GRIGGS (POV)
Mi tolsi l’elmetto con uno strattone, e mi feci male. Non ci feci caso. Respirai profondamente appoggiato al muro freddo e ruvido di uno dei tanti corridoi di cui si componeva Belle Reve e mi guardai intorno per verificare che non ci fosse nessuno. Mi ero spinto troppo oltre. “Sono fottuto! Dio!”
Prima c’era stato quello “spiacevole” episodio con Deadshot, quando quella pazza della Waller e l’altro tizio, Flag, avevano pensato bene di mettergli una pistola carica tra le mani…Era passata più di una settimana, eppure le ginocchia mi tremavano ancora al ricordo di quell’arma puntata alla mia testa.
Poi, due notti prima, l’incontro con Joker. Non potevo ancora crederci! Ma che mi era saltato in mente?! Fare lo stronzo con la sua donna…dovevo immaginarmi che in qualche modo il clown l’avrebbe saputo e me l’avrebbe fatta pagare. Rabbrividii, la fronte imperlata di sudore freddo, quando le immagini di ciò che mi aveva fatto iniziarono a scorrere, vivide e spietate, davanti ai miei occhi.
-Non vedo l’ora di mostrarti i miei giocattoli! - Aveva detto, con un sorriso da far gelare il sangue a chiunque. Aveva tirato fuori un rasoio e me lo aveva appoggiato sulla parte bassa della gola.
-Lo sai, Griggs…non mi piace che qualcuno tocchi la mia roba…perché è MIA! Sono un tipo piuttosto possessivo…- E mi aveva fatto scorrere la lama sulla pelle; ma non c’era quasi pressione. Mi stava tagliando superficialmente, ma faceva male comunque. Lo avevo fissato con occhi sgranati, attendendo il momento in cui avrebbe smesso di giocare e mi avrebbe squarciato la gola.
-Ho ucciso per molto meno, specialmente i vermiciattoli come te…ma purtroppo, si dà il caso che io abbia bisogno di te al momento. NON E’ COMICO?!?- Aveva staccato il rasoio dalla mia pelle per un istante, lasciandomi un attimo per cominciare a sperare. Niente di più sbagliato. Aveva posizionato la lama esattamente nel punto di prima e aveva ricominciato a tracciare la stessa linea, da sinistra a destra, sulla pelle della mia gola. Le lacrime avevano iniziato a bagnarmi le guance e il suo sorriso si era allargato. Quei denti metallici mi davano il voltastomaco.
Non so quanto fosse andato avanti con quella lenta tortura…ma alla fine mi aveva lasciato andare con una pacca sulla spalla e ricordandomi di dare quel telefono ad Harley. Un taglio superficiale sulla gola, mi ero messo a frignare come un bambino…
In che razza di guaio mi ero messo?? La mia famiglia…erano tutti in pericolo, non riguardava solo me! Tutto quello che potevo fare al momento era eseguire esattamente gli ordini che quel pazzo mi aveva dato e sperare che Harley non se la fosse presa troppo per le cose che le avevo fatto. “A volte…non sempre, non le ho fatto quasi niente in fin dei conti!”.
-Capitano!- La voce di Rodriguez che correva verso di me con il telefono in mano mi riportò alla realtà.
Mi staccai dal muro e gli andai incontro, ignorando la fitta di dolore al collo -Griggs-
-E’ in corso un attacco terroristico a Midway City. Rispondiamo con la Task Force X. Liberateli! - Fece un uomo –Seguite la procedura. E’ in arrivo un aereo a Belle Reve, metteteceli dentro entro un’ora-
-Ricevuto- E riagganciai senza tanti giri di parole.
-Quindi se li prendono davvero?! Sono criminali e mostri, come pensano di tenerli a bada? - Mi chiese Rodriguez, mentre ci dirigevamo correndo verso l’uscita del corridoio.
-Nano bombe, c’è un’equipe medica pronta a impiantarle nel collo di ognuno di loro. Un regalino dei laboratori Van Criss, della Wayne Corporation. Rodriguez, organizza una squadra di dieci uomini per ciascuno dei detenuti da liberare. Quindici per Croc. Vai, io arrivo subito-
-Si signore- E si allontanò velocemente, mentre io passavo dal mio “ufficio” a prendere quel maledetto telefono da dare a Harley. Avevo scorto la paura negli occhi di Rodriguez, poco prima…ma lui non sapeva cosa fosse la vera paura, non aveva mai visto il suo sorriso.
HARLEY QUINN (POV)
-Mr. J…Mr. J...Puddin, Puddin Puddin Puddin Puddin Puddin!- Canticchiai, volteggiando col mio nuovo giocattolo.
-Sta zitta! Dio! Non fai che cantilenare da ore!- Sbraitò una delle guardie, puntandomi la pistola addosso. Volteggiai più velocemente e feci un paio di capriole, sospesa a mezz’aria –Dai spara! Vediamo se mi prendi!- Attesi un istante, solo per vederlo riabbassare l’arma, premersi l’auricolare all’orecchio e annuire. Lo stesso fecero anche tutti gli altri. L’entusiasmo scemò velocemente –Perché non spari?? Ci sei? Con chi parlate?-
Mi ignorarono. “Che noia!” Pensai, scendendo a terra e sedendomi in un angolo della gabbia. Quasi sei mesi rinchiusa li e nessuna traccia del mio tesoro…lo avrei mai rivisto? Quanto mi mancava…
Sempre le stesse facce serie e noiose. L’unica faccia nuova che avevo visto in tutto quel tempo era stata quella donna. Una donna di colore che era venuta una decina di giorni prima. Mi aveva guardato per un po', da lontano, attraverso le sbarre, ed io avevo guardato lei. Poi se ne era andata, senza nemmeno dirmi “Ciao”! Peccato, sembrava simpatica. Avevo proprio bisogno di un’amica!
Dopo un istante, sentii un rumore. Ritmato e in avvicinamento. Un rumore che conoscevo bene.
“FINALMENTE!” Pensai “SONO VENUTI A GIOCARE!”. Tirai fuori la penna che tenevo ben nascosta e me la infilai tra i capelli, un attimo prima che entrasse quell’imbecille di Griggs, seguito dai suoi soldatini, e desse l’ordine di ammanettarmi.
Mi voltai di scatto, le mani alzate e l’espressione innocente –Hey io sto collaborando! Non vedete? Sto facendo la brava!- Dove mi portavano stavolta? Dalla cella alla gabbia…il prossimo step? In un acquario?
“Non importa, prima ci divertiamo un pò” Pensai sorridendo, appena il tipo si avvicinò e mi prese una mano, intenzionato a mettermi le manette. “Non penso proprio, carino!”
Con un movimento fulmineo gli afferrai il braccio e glielo sbattei a terra, approfittando della sua sorpresa e del fatto che fosse piegato su se stesso per sferrargli un calcio nello stomaco. Lo lasciai andare e feci una capriola sulle mani, per atterrare all’altezza delle ginocchia sulle spalle di un’altra guardia e fare leva sulla pancia per tirarmi su. Finalmente un po' di sano divertimento! Se Mr. J avesse potuto vedermi ora…
Avevo poco tempo, sapevo che mi avrebbero tramortito da un momento all’altro, sentivo Griggs urlare ordini a destra e a sinistra. Estrassi la penna dai capelli e quando il tizio a cui ero appesa cadde a terra, gliela piantai in un occhio “Ops!”.
Un istante dopo, una scarica elettrica che mi percorreva tutto il corpo. Ancora quel dissuasore elettrico! Che noia.

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LIVE FOR HIM
Fiksi Penggemar-Non va bene. NON VA BENE!- -Co-cosa non va bene?- Balbettai in preda al panico. Lasciai il registratore sulla scrivania, mi alzai in piedi e andai verso di lui. -Non ti fidi di me, Harley!?- Ringhiò, gli occhi infossati che mi incenerivano e nello...