Epilogo - Due astri splendenti

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Erano due gazzelle del deserto,
O due astri splendenti nella notte,
Due soli al mattino, ramoscelli puri,
O due metamorfosi della dea Bellezza.

Aprendo la porta della sua stanza, Victor rimase pietrificato sul posto. Un forte odore di incenso colpì le sue narici e lo costrinse a prendere un respiro profondo. Lo assaporò: vaniglia. Quel profumo gli ricordò immediatamente Yuuri, la sua timidezza, la sua tenerezza. Quando si svegliava ogni mattina di fianco a lui e si stiracchiava con gli occhi chiusi, premendosi contro il suo petto e mormorando qualcosa al suo orecchio, ridacchiando e godendosi quei momenti così loro.
Ciliegia. L'immagine di Yuuri che danzava si impossessò della sua mente. I suoi fianchi morbidi che ondeggiavano al ritmo della musica, le mani che roteavano e facevano tintinnare i gioielli, gli occhi semichiusi che seguivano la melodia dei tamburi come se ne fosse stato stregato. Victor adorava quando Yuuri ballava, perché la danza mostrava quel lato nascosto della sua personalità, quella nota originale che lo rendeva diverso da tutti gli altri, unico e speciale. Che lo rendeva se stesso. Yuuri non sarebbe stato Yuuri senza la danza.
Spezie. La mente del Re non sapeva assolutamente quale ricordo scegliere, perché quella scia di aromi così vari, dall'aspro al salato, dall'amaro al piccante, avevano un solo significato. Passione. E con Yuuri non mancava mai, in ogni loro carezza, in ogni loro tocco, in ogni loro sguardo. Quando facevano l'amore. Amore e passione viaggiavano a braccetto, per loro. Un gesto casuale poteva sfociare in pochi attimi nella sensualità più sfrenata. Era naturale essere costantemente attratti l'uno dall'altro.
Victor si riscosse ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Si tolse il gilet chiaro di seta, il turbante da sera, e le eleganti scarpe basse, lasciando indosso solo i pantaloni larghi, che gli ricadevano mollemente sui fianchi robusti. La camera era immersa nella penombra, le uniche fonti di luce erano i raggi della Luna e alcune candele, dalle quali proveniva il profumo alla ciliegia, che erano state disseminate per la stanza.
Notò una scia di fiori bianchi sul pavimento, che portava al grande letto. Tremò appena quando si accorse che erano della stessa specie di quello che aveva donato a Yuuri tempo prima, durante la sua prima visita in città. Le tende chiare, appese intorno al talamo, nascondevano una figura distesa. Si avvicinò e scostò i teli, sentendo il respiro bloccarsi in gola. Yuuri era coricato su un lato, appoggiato sul gomito, vestito con gli abiti che usava per ballare. La sua posa era estremamente sensuale, sembrava un serpente pronto a balzare. I pantaloni costituiti da veli verdi trasparenti nascondevano appena le gambe, ed erano allacciati in vita grazie a un cinturino di cuoio su cui erano incastonate delle perle. L'addome appena accennato era candido come la neve e attraversato verticalmente da una catenina d'argento che collegava il collo e la vita. Una specie di fascia, anch'essa verde, a forma trapezio, su cui dei piccoli smeraldi disegnavano piccoli girighori, copriva la parte superiore del petto di Yuuri, con delle frange corte che accarezzavano la sua pelle. Era una visione.
Sorrideva.
"C-cosa vuol dire?", chiese Victor, passandosi una mano nei capelli.
"Buon compleanno, Vitya", replicò Yuuri, prima di alzarsi in ginocchio sull'estremità del letto e avvolgere le braccia attorno al collo del sovrano. I loro visi erano a poca distanza e i loro fiati si mescolavano. La pelle di Yuuri era fresca e il suo inconfondibile profumo si mischiò a quelli già presenti nella stanza, facendo girare la testa a Victor. Era peggio del vino.
"Non ti avevo preso sul serio quando mi hai detto che saresti stato tu il mio regalo", sussurrò, gli occhi che brillavano e acquisivano una sfumatura a metà tra lo scherzoso e il malizioso. Yuuri ridacchiò.
"Peccato, ero serissimo", replicò. "Ho una sorpresa per te", continuò.
"Non basta tutto questo?", chiese Victor, ancora sconvolto da tanta bellezza. Yuuri sorrise.
"Vorrei ballare per te", disse sulle sue labbra. Victor per poco non crollò a terra, non confidava che le sue gambe potessero reggerlo ancora per molto.
Yuuri sentì un'ondata di libido scuoterlo al vedere che potere aveva su Victor. Lo faceva sentire importante e amato.
"So quanto ti piace vedermi ballare", e in realtà non lo sapeva. Ancora non capiva cosa Victor trovasse in lui ma era innegabile che adorasse vedere quella luce di eccitazione negli occhi del sovrano quando si muoveva sulla pista. "E ho pensato che non mi hai mai visto farlo da solo", concluse, calcando le ultime parole.
"Sto sognando?", chiese Victor, la voce poco più di un sussurro. Yuuri rise, alleggerendo l'atmosfera, e gli accarezzò una guancia, prima di premere le sue labbra contro quelle fini del Re. Victor gemette, approfondendo subito il contatto, e se lo premette contro, avvolgendo la sua schiena nuda con le braccia e lasciando tocchi leggeri su di essa, sentendo il bordo della fredda catenina d'argento appena sopra il sedere del moro. Yuuri si staccò, senza fiato.
"Non vorrai passare subito al dopo", lo riprese. Il fatto che stesse ansimando non rendeva la sua ramanzina molto credibile. Victor sorrise e alzò le mani in segno di resa, sedendosi sul letto e invitando Yuuri a ballare.
"Non c'è la musica", si accorse Victor.
"Non ne ho bisogno. Immaginala", gli disse il moro, tenendo gli occhi incollati ai suoi oceani azzurri.
Yuuri si posizionò a qualche passo dal letto, spostando un paio di candele.
E iniziò. Victor poté sentire, nel momento esatto in cui portò la mano destra in alto in un movimento fluido, la musica suonare. Sentiva le percussioni, i flauti e il tintinnio delle placche dorate e dei braccialetti di Yuuri che seguivano il suo flusso. Il flusso della danza più bella a cui avesse mai assistito. Yuuri ballava e roteava, muovendo le gambe, leggere come piume, come se fosse stato a qualche centimetro da terra, e la vita, alzando le braccia al cielo e disegnando forme che Victor poteva solo intuire. E vide il luccichio dell'anello di fidanzamento, gemello del suo, al dito.
Prima che potesse fermarsi, il Re si alzò, guidato da chissà quale forza. Yuuri se ne accorse, alzando appena le sopracciglia ma continuando a ballare. Non lo fermò quando si affiancò a lui e prese a imitarne i passi. Yuuri lo guidò, tenendogli una mano e invitandolo a roteare contemporaneamente il bacino, posando l'altra sul suo fianco. Yuuri sorrise quando Victor eseguì perfettamente il movimento e, come per magia, i loro ritmi si sincronizzarono, seguendo quella musica muta, udibile solo alle loro orecchie. Era come quando facevano l'amore. Yuuri passò un braccio sulla sua testa e Victor gli prese una mano, avvicinandolo a sé e facendo scontrare i loro bacini. Yuuri gemette appena, e il suono soprese Victor, dopo vari minuti di puro silenzio. Il moro passò una mano sul suo addome muscoloso, guardandolo intensamente negli occhi e facendolo passare per un movimento di danza.
Victor alzò una mano al cielo, girando il polso e Yuuri gli girò intorno ballando. Erano una meraviglia, uno spettacolo per un pubblico invisibile.
Quando Yuuri tornò di fronte a Victor e avvolse una gamba attorno alla sua vita, strusciando appena i loro bacini, il sovrano comprese che il momento della danza fosse concluso. Yuuri si aggrappò alle sue spalle nude e avvolse anche l'altra gamba intorno a lui, facendolo inspirare bruscamente per la dolce frizione dei loro membri.
"Come fai a essere così agile?", chiese Victor, avvicinandosi al letto con Yuuri addosso.
"Esercizio", rispose l'altro, mentre si dedicava a leccargli il lobo di un orecchio con cura. Victor lo posò sul letto, prendendosi un attimo per ammirarlo, in quelle vesti dalla sfumatura verde, accecante come il loro amore, con ancora il fiato spezzato per la danza e l'eccitazione nascente. Le guance di Yuuri si tinsero di rosa e Victor si chinò a baciarle.
"Sei il più bel regalo di compleanno di sempre", sussurrò contro la sua mascella, lasciandovi baci al passaggio. "E questo è il più bel compleanno di sempre", aggiunse.
"Ventisette anni sono tanti, stai invecchiando", ribatté Yuuri. Il Re sentì che stava caricando una delle sue rare frasi al vetriolo.
"Spero non avrai problemi a scoparmi come si dev-"
Come aveva sospettato, Yuuri vide negli occhi di Victor accendersi una luce competitiva, e tremò di aspettativa. Il suo corpo si protese automaticamente verso quello muscoloso del compagno. Il Re cominciò a svestirlo affannosamente, velo dopo velo, gioiello dopo gioiello, finché non fu totalmente nudo ai suoi occhi, eccetto la catenina d'argento.
"Questa la lasciamo", sussurrò seducentemente. Emise poi un grugnito di apprezzamento, osservando la perfezione del suo amante, prima di togliersi di dosso i pantaloni e chinarsi su di lui.
"Ora vediamo come questo vecchio con problemi ti scoperà fino a farti piangere dal piacere", ribatté, selvaggio. Yuuri sorrise maliziosamente, perché era ciò che aveva voluto da subito. Nel corso di quei mesi insieme, era diventato sempre più abile a capire quali tasti toccare, cosa dire o come agire durante un momento del genere, per far reagire Victor in un certo modo. E adorava questo lato più animalesco del suo Re, che però si poteva trasformare di nuovo nel più dolce degli amanti in pochi minuti.
Alzò Yuuri e lo mise seduto, prima di salire sul letto e stendersi contro la testiera, allargando le gambe. Yuuri osservò la sua erezione, che svettava, rilasciando già liquido preseminale, e spostò lo sguardo su Victor.
"Posso?", chiese, indicandola, e il sovrano gli regalò un sorriso malizioso, prima di fargli cenno di avvicinarsi. Yuuri si posizionò tra le sue cosce e leccò il membro eretto del maggiore, che sibilò per il contatto erotico e sensuale.
"Yuuri", mezzo gemette e mezzo ordinò. Il moro lo guardò con i suoi grandi occhi scuri.
"Volete che ve lo lecchi, Maestà?", chiese Yuuri, con finta innocenza, con la bocca a pochi centimetri dalla sua punta.
Victor prima credette di morire. Poi quando si accorse che era ancora vivo, di stare immaginando tutto. Da quando era diventato così sicuro di sé il suo Yuuri? Quelle parole uscite dalle labbra illegali del suo fidanzato stavano portando altro sangue al suo bassoventre e pensò che sarebbe esploso, perché non poteva diventare più duro di così.
"La t-tua bocca", provò a dire, inciampando sulle parole.
"Ogni desiderio è un ordine, mio Re", replicò, ghignando appena per essere riuscito a far balbettare Victor, prima di chinarsi e avviluppare le sue labbra attorno alla sua lunghezza, con fin troppo entusiasmo. Victor gemette ad alta voce e reclinò la testa contro la testiera del letto, chiudendo gli occhi per il piacere. Yuuri andava su e giù con sempre maggior zelo, lavorando con la lingua sul suo glande e passandola sulla fessura per stimolarla il più possibile. Era diventato tremendamente bravo, pensò Victor, e ciò non faceva che farlo innamorare di più di lui. Anche di quel lato così privato che mostrava solamente a lui, nell'intimità della loro camera da letto.
"Yuuri, sei così bravo", gemette, portando una mano nei suoi capelli, lasciando però che fosse lui a dettare il ritmo. Yuuri gliene fu grato ed emise un suono inarticolato sul suo membro, facendo vibrare le pareti della sua bocca e godere Victor. "Lo prendi così bene, arrivi quasi al fondo", lo lodò Victor e Yuuri alzò lo sguardo su di lui. E la vista di uno Yuuri completamente sfatto, con i capelli umidi, alcune lacrime causate dallo sforzo raccolte ai lati degli occhi e un rossore diffuso sulle sue guance, furono abbastanza per farlo venire.
"Ah! Yuuri!", il moro si sorprese ma ingoiò senza protestare, per poi alzarsi e respirare affannosamente, cercando di riprendere fiato. Una mano di Victor gli arpionò una spalla e se lo tirò addosso, baciandolo voracemente a bocca aperta, facendo contrarre il membro di Yuuri, ancora intoccato.
"Sei così buono con il mio sapore sulla tua lingua", sorrise Victor, leccandosi le labbra. Yuuri arrossì ancora di più. Si era quasi abituato ai complimenti continui di Victor e alle sue sconcerie. Quasi. Victor si spostò appena e Yuuri gemette quando la coscia del maggiore strusciò contro la sua erezione tesa e dura.
"Mmmh cosa abbiamo qui?", chiese Victor, con tono fintamente stupito, come cadendo dalle nuvole.
"Victor!", lo riprese Yuuri, mentre il Re spostava la coscia e creava un po' di frizione sul suo membro, facendo scappare un gridolino imbarazzante al moro.
"Vuoi che ti tocchi?", chiese Victor, al suo orecchio, mentre faceva scendere un dito lungo la sua colonna vertebrale e arrivava al solco delle natiche. Yuuri rabbrividì.
"S-sì", rispose, sapendo che Victor non l'avrebbe toccato altrimenti.
"Pensi di poter fare qualcosa per me?", chiese ancora, mentre Yuuri annuiva furiosamente. Avrebbe fatto qualunque cosa. Victor sorrise come un angelo caduto all'inferno.
"Pensi di riuscire a trattenerti e non venire se ti tocco davanti e dietro?", propose, sensualmente, e Yuuri ansimò, gli occhi lucidi. "Puoi provarci per me?", chiese Victor, con la voce più languida che riuscì a tirare fuori. Yuuri annuì, rosso come una ciliegia matura.
"Bravo, il mio ragazzo", ispirò forte il suo profumo sulla piega del suo collo e cominciò a stimolare la sua entrata, senza penetrarlo. Yuuri gettò la testa all'indietro, avvicinandosi di più a Victor e salendogli a cavalcioni. Victor portò l'indice alla bocca di Yuuri.
"Gli oli sono nell'altra stanza", spiegò, e ovviamente non aveva intenzione di muoversi di lì. Yuuri leccò le sue dita e le lubrificò come meglio riuscì, felice di vedere come Victor lo guardasse ammaliato. Il Re portò l'indice alla sua apertura e lo spinse in un unico movimento, facendo gridare Yuuri per il dolore misto al piacere di sentirsi toccato da Victor, in quel posto dove era solamente suo.
Victor ne approfittò e usò la mano libera per pompare l'erezione lucida di liquido preseminale del moro.
"Vityaaa!", gridò ancora, mordendosi il labbro inferiore a sangue e sapendo in cuor suo che sarebbe venuto in poco tempo con la doppia stimolazione. Victor aggiunse un dito e poi un altro, e contemporaneamente passò il pollice sulla fessura della sua punta, strappandogli un gemito roco. Yuuri notò il sorrisetto diabolico sul volto di Victor e comprese che si stava divertendo, aspettando solo di portarlo al limite.
"B-bastardo", Victor fece una faccia falsamente ferita e aumentò il ritmo sia da dietro che da davanti, facendo letteralmente vedere le stelle a Yuuri.
"Di più, Vitya", chiese disperatamente. Victor si chinò in avanti e morse il collo di Yuuri, cercando di lasciargli un segno del suo passaggio. Poi scese, tracciando il percorso con la lingua, e prese un capezzolo tra i denti, leccandolo, torturandolo, e facendo urlare Yuuri.
"Ancora, di più", Victor si stupì per l'ennesima volta della resistenza di Yuuri e pensò che al suo posto sarebbe già venuto da un po'.
"Stai andando così bene, amore", lo lusingò, orgoglioso, "Vediamo come reggi questo". Yuuri non capì a cosa si stesse riferendo finché improvvisamente Victor rimosse le dita, facendolo singhiozzare per l'improvvisa sensazione di vuoto, e sentì la punta del suo membro contro la sua apertura. Yuuri guardò il suo amante e fidanzato, l'uomo che amava, fissarlo un attimo, chiedendo ancora una volta un permesso che gli avrebbe sempre concesso. Annuì e lo tirò a sé per baciarlo, prima di spingersi lui stesso sulla lunghezza di nuovo eretta dell'altro. Gemettero entrambi tra le loro bocche e Victor continuò a massaggiare l'erezione del moro, instaurando un ritmo sostenuto ma non troppo veloce. Vide che Yuuri stava facendo di tutto per non venire, così decise di premiarlo.
"Vieni, Yuuri", ansimò, sulla sua bocca rossa dai baci. E Yuuri, con una spinta un po' più violenta, cedette, con un lamento liberatorio, riversandosi sulla mano di Victor e sul suo addome, macchiandolo del suo seme chiaro. Victor sorrise e gli accarezzò una guancia, mentre Yuuri continuava a calarsi su e giù, stringendosi sulla sua lunghezza per facilitare l'orgasmo a Victor.
"Sei così bello. Mi stringi così bene. Sei perfetto intorno a me", disse Victor, mentre aumentava il ritmo. "Così mio", ringhiò, facendo rabbrividire Yuuri per il tono profondo.
"Tuo", ribadì Yuuri, "E tu mio", aggiunse. Ribadì il concetto graffiandogli le scapole con le unghie. Victor portò la mano coperta di liquido chiaro alla bocca di Yuuri, che lo guardò con gli occhi spalancati. Afferrò il polso di Victor e si portò le sue dita alle labbra, leccando via il suo seme. Quel gesto portò Victor al culmine e venne dentro di lui. Yuuri si lasciò andare addosso al fidanzato, stanco, incurante del suo addome coperto di sperma.
"Mmmh", mugugnò Victor, mentre il battito del suo cuore decelerava e tornava normale. "Sì, decisamente il miglior compleanno di sempre", ripeté, prima di allungare una mano e strizzare giocosamente una natica a Yuuri.
"Victorrr!".
Dopo essersi ripuliti con un bagno profumato e coccole ristoratrici, si stesero sul letto, uno a fianco all'altro. Victor attirò al suo petto Yuuri, che gli dava la schiena.
"Hai mai pensato a dei bambini?", gli chiese, già mezzo addormentato. Yuuri fremette.
"Sì", replicò semplicemente, ed era la verità. Gli sarebbe piaciuto più di ogni cosa iniziare una famiglia con Victor ma credeva che avesse altro di cui preoccuparsi e non avesse ancora il tempo per pensare ad una famiglia. Non sapeva nemmeno bene quali fossero le leggi per quanto riguardava i matrimoni tra uomini, anche se immaginò che il Re potesse avere alcuni vantaggi. Forse avrebbero potuto adottare un bambino.
"Mi piacerebbe averne quattro", sussurrò ancora Victor. Yuuri per poco non saltò dal letto.
"Quattro?! Ma non ne abbiamo neanche uno!", sbottò con l'ansia che già lo pervadeva. Non aveva idea di come trattare un bambino, figuriamoci quattro!
"Allora cominciamo con uno", stabilì Victor. Yuuri annuì, cercando di calmarsi e appoggiando la testa al cuscino.
Victor gli accarezzò una spalla. "Sarai una mamma perfetta".
"Ma finiscila!", ribatté Yuuri, tirando una sberla alla cieca alle cosce di Victor, trattenendo però un sorriso.
Il Re ridacchiò. "Intanto prima dobbiamo sposarci", sussurrò al suo orecchio, mandandogli dei brividi in tutto il corpo. Victor strinse di più la vita del moro, prendendogli poi la mano al cui anulare portava il piccolo cerchio d'argento e, intrecciando le dita con le sue, fece scontrare i due anelli.
Una promessa che presto avrebbero mantenuto.






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Note autrice

Ci sono autori che mettono nell'epilogo due righe e ciao.
E poi ci sono io, che - essendo coerente e rimanendo la logorroica che sono - lo scrivo più lungo di un capitolo normale! *va a farsi curare*

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