Signore di elevata bellezza, fatta a perfezione,
Che nei lineamenti ha il fulgore di un astro
All'apogeo; tutto un popolo insieme
Ricchi e schiavi l'apprezzano uniti.
Yuuri uscì dalla vasca come rigenerato. Si vestì con la tunica dal colore chiaro che caratterizzava tutti gli schiavi del Palazzo. Si era spalmato in quantità creme e balsami, che avrebbero velocizzato la guarigione della sua pelle violentata. Sperò che quelle macchie orribili sparissero il prima possibile. Decise che avrebbe indossato dei bracciali dorati per coprire parte dei lividi sui polsi.
Phichit aveva finito prima di lui e si era fiondato a dormire, guidato da un altro schiavo dalla parlantina facile e un ciuffo color porpora, che non aveva smesso di elogiare Yuuri per la sua bellezza. Il moro si era sentito un po' in imbarazzo, ma era troppo stanco per poter ribattere. Nell'acqua si era rilassato e aveva pensato al Re. Chi l'avrebbe mai detto? Era finito a fare lo schiavo in un Palazzo Reale, per un Re. Doveva averne decine, chissà come mai aveva preso pure lui. Cosa se ne faceva di uno in più, Yuuri non ne aveva idea. Non che gli importasse più di tanto. Raggiunse l'harem, accompagnato da un ragazzino dai capelli color del sole al mattino, gli occhi di giada e un'espressione decisamente scocciata.
"Ci mancavano altri due rompicoglioni, come se già così non fossimo troppi", sospirò teatralmente, conducendolo nell'ampia sala piena di cuscini, teli e tappeti, ornata da piante e fiori dai mille profumi. Era gremita di persone. Yuuri stentò a trattenere un gridolino di sorpresa. Stavano tutti dormendo sui cuscini e sui morbidi giacigli, uno a fianco all'altro.
"Già, siamo parecchi. Non pensare che Victor ti abbia scelto per la tua bellezza, maialetto", ghignò il biondo. Yuuri lo ignorò, gli ricordava terribilmente sua sorella più piccola. Anche lei amava prendere in giro e insultare a caso le persone. Ma Yuuri le voleva bene lo stesso. Anche se ormai non importava più.
Scacciò quei pensieri e si riscosse, mentre il biondo, che gli aveva detto di chiamarsi Yuri, quasi come lui, lo trascinava verso un giaciglio vuoto, vicino a Phichit, dall'aria incredibilmente comoda.
"Aspetta, hai detto Victor?", chiese, incerto. Yuri alzò gli occhi al cielo.
"Già, è il suo nome. Sai, di quel figone dall'aria spavalda, gli occhi penetranti e la corona in testa, il portamento da 'ti prendo qui in questo corridoio perché non riusciamo ad arrivare in camera da let-". Yuuri lo bloccò.
"Va bene, va bene, ho capito!", con le guance imporporate. Non aveva potuto fermare le immagini del Re che lo prendeva in un corridoio. E, no, non era quello il momento per avere un'erezione. Quel ragazzino biondo aveva una lingua davvero lunga. Si congedarono, e Yuri gli disse che il giorno dopo avrebbe spiegato loro la routine lì al Palazzo.
Yuuri si coricò e non poté fare a meno di lasciar fluire i suoi pensieri. Ci saranno stati più di trenta schiavi in quell'harem. Non ne aveva mai visti altri nella sua vita e non aveva metri di paragone, ma era abbastanza sicuro che fossero molti per una sola persona. Non capiva come mai ce ne fossero così tanti. Forse era lui, che, venendo da un paese sperduto, dove la schiavitù era quasi una leggenda, non era pronto a un'esperienza simile. Yuuri continuò a farsi domande fino al mattino. Ma, seriamente Victor andava a letto con tutti quegli schiavi? E poi, un Re così bello, non avrebbe dovuto essere già sposato da tempo? Aveva davvero bisogno di quell'intero harem per soddisfare le sue voglie? Sarebbe andato a letto con lui? Al solo pensiero sentì un fuoco bruciargli il bassoventre e si costrinse a non pensarci. Il Re aveva così poca autostima da non avere ancora chiesto la mano di nessuna nobildonna o principessa? Qualcosa gli diceva che l'ultima supposizione fosse totalmente errata. Prima di accorgersene, finì per addormentarsi."Dunque, questo era tutto quello che dovete sapere. Aggiungerei che Victor è il tipo che abbaia e non morde, e seriamente, con gli schiavi si comporta fin troppo bene. Ci vizia e ci adora come pochi sovrani fanno. Tuttavia dovrete fare attenzione a non sfidarlo o disobbedire ai suoi ordini. Quelli che l'hanno fatto non si sono più visti", sospirò Yuri. Erano nel giardino del Re, una distesa di verde punteggiata dei più disparati colori, e il biondo li stava portando in giro a visitare il Palazzo.
"Ora, veniamo a noi. Phichit, tu ti occuperai del giardino insieme a quei ragazzi laggiù", indicò un gruppetto di schiavi che stava potando alcune siepi. "Anche se sarà una cosa temporanea. Victor vuole che ti occupi degli ospiti". Phichit lo osservò con le sopracciglia aggrottate. Yuri sospirò, come a dire 'devo sempre spiegare tutto io?'. "Qui a Palazzo non vive solo il nostro amato Re. C'è anche il suo seguito, di nobili e arrampicatori sociali, e occasionalmente accogliamo gli ospiti che vengono a fargli visita. Che possono essere anche Re e Regine delle città alleate", Phichit continuava a guardarlo con aria interrogativa. "Victor vuole che ti occupi della gestione degli ospiti. Puoi disporre di tutti i mezzi che vuoi, di altri schiavi, quello che ti pare. Devi essere pronto a fornire a coloro che soggiornano a Palazzo tutto ciò di cui hanno bisogno. Che sia un bagno, un cibo particolare, una visita turistica per le sale Reali o una donna per la notte", chiarì ancora. Phichit lo guardò scioccato.
"Ma io-"
"Non hai fatto niente del genere prima", lo interruppe, come se avesse già sentito quella frase milioni di volte, "Lo posso immaginare, ma se Victor decide che lo puoi fare, lo fai. È così che funziona qui. Puoi sempre chiedere aiuto a me, o a Kenjiro, il ragazzo di ieri sera. Noi siamo i responsabili degli schiavi", aggiunse, dando finalmente voce ai pensieri di Yuuri. Era ovvio che Yuri avesse un ruolo più importante degli altri. Si atteggiava con sicurezza, gli altri schiavi che avevano incontrato quasi avevano un timore reverenziale nei suoi confronti, anche se era molto giovane: non avrà avuto più di sedici anni. E chiamava il Re per nome senza che qualcuno lo decapitasse sul posto. Evidentemente aveva un rapporto di piena fiducia con lui. E viceversa. Yuuri si chiese se fosse il preferito del Re, per poi scrollare la testa.
Phichit annuì e si dileguò, rivolgendo un'ultima occhiata a Yuuri, che gli sorrise incoraggiante. Yuri fissò il moro, con quegli occhi verdi luminosi.
"Tu. Tu ballerai", e Yuuri non seppe dire se fosse un ordine o una minaccia.Fortunatamente quel compito non avrebbe dovuto ancora svolgerlo. Victor sapeva che prima sarebbe dovuto guarire dai tagli e dalle ferite, quindi non sarebbe sceso subito in pista. In compenso, Yuri lo aveva affibbiato a Kenjiro, che, tutto eccitato, gli aveva mostrato con l'aiuto di altri ragazzi alcuni dei balli che si usavano da quelle parti. Yuuri non sapeva se sarebbe stato in grado di risultare sensuale come quegli schiavi, che sembravano non avere fatto altro nella vita. Si stava eccitando solo a guardarli, e quasi morì di imbarazzo.
All'ora di pranzo stava tornando all'harem, quando scorse Yuri litigare furiosamente in un corridoio con una delle guardie del Palazzo.
"Ti ho detto di smetterla, JJ! Lasciami in pace", gridava.
"Tanto lo sai anche tu che prima o poi cederai! Sono irresistibile", gli fece un occhiolino, per poi rifilargli una pacca sul sedere che fece imbestialire il biondo. Yuuri li guardava sconcertato. Vedere Yuri così in preda alla rabbia lo fece intervenire.
"Yuri volevo sapere dove si mangia-", chiese, entrando nel campo visivo dei due. Yuri distolse lo sguardo infuocato di rabbia dal moro che gli torreggiava davanti e lo rivolse a Yuuri, incredibilmente più calmo. Quasi grato. "Andiamo, si mangia di qua", afferrò la mano del moro e lo tirò nella direzione opposta. Jean Jacques sospirò, frustrato.
"Quante volte devo dirti di lasciare perdere Yuri?", chiese una voce quasi scherzosa alle sue spalle. La guardia fece quasi un salto dallo spavento. Girandosi vide Chris, in pantaloni larghi color ametista stretti sulle caviglie, con tanto di turbante e gilet ricamato in oro, aperto sul petto abbronzato. Sul suo volto si dipinse un sorriso di scherno. Jean Jacques alzò le spalle. Non era tipo da lasciarsi scoraggiare, anche se ad ammonirlo era il Consigliere del Re in persona.
"Victor ti ha già avvertito un paio di volte. Non credo sarà felice di sapere che ci hai provato ancora. Conosci la sua politica-"
"Se gli schiavi ci stanno, va bene, se no, non si toccano", ripeté cantilenando il ragazzo dai capelli scuri. Chris annuì, serio.
"Ma forse non sai che non sarebbe l'unico a richiedere la tua testa", aggiunse, con tono basso e tetro, prima di dargli una pacca sulla spalla che tutto era tranne che amichevole, e dirigersi fischiettando verso la sala da pranzo Reale.○○○
Note autrice
Eccomi 😄 grazie di cuore a chi segue la storia ❤
Così abbiamo presentato anche Yurio, JJ e Chris (uno dei miei personaggi preferiti in assoluto di YoI)! Cosa ne pensate? Fatemi sapere!
Prossimamente aggiornerò ogni domenica.Maryjinny
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Follow The Compass Inside Your Heart [Victuuri]
Romance◇ Trilogia Arabian!AU • Fanfiction 2 ◇ 《Il Re appoggiò la fronte contro quella del moro, godendosi la sua vicinanza. "Ci ho provato Yuuri. Davvero. Ma non riesco-", farfugliò Victor, e Yuuri non poteva credere che un essere come Victor fosse in grad...