JOKES ON YOU

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Sono passati millenni dalla scorsa volta che l’ho fatto, ma finalmente torna un capitolo interamente (quasi) nella testa di Mr. J! Tempo verbale al presente. Come l’ultima volta, spero che la cosa non vi infastidisca in qualche modo! Buona lettura!

 
JOKER (POV)

"I started a joke, which started the whole world crying…but I didn’t see…that the joke was on me"

“Una beffa” penso allungando le gambe lungo la lastra di cemento. È gelida, come i pensieri che mi affollano la mente. Sono qui sotto da troppo tempo, inizio a spazientirmi e insieme alla pazienza mi sembra di perdere anche tutto il resto. I contorni delle cose si confondono con quello che le circonda…sento un dolore acuto trafiggermi la testa.
Ero certo di aver visto la verità nelle parole del caro vecchio Bruce, pochi minuti prima che esalasse l’ultimo fastidioso respiro. Se non fossi stato assolutamente certo che mi stesse dicendo il vero non gli avrei certo permesso di morire!
“In ogni caso adesso è morto, andato, muto. Inutile”. Mi sistemo i capelli luridi all’indietro e non posso fare a meno di provare l’impulso di sbattere la testa contro il muro dove mi sto appoggiando. Lo reprimo con una certa fatica e mi alzo in piedi, iniziando a camminare avanti e indietro, lungo il tunnel della metropolitana tra Avenue Road e Kingsway. Non era lontano dal punto in cui mi trovavo quando ho incontrato Brucy. L’unica cosa che temo è che loro siano già passati. Che mi abbiano preceduto.
“Una beffa”
Scaccio quel pensiero con un grugnito e digrigno i denti. Un istante dopo sento un rumore e mi blocco.
-Che pensi di fare? Non hai un piano…non hai niente- Dice una voce bassa e macchinosa. La conosco fin troppo bene, e per una volta, so perfettamente che non è reale. Mi succede…spesso.
Mi volto e lo cerco con lo sguardo un po' dappertutto, senza riuscire a capire dove si trovi quello stronzetto volante. Inizio a ridere sommessamente, una risata nervosa, che mi strazia l’anima ad ogni stridula nota.
-Fatti gli affari tuoi…non hai niente da fare in quella fogna che ti preme tanto salvare? Nessuna gatta2 da pelare? Mmmh?-
-Non cambiare discorso Joker…non stiamo parlando di me-
Sbuffo e mi batto le mani sulle cosce –Ah…e illuminami, da quando sei tu a decidere l’argomento di conversazione, Batsy?-
Non risponde e per un lungo, assordante istante se ne resta zitto.
-Perché tutto questo? Perché te la vuoi riprendere? - Dice all’improvviso e la sua voce cambia, non è più la voce del pipistrello. E’ la mia voce.
Ah! Il bello della follia. Non smette mai di sorprenderti. E’ divertente, non potrei mai sopportare di vivere una vita grigia e normale…mi farebbe comunque uscire di testa!
Getto la testa all’indietro e ci penso su, ma non so trovare una risposta a quella domanda. La rivoglio e basta. Non mi va che altri si godano ciò che è mio di diritto! Lei è mia…MIA!
-E che farai se non vuole venire via con te?- Ridacchia la voce. E’ di nuovo bassa e distorta. Non riesce proprio a fare a meno di me…
Stringo i pugni finché non sento le unghie conficcarsi nei palmi delle mani. Ho voglia di prenderlo a sprangate…sarebbe un modo decisamente poco elegante per chiudere il rapporto che c’è tra noi, ma farebbe bene ai miei nervi. L’ultima volta ha funzionato, con il suo amichetto3.
Sorrido al ricordo e finalmente ogni strisciante dubbio scompare –Se non vuole…venire via con me?! Sono tutto ciò che ha…dietro di se ha lasciato una scia di sangue, NON PUO’ TORNARE INDIETRO…e TU, TU SAI DI AVER PERSO…tornatene nella tua tana, o quello che è, e aspettami…manca poco…- La frase rimane sospesa nell’aria e dopo qualche secondo capisco che se ne è andato, così riprendo a camminare avanti e indietro lungo il tunnel, ma sono calmo adesso. Devo solo aspettare…aspettare…aspettare…
“…………………..”
 
