Capitolo 20

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"Secondo me dovresti togliere questo beige dalle pareti, sa di vecchi", dico a Luca che mi guarda con la fronte corrugata.

"Non so se a papà andrebbe bene... papà? Tu che dici?", gli chiede Luca.

"Per me tutto ciò che dice Aurora è Vangelo. A che colore avresti pensato, figliola?", mormora Michele camminando per la stanza.

"Secondo me bordeaux, renderà, grazie ai raggi del sole, la stanza più luminosa e calda nelle giornate fredde", rispondo mordendomi l'interno guancia.

"Ottimo idea", dice Michele dandomi il cinque.

Vedo Luca chiudere gli occhi a fessura il che mi fa sorridere.

Mi avvicino a lui lasciandogli rumorosamente un bacio sulla guancia.

"Mmh...", alza le sopracciglia e con il braccio mi avvolge la vita stringendomi forte a lui.

"Sei geloso di tuo padre?", sussurro nel suo orecchio.

Fa per pensarci e poi con la testa prima fa cenno di sì e poi no facendomi scoppiare a ridere.

"Che ne dite se andiamo da Ikea a comprare qualche mobile nuovo?", suggerisce improvvisamente Michele guardandosi attorno.

"Credo sia una splendida idea. Andiamoci subito!", mi allontano da Luca prendendo sotto braccio suo padre che, con un sorriso in volto, annuisce e insieme ci dirigiamo verso l'uscita.

"Ma...", mormora Luca che è rimasto nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato.

"Tu non vieni?", chiedo facendogli l'occhiolino.

Alza gli occhi al cielo e, sorridendo, ci raggiunge.

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La predisposizione delle stanze di casa sua è molto simile alla mia.

Quando si entra c'è un grande salone le cui pareti sono colorate di un bordeaux su cui sono affissi quadri astratti che rendono la sala più calda e accogliente.

Sul parquet, al centro, si trova un persiano sovrastato da un lampadario di cristallo che riflette la sua luce su un tavolino di vetro posto vicino al divano a isola di pelle nero.

Alle sue spalle una scala a chiocciola  scorre fino al piano superiore, dove probabilmente ci saranno le camere da letto, visto che al piano inferiore noto soltanto la cucina e una porticina di legno color ciliegio.

Non sento nessun rumore, se non quello del vento che soffia all'interno della casa facendo sbattere le finestre della cucina, dalle quali si notano gli alberi del giardino del palazzo.

Siamo soli in casa e questo mi fa sentire ancora di più in imbarazzo.

Quel fastidioso silenzio viene interrotto da Luca, che ha ancora indosso l'accappatoio, dicendomi

"Accomodati e fa come se fossi a casa tua. Vado a vestirmi e sono subito da te"

Lo vedo sparire di sopra e, come suggeritomi, mi siedo sul divano aspettando che ritorni da me.

Mi piace qui.

Tutto ciò che mi circonda mi sembra familiare e questo mi fa sentire a mio agio.

Quello che non dimentica il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora