La realtà è l'essenza del "mai una gioia" ✔️

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Ero nel mio letto. Guardai l'ora sulla sveglia posta sul comodino alla mia sinistra: le 3.45.
Non avevo cenato la sera prima e il mio stomaco stava brontolando come un vulcano in eruzione.
Nonostante la fame preferii non andare in cucina a fare uno spuntino perché avrei dovuto scendere le scale rischiando così di svegliare i miei genitori e mio fratello, che stavano beatamente dormendo.

Rimasi sdraiata a pancia in su sul mio letto a guardare il soffitto della mia camera e dopo un po' mi resi conto che faceva molto caldo e che il condizionatore era spento.

Mi alzai e aprii la finestra, nella speranza di rinfrescarmi con la brezza notturna; la tapparella era già alzata e potei osservare il cielo, splendido e maestoso come sempre. Purtroppo non si vedevano molte stelle a causa delle nuvole solitarie che solcavano il cielo, così mi appoggiai sul davanzale della finestra e mi concentrai sulle poche stelle che si intravedevano tra una nuvola e l'altra.
Notai una stella cadente e mi venne in mente quello strano sogno sulle Gemme dell'Infinito che avevo fatto appena una settimana prima.

E se non fosse stato un sogno?

Gli Avengers e tutto ciò legato all'universo creato dalla Marvel sembrava aver preso inspiegabilmente vita. Un sogno che diventa realtà praticamente, eppure avvertivo una stonatura in questa meraviglia. Se davvero non l'avevo sognato, perché le Gemme erano davvero davanti a me quella sera? Che centravo io? Inoltre, era risaputo che le Gemme fossero 6, ma ce n'erano solo 5, dunque dov'era la sesta? Se tutto fosse reale cinque delle più grandi energie dell'universo erano state 'assorbite' da me. Assurdo. Totalmente, follemente impossibile.

Facciamo il punto della situazione: mettiamo caso che sia accaduto veramente e che adesso io sia una sorta di contenitore per le Gemme dell'Infinito: tenendo conto che esse donano un grande potere a chi le possiede, per cui bisogna essere cauti nell'usarlo, si tratterebbe di energia pura, pilastri dell'universo stesso in grado di distruggere l'utilizzatore stesso se esso non è 'adatto' a contenere il loro grande potere, ma tecnicamente io non dovrei avere problemi visto che dovrei già essere bella che morta da una settimana. Come ragionamento non fa una piega.

Ma perché io? Quello era ciò che più mi premeva scoprire.

Il desiderio però stava iniziando a crescere in me, impetuoso, travolgente come la marea: la curiosità era una brutta bestia, senz'ombra di dubbio. Con tutti i se e tutti i ma del mondo e la coscienza più pesante ogni minuto che passavo arrovellandomi su quel dilemma, sospirai esausta. Era un bel grattacapo, peggiore dei sudoku. Le domande si erano accumulate in fretta nella mia testa, e non c'era nessuno a potermi dare le risposte che cercavo.

Chi fa da sé fa per tre.

Un ottimo consiglio. Ma a quale delle tante domande avrei potuto darmi risposta da sola?

Chiusi gli occhi e svuotai la mente. Prima di tutto, dovevo fare ordine fra i miei pensieri, visualizzare con chiarezza i miei dubbi e le conseguenti domande. Prima di tutto: quello in cui vivevo attualmente era l'universo Marvel e, legata a questo quesito, il seguente: ho davvero assorbito le Gemme dell'Infinito? E poi: come è potuto succedere tutto questo? E ancora: perché io?

Questo era ciò che più mi chiedevo. L'unica cosa che potevo scoprire per conto mio era verificare se possedessi o meno il potere delle Gemme. Quello sarebbe stato il punto su cui avrei lavorato al più presto, non potevo permettermi il lusso di sprecare tempo, non se, cosa alquanto ovvia -descrivibile come ordinaria amministrazione, o anche routine quotidiana- i guai più grossi rischiavano di travolgermi: se davvero possedevo le Gemme e mi trovassi all'interno dell'universo Marvel, c'era la possibilità che qualcuno fosse interessato ad esse, e tutti sappiamo a chi mi riferisco.

Sospirai nuovamente, grattandomi la testa. Mai una volta che le cose fossero facili e si risolvessero in fretta. Era come il momento cruciale di suspense in un film, o come quando i tuoi amici ti tengono sulle spine aspettando a rivelarti ciò che più aneli. Era snervante.

Tornai nel mio letto cercando di addormentarmi, ma senza successo. Troppi pensieri mi frullavano per la testa, e peggio ancora l'agitazione mi stava logorando, ma al tempo stesso la curiosità di conquistare la verità mi elettrizzava, ero eccitata come non mai, da brava nerd qual'ero.

La curiosità però uccise il gatto, perché voleva sapere se davvero aveva nove vite: praticamente la descrizione della mia situazione, o meglio del mio intuibile futuro; "ma la soddisfazione lo riportò in vita", così recita il proverbio.

E come si dice, la curiosità è donna.

E così, la curiosità ebbe il sopravvento su tutto il resto, sulla paura soprattutto: paura di conoscere la verità, paura di ciò che sarebbe potuto avvenire in qualsiasi momento, paura di ciò che comportava un simile potere. Ero piuttosto irrequieta, mi chiedevo come avrei fatto a controllarlo e a evitare di ferire qualcuno. Questo mi ricordava uno, se non il più grande insegnamento mai ricevuto: da un grande potere derivano grandi responsabilità. Parole sante Spiderman.

E così, mandai elegantemente a fanculo il mio scetticismo e le mie riserve, permettendo anche al mio lato nerd di risvegliarsi. Se davvero potevo usare il potere delle Gemme, allora ero invincibile, ma soprattutto, mettiamo caso che gli Avengers esistano, così come i Nove Regni, gli X-men, i Guardiani della Galassia... Che figata pazzesca!

Mi decisi a tornare a letto, accompagnata dalle soavi note della colonna sonora degli Avengers. Nulla di più appropriato a ciò che mi aspettava.

Mi rilassa e nel giro di pochi minuti caddi in un sonno profondo e, per la prima volta, privo di sogni.





La mattina seguente...

Mi svegliai di colpo. Una strana sensazione, un misto di calma e allerta e allo stesso tempo di rabbia e tranquillità mi aveva avvolta e svegliata.
Era già mattino e nel giro di due giorni sarebbe ricominciata la scuola.
Come riflettei la scorsa sera, non avevo tempo da perdere, dovevo subito scoprire se avevo qualche potere conferitomi dalle Gemme.

Feci velocemente colazione e mi vestii; uscii col pretesto di fare un giro in bici, avvertendo mia madre che sarei andata al solito posto. Avvertivo la sensazione che ci avrei passato molto, molto tempo.

«Ilaria! Prendi lo spray per le zanzare!» mi urlò mia madre.

«Sì! Starò via un paio d'ore, ciao!» le risposi, sperando in cuor mio che fossero sufficienti.

Iniziai a pedalare ma dovetti ritornare indietro perché mi ero dimenticata il cellulare, giustamente!

Non sia mai che un adolescente vada in giro senza! Maledetta la mia fretta.

Andai alla mini-foresta e come al solito non c'era anima viva.
Mi addentrai nella boscaglia per ripararmi dagli occhi indiscreti di eventuali visitatori, dopodiché ripetei mentalmente i poteri delle Gemme: mente, realtà, spazio, tempo, potere, anima. Il problema che mi posi in quel momento fu identificare quali delle Gemme erano in mio possesso.

Provai a ricordare i colori delle luci che avevo visto quella sera e li collegai ai poteri delle Gemme, facendo riferimento ai film che avevo visto e sperando di non dovermi rifare alla cultura di cui ero quasi completamente priva delle informazioni contenute invece nei fumetti: Rosso è realtà, viola il potere, azzurro lo spazio, giallo la mente.

Non conoscendo i colori delle Gemme del tempo e dell'anima ma ricordando una quinta luce verde, a quel punto non mi restava da scoprire quale delle due mancasse all'appello.

Facile, proprio come bere un bicchier d'acqua.

E con tutta la calma di cui disponevo esordii il mio giudizio finale alla situazione di merda, per essere fini: «Ma perché non c'è mai una gioia a questo mondo?!»

Marvel: AVATAR - La custode dell'universo TEMPORANEAMENTE SOSPESA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora