena. Cammino per il corridoio cercando i "miei genitori" per avvisarli.

I miei genitori? Ma che cazzo ti prende ce ma che schifo.

Devi abituarti ormai, li dovrò chiamare così anche se pure a me fa ribrezzo tutto questo.

Mah...

Non fiatare che devo concentrarmi.

Cammino, cammino e giungo davanti ad una porta, la apro ma non trovo nessuno, ne apro un'altra, ma niente; continuo la mia ricerca finchè vedo una macchina entrare nel garage di casa. Apro la porta ed esco trovandomi Lisa e Marcus davanti.

"Ma quando cavolo sono usciti sti due?! E perchè non mi hanno detto niente?! Dov'erano finiti?!" Penso tra me e me, ma scaccio subito i pensieri.

"Sento dei rumori strani provenire da una stanza, ho visto un ragazzo picchiare una ragazza" dico tutto d'un fiato.
"Avrai fatto un brutto sogno cara" dice Lisa.
"No, ho sentito tutto e ho visto tutto, dovete credermi!"

Nessuno dei due fiata, Marcus ha gli occhi sbarrati mentre Lisa ha lo sguardo interrogativo.
La prendo per un braccio e la porto velocemente in casa; saliamo le scale sempre di fretta e le indico la porta sempre socchiusa.
La apre e rivela un ragazzo alto, muscoloso, pieno di tatuaggi con solo dei pantaloni neri strappati sulle ginocchia.

Mi sa che la ragazza te la sei sognata dato che stava prendendo a pugni un sacco da box.

Dettagli... peró aspetta, chissà cosa ci fa un sacco da box li dentro.

Comunque era bellissimo, un Dio greco e non sapete co-

No ora basta che ti prende?

Lasciami fantasticare una buona volta no?!

Dov'è la Kristina che conoscevo io? Quella che non calcolava le persone?

Ho solo espresso una mia opinione, sono sempre la stessa.

"Bambinetta mi sciupi così" dice il ragazzo.
"Cazzo" sussurro; davvero mi sono imbambolata a fissarlo mentre riflettevo? Cristo aiutami
"Ti ho sentito piccola, non ti preoccupare un giorno anche tu ne avrai un po'" dice indicandosi il corpo.
Arrossisco violentemente e abbasso lo sguardo per non incontrare i suoi occhi verde smeraldo.

Ora arrossisci pure? Torna in te cazzo!

"Sinceramente non ne voglio nemmeno un po' del tuo fisico, se possiamo definirlo tale, ne ho visti di migliori" dico con un tono insicuro.
"Ah si?" dice sorpreso.
"Si" questa volta sembravo più sicura di me.
Subito dopo la mia risposta ho visto un lampo di luce passargli negli occhi ed è stato strano perchè il suo sguardo si fece cupo all'improvviso.
"Meglio perchè non ti conosco e in più per me non vali un cazzo, spero che tu non sia la mocciosa che deve venire a vivere qui, perchè se è così posso assicurarti che diventerò il tuo incubo peggiore" dopodichè sbatte la porta della sua stanza, la chiude a chiave e si rifugia al suo interno.

Rimango immobile, davanti alla sua porta, penso alle sue parole "Per me non vali un cazzo"
"Per me non vali un cazzo"
"Per me non vali un cazzo"
"Per me non vali un cazzo"
Le lacrime minacciano di uscire, così corro su per le scale e torno in camera mia chiudendomi in bagno, apro un cassetto e la vedo.
Eccola li, la cosa che mai mi abbandonerà a sto mondo, la mia cara e adorata lametta.
La prendo e incomincio a tagliarmi scoppiando in un pianto silenzioso; i tagli diventano sempre di più e sempre più profondi.

Fermati, sta uscendo troppo sangue, fermati!

Mi fermo e concepisco di avere il braccio ricoperto di un colore rosso acceso, metto a fuoco l'immagine e cavolo, stavo perdendo litri e litri di sangue.
Mi affretto a cercare un panno, e non appena lo trovo lo bagno un po' e lo adagio sul braccio.
Il sangue cessa di uscire, così decido di mettermi a
dormire, smettendo di pensare alle sue parole, a lui, alla sua bellezza è la perfe-

Zitta e dormi.

Ascolto la mia vocina interiore e dopo pochi minuti mi faccio cullare da Morfeo.

Il giorno seguente

Mi sveglio presto questa mattina, voglio andare in giro per la città da sola.
Prendo il telefono dal comodino e guardo la data sullo schermo
"3 Settembre" sospiro
Manca poco all'inizio della scuola e non ho voglia di andarci, non ho voglia di vedere o di conoscere persone nuove.
Rimuovo il pensiero dalla mente, mi alzo e vado in bagno; mi faccio una coda alta, mi do del fondotinta, mascara e rossetto nude, oggi niente eyeliner.
Torno in camera e apro la porta della cabina armadio; dopo una lunga riflessione sui vestiti da mettere opto per dei pantaloni jeans a vita alta strappati e un crop top nero, come scarpe metto le mie adoratissime nike bianche.
Esco dalla stanza dopo aver preso il telefono, le cuffie e uno zainetto nero dell'adidas.
Vado in cucina e mi preparo del caffè, lo bevo con calma mentre cazzeggio un po' sul telefono.
Dopo averlo finito lo appoggio sul tavolo ed esco.

"Bene bene vediamo dove dobbiamo andare" dico ad alta voce aprendo google maps, il mio salvatore.

Dopo aver sbagliato strada almeno cinque volte riesco a raggiungere la via con i negozi più belli di Miami.

"Diamo inizio al divertimento" dico in preda alla felicità

Dopo due ore

Ho passato due ore a girare per i negozi e mentre stavo camminando sulla via di ritorno, vedo una persona, che non avrei mai voluto vedere...
Era...

Stephen James

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Stephen James

Spazio Autrice
Questo è l'ultimo capitolo per oggi, spero vi sia piaciuto.
Domani pubblicherò 2 o 3 capitoli.
Buona notte a tutti
❤❤❤❤

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