Capitolo 7

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La mia bambinetta.

KRISTINA

Non vedo, non sento molto bene, non posso parlare, non posso muovermi; è una sensazione terribile.
Sento la voce di un uomo che grida qualcosa, poi il silenzio più totale.

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Mi hanno stesa da qualche parte mi sa, forse su un letto, la superficie è molto morbida, ma anche fredda al tatto.
Sento ancora quella voce che dice qualcosa, ma non riesco a capire il discorso per intero; penso che abbia detto "Mi dispiace" e "torna" il resto lo sentivo a tratti e mi era difficile decifrarlo tutto.
Il tutto viene interrotto da un tonfo.

"Vorrei tanto aprire gli occhi" penso

Non puoi

Grazie per l'incoraggiamento eh!

De nada!

"Kristina, amore della mamma, vieni qui"

"M-Mamma?"

"Si tesoro, vieni"

Corro verso di lei e l'abbraccio.

"Cosa ci fai qui? Cosa sta succedendo? Papà dov'è?"

"Tesoro calmati, ho poco tempo prima che arrivi e ti devo parlare"

"Arrivi chi?!"

"Non ti preoccupare, comunque devi tornare dalla tua nuova famiglia, devi combattere, devi farcela; sei una ragazza forte e se ti metti in testa che tu qui non puoi stare vedrai che tornerà tutto alla normalità"

In quell'istante sento qualcosa toccarmi la mano, un respiro irregolare sul mio collo, ma lascio perdere.

"Ma io voglio stare qui con te, con papà, insomma siete voi la mia famiglia non loro"

"Mi vuoi vedere felice?"

"Certo mamma, certo che si"

"Allora vai, torna da loro"

"Mamma no questo no"

"Non ho più tempo, sta arrivando, devi andare mio piccolo angelo"

"Chi sta arrivando?!"

"Combatti mio piccolo angelo e vai prima che sia troppo tardi"

"Mamma!"

Non la vedo più.

"MAMMA!"

La richiamo ma non c'è non torna.
In lontananza vedo della luce, ripenso alle sue parole "Mi vuoi vedere felice allora vai da loro" e inizio a correre.
La luce si fa minore quindi aumento la velocità.
Sono vicina, manca poco

"Spicca il volo mio piccolo angelo" dice mia madre dall'alto

"1 2 3" dico

Mi butto e...

STEPHEN

Mi sveglio di colpo, sento Kristina muoversi, non so se essere felice o preoccupato, corro, apro la porta e chiamo subito un dottore.
Mi lasciano fuori come sempre.
Passa un'ora, due ore finchè il dottore non riapre la porta.

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