Voglia Dio riunire ogni amante
all'essere amato! Voglia
Mostrarsi soccorrevole
A me e alla mia pena d'amore!
Yuuri non poteva credere alle sue orecchie. Victor era lì. Per davvero. Non era l'ennesimo sogno che faceva di notte, dal quale si svegliava singhiozzando e sussurrando il suo nome. Era la realtà. Si girò lentamente e quasi desiderò di non averlo fatto. Quasi. Il Re di Hasetsu era davanti a lui in tutto il suo splendore. Indossava un completo verde smeraldo, pantaloni larghi e gilet chiuso che lasciava intravedere una piccola porzione del petto muscoloso. Una corona d'oro brillava sul suo capo e, dio solo sapeva quanto fossero mancati quei capelli argentei a Yuuri. Per non parlare degli occhi. Yuuri non voleva proprio saperne di quegli occhi.
Improvvisamente si ricordò delle parole di Yurio e arrossì. Victor aveva fatto così tanto per lui. Chissà se lo voleva ancora. Magari era solo venuto al matrimonio di Otabek, non poteva certo immaginare di incontrarlo lì!
"Stai benissimo con quel vestito. Anche se devo ammettere che a Palazzo usavamo un po' meno stoffa, ottenendo un risultato migliore", ridacchiò Victor. Yuuri spalancò gli occhi al suono. Immediatamente gli sovvennero i ricordi di altre risate identiche, di momenti passati insieme, di attimi di felicità al suo fianco.
Non gliene poteva importare di meno di quello che aveva appena detto l'uomo dagli occhi azzurri davanti a lui. Anche se gli avesse appena detto che sembrava una noce di cocco. Tutto ciò di cui si curava era che fosse effettivamente lì. Lo guardò come un assetato ammira un'oasi del deserto. Non poteva credere che Victor avesse rischiato la sua vita nei giorni precedenti. Voleva urlargli contro quanto era stato stupido ad esporsi in quel modo. A rischiare di lasciarlo solo per sempre. Senza più speranza.
"Sei qui", ebbe la forza di sussurrare, senza riuscire a distogliere lo sguardo dagli occhi magnetici dell'altro. Victor sorrise, annuendo e avvicinandosi cautamente a lui. Osservandolo. Yuuri si sentì nudo sotto il suo sguardo. Avrebbe voluto gridare per la frustrazione di essere così vicino a lui e non poterlo abbracciare o baciare. E invece restava zitto. Era Victor che doveva fare il primo passo. Quel silenzio tra loro gli sembrò durare troppo - intorno alla coppia i festeggiamenti continuavano, ma i due li avevano chiusi fuori dalla loro bolla - e Yuuri cominciò a blaterare.
"Come stai? Insomma, vedo che stai bene e... Yurio mi ha detto che stai bene. E ho visto che sì, beh, si sposa. Ho scoperto che dalle vostre parti si possono sposare anche due uomini, strano eh? E non ho ben capito cosa sia successo in questo periodo in cui sono stato via, ma... Spero che tutti stiano bene ad Hasetsu... Ma tra l'altro dov'è finito Phich-"
Yuuri sentì il suo cuore accelerare quando Victor gli si avvicinò e sganciò il velo che gli copriva la metà inferiore del viso, per poi percepire la sensazione delle sue labbra morbide sulle proprie. Non era niente di più che una semplice pressione, ma fu abbastanza per farlo tornare a galla. A respirare. A vivere.
Victor si allontanò improvvisamente, come scottato. Il moro notò subito lo sguardo preoccupato nei suoi occhi chiari.
"Scusa, scusa, non te l'ho chiesto", si coprì la faccia con le mani. Yuuri era sconvolto. Faceva sul serio?
"Non ce n'era bisogno", provò a dire Yuuri, che sicuramente non rimpiangeva nulla di quel momento. Forse solo che fosse durato troppo poco.
"No, è che avevo pensato che questo incontro sarebbe stato diverso e-", fu bloccato da Yuuri. Il moro lo prese per un braccio e lo condusse in un posto più appartato, su una panchina non troppo distante dalla piazza.
"Mi stai dicendo", cominciò Yuuri, socchiudendo gli occhi, "che sapevi che sarei stato qui?", chiese, sconcertato. Victor arrossì fino alla punta del naso e, davvero, Yuuri lo avrebbe trovato adorabile se non fosse stato per il semplice fatto che ciò confermava che Victor lo avesse spiato per tutto quel tempo!
"Chi mi ha spiato?", chiese allora, mentre pensava velocemente e si postava una ciocca scura da davanti agli occhi. I capelli gli stavano crescendo troppo. Victor si fermò un attimo a fissarlo, incantato. Yuuri gli schioccò le dita davanti agli occhi, soffocando una risatina. Proprio non capiva cosa ci trovasse di bello in lui.
"Minako", buttò fuori Victor, vergognandosi come un ladro. "Yuuri, devi capire che avevo paura per te. Non sapevo dove saresti andato, anche se Yurio ti aveva detto di andare a nord, su mio consiglio, e così ho pensato di chiedere aiuto a una vecchia amica che mi doveva un favore", spiegò, con l'aria di un cane bastonato. Yuuri si diede del cretino per non aver pensato che Yurio avrebbe concordato con Victor cosa dirgli riguardo a dove andare. Rifletté. Minako si era aggiunta alla compagnia nel suo stesso momento, e quindi gli era stata accanto tutto il tempo.
"Come ha fatto Minako a rimanere in contatto con te?", chiese stupidamente.
"Mandavo dei messaggeri, in vesti di sudditi", rispose Victor, mentre le sue guance si tingevano dei colori del tramonto.
"Ma perché lo hai fatto?", chiese ancora. Non era arrabbiato, bensì confuso.
"Avevo paura che ti rapissero. O ti facessero del male", Victor sospirò. "Quando misi a punto il piano di attaccare i nomadi con Chris e Otabek, avevo già pensato di mandarti via. Trovare un modo per liberarti e anche cacciarti dal Palazzo, se si fosse rivelato necessario. Non credevo che ce l'avremmo fatta a sconfiggerli e quindi volevo evitare che si introducessero a Palazzo e rubassero ciò che avevo di più caro, magari chiedendo un riscatto. Non potevo sopportare l'idea di perderti, così l'unica opzione era quella di allontanarti. Ovviamente non ti avrei mai potuto prendere e nascondere da qualche parte, anche se ammetto di averci pensato", sussurrò Victor, rosso in viso. Yuuri spalancò gli occhi. "JJ ha in qualche modo solo facilitato la cosa", quando vide lo sguardo interrogativo di Yuuri, proseguì. "Si è inventato un piano per convincere Yurio a scappare con lui. Era ossessionato da lui. Si è avvicinato a Phichit. E ha scoperto cose su di lui e su di te. Gli ha detto di aver indagato e di aver capito che ero stato io ad attaccare il villaggio, sperando di suscitare in te una reazione tale per cui ti saresti arrabbiato seriamente con me e mi avresti mancato di rispetto", spiegò, i ricordi dolorosi gli facevano male al petto, "E tu, agendo in quel modo, mi avresti costretto a condannarti a morte per lesa maestà. Così, secondo la sua mente malata, Yurio avrebbe avuto la prova di che Re tremendo e senza cuore fossi. Uccidendo il mio Preferito", concluse. Yuuri aveva gli occhi spalancati, quasi non credendo alle sue orecchie. Quella storia era assurda. "Ovviamente non avrei mai potuto neanche immaginare di toglierti la vita e così ho fatto che liberarti. Nessuno avrebbe saputo cos'era successo tra quelle mura, quando mi hai insultato in quel modo, e la cosa sarebbe finita lì. Inoltre su JJ avevo già dei sospetti, poiché non è stato esattamente un esempio di virtù in passato", disse. Yuuri ripensò a quella volta che l'aveva visto con Yurio e annuì. Era scosso e si sentiva le ossa deboli.
"Così ti ho mandato via, poiché immaginavo che, se mi avessi amato, ti saresti opposto all'idea che io andassi in battaglia, o perlomeno saresti voluto venire con me", disse, con un po' di incertezza nella voce, guardando attentamente la reazione di Yuuri. Il moro non batté ciglio, confermando implicitamente le sue supposizioni, e Victor proseguì. "Quindi abbiamo combattuto e cacciato quelle tribù nomadi dai nostri territori. Erano quelli che avevano distrutto il tuo villaggio, Yuuri", disse Victor, con sguardo triste.
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Follow The Compass Inside Your Heart [Victuuri]
Romance◇ Trilogia Arabian!AU • Fanfiction 2 ◇ 《Il Re appoggiò la fronte contro quella del moro, godendosi la sua vicinanza. "Ci ho provato Yuuri. Davvero. Ma non riesco-", farfugliò Victor, e Yuuri non poteva credere che un essere come Victor fosse in grad...