Capitolo 15

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DUE ANNI PRIMA:

Ogni anno i rappresentanti dell'istituto organizzano la cogestione e la festa finale natalizia.

Almeno una cosa buona la fanno.

Osservo appoggiato alla porta dell'aula il corridoio pieno di studenti che vanno nelle altre classi a fare gli auguri di Natale ai loro amici, professori...

Quanta falsità. Stanno dalla mattina alla sera a sparlarsi, odiarsi e ora tutti si vogliono bene.

Non capirò mai il genere umano.

Decido di andare a cercare Aurora, ma improvvisamente vengo preso per il collo della camicia da una ragazza, che di naturale in volto non ha nulla per i chili di trucco.

"Ehi Luca, che fai? Che dici se io e te ce la andiamo a spassare in bagno? Così ti dò il mio regalo di Natale", chiede con fare civettuolo Lucia, una compagna di classe di Aurora che mi sono sbattuto all'inizio dell'anno.

Essì, oggi giorno ci sono molte ragazzine di 15 anni che non si fanno scrupoli a dartela facilmente.

Basta un sorriso e cascano ai tuoi piedi.

Ma questo è accaduto prima di incontrare Aurora.

"Ora no" rispondo secco.

"Va bene tesoro, se vuoi, sai dove trovarmi", dice per poi andarsene.

Mi affaccio nella classe di Aurora, che si trova affianco alla mia, ma di lei non c'è nessuna traccia.

Faccio per andarmene ma vado a scontrarmi contro qualcuno.

È lei.

"Ma vuoi stare attento?"

"Stizzinosa?"

Alza gli occhi al cielo dirigendosi verso la sua classe ma le impedisco di entrare mettendomi davanti alla porta

"Fammi passare"

"Sei bianca", dico indicandole la maglia e il pantalone.

"Che?", chiede perplessa.

"Sei vestita tutta di bianco... sembri...", faccio per pensarci e poi dico

"Un Angelo!"

"Tu sei matto", dice cercando di spostarmi, invano.

Vedo entrare dalla finestra del corridoio un raggio di sole che la illumina, risaltando ancora di più il verde dei suoi occhi e i capelli biondi cenere che diventano del tutto biondi.

"Ecco, ora sembri proprio un angelo. Da oggi in poi ti chiamerò sempre così", dico arrotolando una ciocca dei suoi lunghi capelli attorno al mio dito.

"E io ti chiamerò rompi palle", dice tirandomi con forza facendomi uscire dall'aula.

Certo che la ragazza è forte!

Mi allontano dal corridoio con un sorriso da ebete e vado verso il bagno per fumarmi una sigaretta.

"Oh Luca, ci sei pure tu", dice Manuele, il mio migliore amico, dandomi una pacca sulla spalla.

Quello che non dimentica il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora