Suicide squad al completo.

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-Bene, siamo arrivati.

Gionata spalancò la porta di casa e ci fece entrare.
Cavolo, che bella.
Non era per niente grande, ma cavolo se era bella! Diego ha proprio dei buoni gusti.

-Sai, non pensavo cambiassi idea così rapidamente.

Aggiunse.

-Sta zitto, capelli daltonici.

Dissi guardando la casa.
Cazzo, mi ammagliava come se fossi una bambina immersa in un negozio di caramelle. Un qualcosa di stupendo.

-È di vostro gradimento?

Disse una voce mentre veniva nel salone: Mario.

-OH CAZZO JAJA!

Disse venendomi incontro, mi abbraccio' in un modo dolcissimo, non ci vedevamo da anni.

-Mario, mi sei mancato.

Dissi quasi con le lacrime agli occhi, e infatti, mi misi a piangere.

Io, Diego, Gionata e Mario eravamo un gruppo di quelli uniti a morire.
Non c'era giorno in cui non stessimo insieme, facevamo tutto assieme, se tocchi uno, tocchi tutti.
Purtroppo, tutto finisce.
Eravamo un gruppo così bello, ma con un lato oscuro: lo spaccio.
La pula ci beccò, già bella merda, i nostri parenti pagarono la cauzione e ci divisero. Ma oggi, nessuno sa che siamo insieme. I miei sanno che sono a casa dei genitori di Diego, i genitori di Diego sanno che siamo in un altro appartamento dall'altra parte di Cogoleto, Mario e Gionata vivevano indipendentemente.
Dio solo sa quanto mi sia mancata questa atmosfera. Ma niente più spaccio.

-Beh ragazzi, se vogliamo stare tutti insieme, niente più cazzate!

Disse Gionata.
Tutti noi applaudimmo a quelle sante parole.
Aveva ragione.

-Sistemate le vostre cose, le camere sono al piano di sopra fate quello che volete. Per una settimana l'atmosfera è questa.

Disse Diego.

-Sarà una settimana indimenticabile.

Dissi io.
E dovrà essere così, obbligatorio.

Mentre sistemai le valige qualcuno bussò, anche se la porta era aperta. Mi giro: Gionata.

-Senti jaja, stasera qui vicino in un locale c'è una festa, ti va di venire? Noi ci andiamo.

-Tu coglione che me lo chiedi anche.

Risposi io.
Io alle feste ci sono sempre andata, beh nel mio piccolo ma loro lo sanno che ci sono andata.

-Ah bene, pensavo fossi stanca per il viaggio.

-Non sono mai stanca.

-Vedi che ci ritiriamo tardi...

-Non sono stanca, cazzo. Se mi viene sonno sono libera di andarmene.

Urlai.

-Va bene, non scaldarti.

Borbottò lui.

-Sei tu che mi rendi irascibile! Va via!

Continuai ad urlare.
Il ragazzo confuso si giro' e andò via.
Che cazzo ho detto.

Giovani per sempre.|SferaebbastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora