Capitolo 6 - Notte magica

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Pazzo d'amore, mi sono abbandonato alla mia passione
Sotto la tirannia del suo sguardo,
Accettando la legge di quegli occhi languidi
Dispensatori di magia.


"Non mi sono mai sentito così, vorrei scoparti forte ma anche coccolarti e starti costantemente attaccato.
E, poiché non posso più aspettare, sarai tu a fermarmi, se non lo vuoi".

Yuuri non avrebbe mai ammesso che quando aveva sentito cosa voleva fargli il Re si fosse sentito bruciare. Temeva sarebbe morto per autocombustione. Come se ciò non fosse abbastanza, il suo membro, coperto da quei pochi veli, si era risvegliato.
Sorrise a Victor, ritrovando la voce.
"Se non voglio, ti fermerai?", chiese a bassa voce. Victor annuì, prima di avvicinare le labbra al suo orecchio.
O forse Victor era diverso, dopotutto.
"Non ti farei mai del male", sussurrò con voce suadente, prima di mordergli piano il lobo. Yuuri gemette e Victor ringhiò in risposta: quel suono celestiale era diventato il suo preferito. "Yuuri dobbiamo farla durare, o dovremo essere pronti a un altro round", disse, quasi dolcemente, mentre rimuoveva tutti i veli dal corpo del moro, "Amo questo vestito ma non ti servirà più, per stasera". Sfiorò avidamente il suo petto e i suoi capezzoli induriti, grato che il suo addome fosse già scoperto.
Yuuri trattenne i gemiti mordendosi il labbro. "V-Victor, io... N-non ho problemi di resistenza-", cercò di dire, arrossendo violentemente, mentre il Re dai capelli d'argento lo fissava incantato, intuendo ciò che gli stava bisbigliando.
"Avresti dovuto farmelo sapere prima", fu il suo commento, seguito immediatamente da un verso di apprezzamento quando rimosse anche l'ultimo gioiello dal collo di Yuuri. Il moro era completamente nudo. Victor lasciò vagare lo sguardo ardente dal desiderio lungo quel corpo a cui, si accorse in quel preciso istante, aveva aspirato dal primo momento. Yuuri aveva la pelle chiara. Molto chiara, per essere uno che aveva vissuto nel deserto per tutta la sua vita. Non era magro, ma neanche sovrappeso. Era semplicemente perfetto, in ogni sua curva gentile. E Victor si sarebbe potuto beare di quella vista all'infinito.
L'imbarazzo del ragazzo moro prese il sopravvento e si coprì con le mani dallo sguardo intenso del Re, che non tardò a lanciargli un'occhiata eloquente. Gli si avvicinò, portando il suo respiro a sbattere contro le labbra dell'altro.
"Perché ti copri? Non vergognarti del tuo corpo, Yuuri. È meraviglioso", sussurrò, prima di catturare le sue labbra tra le proprie. Yuuri si sentì esplodere dalla gioia. Gemette per la sensazione e portò istintivamente le braccia a circondare il collo di Victor, tirandolo più vicino, mentre il suo cervello, completamente in tilt, non pensava ad altro che di più, ancora, più a fondo, dentro.
Victor si staccò per riprendere fiato e iniziò a spogliarsi. Tolse il turbante, che nella foga dei baci e dei tocchi si era inclinato sulla sua testa, in modo quasi buffo. Poi passò alla tunica. Yuuri lo guardò incantato. La luce della luna, velata appena da qualche nuvola, illuminava il corpo marmoreo del sovrano. Come poteva definirlo meraviglioso, quando lui era divino? Si stupì quando Victor rispose, dandosi del cretino per aver esternato i suoi dubbi.
"Addirittura? Sbaglio o qualcuno ha già perso la testa per me?", chiese, ridacchiando, ma senza vantarsi, mentre si liberava dei bracciali, ultimi accessori che aveva addosso. Si avvicinò con sguardo seducente, perfettamente a suo agio nella sua nudità.
"Ti piacerebbe", ebbe il coraggio di dire Yuuri, subito prima di essere sollevato per le cosce da Victor, che fece scontrare le loro erezioni già sveglie provocandogli brividi in tutto il corpo.
"Già, mi piacerebbe", ammise semplicemente Victor, col fiato spezzato, leccandogli la mandibola con la punta della lingua e scendendo fino al collo, lasciando baci e morsi sulle clavicole, segni che Yuuri si ritrovò a sperare che non andassero via mai più. Gli piacque essere marchiato da Victor e si stupì di questo. Aveva sempre tenuto alla sua libertà, alla sua indipendenza. Ma da quando era schiavo di Victor stranamente non gli importava più così tanto. Se fosse stato l'unico modo per stargli accanto...
Non capiva come fosse possibile che stesse rinnegando i suoi valori per il suo padrone. Ma non era certo pronto a classificare qualunque cosa lo legasse in modo tanto stretto al sovrano in quel momento.
Nel giro di pochi secondi si ritrovò con la schiena contro le lenzuola di lino candido, con Victor spalmato sopra il suo corpo, senza lasciarne un centimetro scoperto. Yuuri allargò le gambe, permettendo a Victor di scivolare in mezzo ad esse, mantenendo le loro erezioni a contatto. Yuuri iniziò a gemere non appena Victor accennò a una spinta, mimando l'atto sessuale. Una violenta scarica li travolse con quel semplice movimento e fu la goccia che fece traboccare il vaso.
"Se vuoi che ci fermiamo, te lo chiedo un'ultima volta", ansimò Victor, col respiro mozzato, ma i fianchi di Yuuri parlarono per lui, scattando incontrollatamente all'insù per riprendere quello sfregamento che aveva alleviato la sua tensione. Tensione che aveva accumulato già dagli sguardi attenti di Victor, quando stava ballando in sala. Gemette al pensiero.
"Lo prendo per un no", sorrise il più grande, e Yuuri si prese un secondo per ammirarlo. Era dolce, pensò, e si ritrovò a specchiare quel sorriso. Yuuri ansimò quando Victor lo inchiodò al materasso tenendo fermi i fianchi e affondando le dita nella sua pelle chiara. Scese sul suo corpo, vezzeggiando il suo petto, soffermandosi sui suoi capezzoli, leccandoli e inturgidendoli e proseguendo sul ventre appena accennato, morbido e da baciare. Scese sulle cosce, decidendo che fossero in assoluto uno dei punti che adorava di più del moro. Lisce e chiare, perfette per lasciare i segni del suo passaggio. Morse e vi impresse dei segni rossastri, destinati a diventare viola e, purtroppo, svanire.
Yuuri sentiva la testa leggera. Non provava dolore, non era neanche lontanamente paragonabile alla sofferenza che aveva subito nel deserto quando era stato catturato come schiavo, ma seriamente iniziava a credere che Victor non avesse intenzione di dedicarsi alla parte più importante.
"Victor~", si lamentò, e la sua voce risultò estranea alle sue orecchie, tanto era intrisa di piacere. Il sovrano alzò la testa, incontrando i suoi occhi caldi annebbiati da quella miriade di sensazioni. Neanche il vino sortiva un effetto tanto stupefacente.
"Cosa?"
"Voglio d-di più", chiese, disperato. Sarebbe morto se non avesse sentito Victor fargli qualcosa là sotto. Qualsiasi cosa.
"Cosa preferisci?", chiese il Re, stuzzicandolo, e Yuuri se possibile gemette per la contentezza e la frustrazione. Cosa preferiva? Che ne sapeva? Non era proprio un esperto, aveva avuto una storiella o due con dei viaggiatori e avventurieri che capitavano alla sua piccola oasi, ma niente di più. Si era esercitato con Phichit nei pompini, forse, ma questo Victor non era tenuto a saperlo.
"Cosa vuoi che ti faccia?", chiese ancora Victor, raggiungendo il suo viso e disseminandolo di baci, prima di scendere sul suo orecchio e mordergli piano il lobo. Gli sfiorò l'erezione tesa e lucida di liquido preseminale con un dito, dalla base alla punta, e Yuuri credette di morire. Da quando era lui a decidere? Da quando era Victor, il suo padrone e suo Re a prendere ordini da lui? Questo lato inaspettato del suo carattere lo destabilizzava ma lo faceva sentire potente e aumentando la sua libido. Così, ubriaco del momento e del profumo inebriante di Victor, fece la sua richiesta.
"Prendimi". Il Re lo guardò con la bocca schiusa, colpito da quel lato così sensuale del suo amante, e poi si affrettò a esaudire la sua richiesta.
Yuuri ansimò quando sentì Victor accarezzare il suo membro sulla punta, raccogliendo sui polpastrelli le gocce del liquido che vi si era formato e portandole alla sua apertura. Dio, questo non l'aveva mai fatto con Phichit. Assolutamente no.
"Non voglio farti male", spiegò Victor, passando il dito bagnato intorno al cerchio di muscoli del moro per poi decidersi a infilarlo fino all'ultima nocca. Strappò un urlo a Yuuri, che però fece segno con la testa a Victor di continuare. Non gli importava più nulla, voleva solo sentirlo dentro di sé. Victor aggiunse un secondo dito e un terzo, allargando e sforbiciando, guardando estasiato come le sue dita sparivano tra le pareti calde e umide del ragazzo moro. Il suo membro si contrasse ma lo ignorò ancora una volta quella sera, anteponendo il piacere di Yuuri al suo.
"Dentro", chiese Yuuri, col fiato corto. Il cuore di Victor batté un po' più velocemente e il sovrano ritrasse le dita. Allineò la sua punta all'entrata bagnata di Yuuri e vi si spinse lentamente. Il moro si contorceva e ansimava per il dolore, Victor era dannatamente grande, afferrando le lenzuola e stringendole nei pugni. Quando fu completamente dentro, il maggiore si chinò a baciargli le labbra, distraendolo dal dolore.
"Scusa, scusa, scusa", mormorò teneramente e quasi dispiaciuto tra un bacio e l'altro. Yuuri scosse la testa, allontanandolo per guardarlo negli occhi.
"Non chiedere scusa per una cosa che voglio anch'io. Per una cosa che sto adorando così tanto", aggiunse, rivolgendogli un timido sorriso e distogliendo lo sguardo dal suo. Victor riprese a baciarlo, stavolta con più foga e passione, e si ritrasse per spingersi di nuovo in lui, cominciando a stabilire un ritmo che stava facendo vedere le stelle a Yuuri. Non aveva mai fatto sesso così, prima. Questo era totalmente diverso. Il suo membro stava rilasciando ancora liquido preseminale, e Yuuri credette che una sola stoccata lo avrebbe portato all'apice. Così lo ignorò, concentrandosi unicamente sulle spinte di Victor dentro di lui: avrebbe voluto che non si fermasse mai. Prima che potesse capire cosa stava accadendo, Victor gli alzò una gamba, portandosela sulla spalla e affondò con rinnovato vigore dentro di lui, perdendosi in mugolii.
"Yuuri, Yuuri~". Il moro gemette e gridò quando il Re colpì un punto in lui che gli fece vedere bianco. Victor emise un rantolo soddisfatto e continuò a spingere in quella direzione, portando la mano che non stava tenendo la sua gamba a stimolare un capezzolo, già roseo per le attenzioni precedenti, e Yuuri gemette incontrollatamente. Tutto ciò era troppo per il suo povero corpo. L'eccitazione arrivò al culmine, e, prima che potesse avvertire Victor, si riversò sulla sua pancia. Il Re gli accarezzò l'erezione, pompandola su e giù con stoccate decise, accompagnandolo nell'orgasmo.
"Victor!", urlò, mentre le sue pareti si stringevano di riflesso attorno al membro del più grande, accogliendolo a fondo e permettendogli di raggiungere il limite con un'ultima spinta. Venne dentro il moro, ansimando parole dolci contro il suo orecchio, mentre Yuuri ancora non si era ripreso dall'orgasmo. Victor uscì piano da lui, e osservò il suo liquido colare dall'apertura del suo amante. Il suo stomaco ebbe una contrazione piacevole alla vista, risvegliando i suoi istinti primordiali di possessività. Si alzò dal letto, cercando un panno per pulire entrambi.
Quando furono ripuliti, Victor si coricò a fianco al moro, che non aveva spiccicato parola. Lo strinse a sé, facendo scontrare il proprio petto con la sua schiena e avvolgendo un braccio intorno alla sua vita, tranquillizzandolo. Gli baciò la nuca, facendo rabbrividire Yuuri per quella dolcezza gratuita.
"Posso farti una domanda?", fece Yuuri, di punto in bianco.
"Certo", rispose Victor, rilassandosi contro di lui.
"Perché me?". Sperò che Victor capisse a cosa si stava riferendo. Perché avesse scelto lui quel giorno che lo aveva comprato, perché avesse trascorso quella notte a parlare del suo passato invece che approfittarsene come avrebbe fatto chiunque altro, perché gli avesse dato una stanza tutta sua, perché avesse dormito con lui quelle sere... Perché stesse continuando a scegliere lui, tra tutti quanti.
Perché, in fondo, era solo uno schiavo, ma non si sentiva trattato come tale da Victor.
Il silenzio che seguì spaventò Yuuri, che credette di aver rovinato l'atmosfera. Si stava per dare del cretino mentalmente per l'ennesima volta quel giorno, quando sentì la risposta.
"Perché sei la mia bussola, Yuuri", sussurrò Victor, a voce talmente bassa che Yuuri fece fatica a sentirlo, credendo di esserselo immaginato.
Il sovrano posò un ultimo bacio sulla spalla del moro e gli ordinò di dormire.




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Note autrice

Allora? Che mi dite? Coi sudori sono riucita ad aggiornare oggi!
*finalmente scopanolololol*
*sono pessima*
*va a nascondersi sperando che non la ammazzino per il capitolo di shameless smut*
Volevo dirvi che mi è venuta l'idea di mettere a inizio capitolo dei versi tratti da Le mille e una notte, perché boh mi piaceva 😆 spero non vi dia fastidio ahah
Inoltre, domandona dell'anno: c'è qualcuna a cui va a genio il reverse? Fatemi sapere.
Grazie a tutti, come sempre! ❤
Al prossimo capitolo!

Maryjinny

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