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Ogni persona normale sarebbe scappata, andata a chiamare le infermiere ma io decisi di rimanere lì con lei..finché non si sarebbe calmata un pochino.

Mi avvicinai, le presi la lametta dalle mani e l'appoggiai sul lavandino; le lavai le braccia, avvolsi i polsi e gli avambracci con delle bende e la riaccompagnai in camera.

Non disse niente, nemmeno una parola, stava zitta e camminava.

Arrivate alla stanza si sedette sul letto con la testa bassa; avvisai un medico di ciò che era successo che si scusò immediatamente per il disturbo.

Andai a salutare quella ragazza, dovevo tornare da Marco, le misi una mano sulla spalla e la tranquillizzai.

-Hey, andrà tutto bene, non ti preoccupare.

Le dissi sorridendo.

Non ebbe alcuna reazione, stava lì con la testa bassa.

Mi girai e mi diressi verso la porta quando sentii qualcuno tirarmi il braccio.

Era lei.

Aveva gli occhi lucidi, stava provando a dirmi qualcosa ma non capivo bene cosa.

-Sei agitata?

Scosse la testa a destra e a sinistra per negare.

-Non ti trovi bene qui?

Anche questa volta negò.

-Non vuoi che me ne vada?

La ragazza annuì.

-Verrò anche domani, promesso.

Sul suo viso apparve quello che sembrava un sorriso, un sorriso molto insicuro.

Save me.||TheMark||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora