Capitolo 31

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Non ce la faccio più, o finisco in manicomio o faccio finire qualcuno al ospedale

Sono dovuta venire a questa cena piena di spocchiosi da sola, perché sia Dom che Rin sono scomparsi

Dopo che ieri sera io è Domenic siamo rimasti per una buona mezz'ora a terra abbracciati, lui mi ha spostato, brutalmente, ed è uscito dalla camera senza degnarmi di uno sguardo, figuriamoci dirmi dove andava

Rin è tornato la mattina come promesso ma poi è sparito di nuovo

Ed io come una cogliona sono rimasta tutto il giorno chiusa in camera con chili di Ramen, Mochi, Dango e Takoyaki...

Essendo che oggi sarà l'ultimo giorno in Giappone, ho deciso di mangiare un po' di tutto e poi sono uscita con l'autista che papà aveva preso per portarmi a comprare qualcosa per stasera perché mio padre aveva paura che ci sarei andata in felpa e jeans

E aveva pienamente ragione, ma per fortuna per scegliere il vestito ci ho messo due secondi, ne ho preso uno a caso di colore blu che mi ricorda molto l'occhio di Dom, e poi ho costretto l'autista a portarmi ovunque c'erano negozi tipici giapponesi e in negozi per un Otaku come me

Potevo pure andare sola con la macchina, ma chissà come Dom l'ha presa

Ed ora eccomi qua, a salutare vecchi che non ho mai visto in vita​ mia con donne troppo giovani in braccio tutte vestite con abiti che costano un occhio della testa che si strusciano verso quelli che benissimo potrebbero essere loro nonni

Solo donne non si possono chiamare, io le definirei cagne mangia soldi

<<Tu devi essere Alexis Anastasia Wood, incantato>> un uomo asiatico, con i capelli neri tirati al indietro, afferra la mia mano lasciandoci un leggero bacio e mi fissa con i suoi occhi a mandorla

Costringo le mie labbra ad alzarsi al insu, nascondendo la mano dietro alla schiena, mentre con l'altra tengo il cellulare

<<Buonasera>> rispondo io, non ho idea di chi questa persona sia ma meglio non fare brutte figure, è per la compagnia di Papà che lo faccio, provo a ricordarmi

L'uomo si liscia il completo nero rimettendosi dritto <<pensavo che avremmo avuto l'onore e l'onere di vedere vostro padre>> nella sua voce c'è un pizzico di sarcasmo, lo si capisce, credo che sia uno di quelli che mio padre considera, Uomini poco gentili, e per lui sono già un insulto

Il mio sorriso tirato diventa automaticamente un ghigno sarcastico, ma con chi crede di parlare <<Mi scuso di non andare bene, signiore>> dico marcando la parola signora <<Ma come da mio padre è un uomo impegnato, aveva da concludere Delle trattative a Londra, sa non ha tempo da perdere come moltaa gente qua dnetro>> il viso sorridente del uomo sparisce mentre io gli indici la sala illuminata, con tavoli lunghi pieni di chissà quale cibo prelibato e dei enormi candelabri attaccati al soffitto, tutto troppo lussuoso, hanno cercato di far sembrare la sala un ricevimento vittoriano ma credo che siano molto lontani a quel obbiettivo

<<Se mi da il permesso io la abbandono singiorina Wood è stato un piacere>> dice l'uomo attirando la mia attenzione fissa sulla statua di ghiaccio

Gli stringo la mano sfidandolo con lo sguardo fino a che non abbassa lo sguardo e sparisce in mezzo alla gente qui dentro

Questo vestito inizia a darmi fastidio così come i tacchi, il vestito e azzurro, blu, come l'occhio di Dom, lascia la schiena scoperta, cosa che ho notato solo in hotel, mente il davanti è retro da due spalline e scende liscio, non è stretto, è un bel vestito se non fosse per la scollatura sull' schiena, la sua lunghezza e la scollatura.

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