Calma innaturale. I battiti del mio cuore si succedono regolari. Tendo le orecchie ad ogni minimo rumore; credo di sentire perfino il suono dei passi dei topi che infestano questo schifo di posto. Tutto questo mi irrita, mi infastidisce. Non resto mai calmo per troppo tempo…c’è sempre qualcosa che non riesco a controllare…qualcosa che mi fa prudere il cervello.
E’ passata quasi un’ora, e so che sto per esplodere. Mi sento più simile al me stesso di dieci anni fa che a quello di quarantott’ore prima. Meno costruito e impostato…ho solamente voglia di uccidere uccidere uccidere. Non importa chi, non importa come. Solo uccidere, per il semplice gusto di farlo. Non. Va. Bene.
Certo, uccidere il cecchino non sarebbe male. Mi sfugge una risatina, e un attimo dopo li sento.
Le voci. I passi. Sono loro.
Non tento minimamente di nascondermi. Semplicemente li aspetto, tastandomi la tasca sinistra per assicurarmi che l’unica cosa che posso usare contro di loro sia ancora li.
“SONOARRIVATISONOARRIVATISONOARRIVATI”
“DOV’E’LEI?!”
Il primo che riesco a vedere distintamente è un tizio grande e grosso, con una barba imbarazzante e un cappotto orrendo che sghignazza. Vicino a lui, vittima di una sua probabilmente orrenda battuta, è una donna con una maschera bianca davanti al viso. Alzo gli occhi al cielo.
-Ma che diavolo…Flag!- Urla quel tipo non appena mi vede. Un istante dopo, vedo Harley, seguita a ruota dal nostro uomo con il grilletto facile. Mando giù la bile che mi risale dallo stomaco e alzo le mani, assumendo un’espressione innocente.
Harley si guarda intorno, un po' allampanata, e infine mi vede. Punto gli occhi dritti dentro i suoi, solo così so di averla in pugno.
-…PUDDIN!!! SEI VIVO!!!- Esplode di gioia, e la sua vocetta squillante si incrina sul finire della frase. Quel nomignolo mi fa drizzare i capelli sulla testa, ma non posso ammazzarla ora. Stacca una corsa verso di me, un attimo prima che il cecchino allunghi le sue manacce e la blocchi. Troppo vicino a sé.
Ringhio, iniziando a camminare verso di loro, le mani sempre alzate. Noto che c’è anche il vecchio Croc. Ho un paio di storielle divertenti su di lui piantate in testa.
-Tieni le mani sopra la testa!- Mi urla un tipo che pensa di essere tutto d’un pezzo, ma che in realtà mi ricorda uno stoccafisso. Immagino sia Flag, la babysitter. Mi punta la pistola addosso e crede di…spaventarmi? Non ha seguito la mia carriera.
-Non agitarti bellezza…non ho intenzione di interrompere…qualunque cosa stiate facendo. Voglio solo LEI- Mormoro, senza staccare gli occhi da ciò che è mio, aprendomi in un sorriso quando noto che Harley tenta di divincolarsi dalla stretta di quel rammollito. Sposto lo sguardo su di lui –Tu sei Deadshot, giusto?-
Lui annuisce –Non vogliamo guai-
“Questa l’ho già sentita…”
-Oh, perfetto! Perché non ne voglio neanch’io…non mi piace quando i piani non vanno come previsto…- Con un movimento fulmineo estraggo la granata dalla tasca, e gli occhi di tutti saettano verso la mia mano che la stringe -…quindi…datemi quello che è mio, e andrà tutto benissimo…sarà perfino noioso per quanto andrà bene-
Il tipo barbuto si accosta a Deadshot e mi lancia un’occhiata preoccupata –Lasciala andare amico, questo qui non scherza-
-Qui comando ancora io!- Li interrompe lo stoccafisso, Flag –Sono spiacente…non te la posso dare. E’ sotto la mia custodia-
Lo zittisco con un gesto della mano. Non è lui che mi interessa.
-Oh, beh…- Mi avvicino ancora, e ormai sono a un metro da Deadshot e Harley, che continua a guardarmi con un’espressione di assoluta venerazione negli occhi. La ignoro deliberatamente -…se le cose stanno così…allora forse è il caso che tu la uccida-.
Guardo Deadshot dritto negli occhi, mentre lei sobbalza e le sfugge una risatina nervosa.
-Un attimo fa te la volevi riprendere, ora vuoi che la uccida? - Sembra confuso, e la cosa mi diverte parecchio –Sei completamente matto-
-Così mi offendi! - Piagnucolo, mettendo il broncio. Un istante dopo scoppio in una risata convulsa. L’espressione che ha stampata in faccia è a dir poco ESILARANTE! –Sei un sicario, no?! Posso pagarti bene…se le pianti un proiettile in testa ORA-
-Non uccido donne e bambini, mostro- Sputa fuori tra i denti, dopo aver lanciato un paio di occhiate preoccupate in giro.
“BLABLABLABLABLABLABLA…”
E’ proprio la risposta che mi aspettavo…faccio un paio di passi in avanti e mi ritrovo ad un palmo dal suo naso. Harley è appena sotto il mio mento, e sento il suo profumo entrarmi nelle narici.
-Sei un criminale di seconda mano, Floyd…uccidi per soldi, e ti perdi tutto il divertimento…- Lui spalanca gli occhi quando pronuncio il suo vero nome -…ma la cosa più disgustosa di tutte, è che sei un sentimentale…-
-Mr. J…io vengo con te!- Mi interrompe Harley –Non sei più arrabbiato con me vero?-
Le lancio un’occhiata storta.
-Nessuno andrà da nessuna parte!- Flag si intromette di nuovo e avanza verso di me, senza abbassare la pistola –Adesso vattene, oppure ti faccio esplodere la testa-
-Flag!? Non dirai sul serio?- Grida Harley, ma sono stufo di tutta questa pagliacciata. E’ durata fin troppo. Non sono disposto a perdere altro tempo per lei…aspetterò che la riportino in prigione e poi farò a modo mio…
-In realtà pensavo di essere io quello che tra poco farà esplodere qualche testa, tra…diciamo…tre secondi!-  So che non mi spareranno, questa gente dell’esercito non capisce mai quando è il momento per stroncare un’esistenza. Lancio la granata a terra e arretro velocemente, approfittando della loro sorpresa.
-Bye bye!-
 
? (POV)
 
“Devo…devo tornare a Gotham…” Penso, trascinandomi in giro, senza sapere dove sto andando. Senza più una certezza. Non morirò…no, non tutti sono così fortunati.
Mi chiedo cosa dirà lei, quando vedrà in che condizioni sono…mi vorrà ancora?
“Lei capirà…lei ha sempre capito”
Affretto il passo per quanto mi sia possibile. Devo trovare un’auto.

LIVE FOR HIMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora