One Shot: Buon compleanno, John

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-Io esco, John-. Dico mentre afferro il cappotto e la sciarpa.
Lui annuisce.

-Va bene. Torna presto, però-.

-Non potrei mai tornare tardi. Non oggi-.
Lo vedo sorridere leggermente, mentre continua a leggere il giornale, e comincio a sorridere anche io.
Scendo velocemente le scale ed esco fuori dalla porta, inspirando l'aria umida di Londra.
Oggi é il compleanno di John.
Il suo primo compleanno da quando ci siamo messi insieme.
Mi sono promesso di comportarmi come una persona normale, e ho deciso di regalargli qualcosa. Il problema é che non so cosa.
Non sono il mio campo, i regali.
Gingilli inutili che non saranno mai utilizzati.
Che idiozia.

Tuttavia, voglio regalargli qualcosa di unico. Qualcosa che non dimenticherà mai.
Ma cosa?

Avanti, Sherlock! Pensa! Cosa adora John? Cosa desidera più di ogni altra cosa?

Mangiare?

Idiota.

I maglioni?

Ne ha una quantità indecifrabile.

Cacciarsi nei guai?

Cerca di non mettere in pericolo la vostra vita per fargli un piacere.

Senza rendermene conto, ho imboccato una strada che non conosco. Questo mi stupisce, perché ero convinto di conoscere tutte le strade della città. Questa però é una stradina piccola, con pochi palazzi.
Gli spazi tra un edificio e l'altro sono colmati da enormi tassi. C'è poca gente in giro, al contrario della strada principale. Non sapevo che Londra potesse avere una strada tanto pacifica.

Mi riscuoto dalle mie riflessioni, ritornando a pensare al regalo che potrei fare a John.
Che cosa adora John? Che cosa desidera più di ogni altra cosa?

Vengo distratto da un rumore. Sembra un pianto, di un bambino. Sembra provenire da uno degli edifici.
Individuo la fonte del rumore e leggo l'insegna a grandi lettere sopra la porta del palazzo.

Orfanotrofio Regent

Improvvisamente, la risposta al mio problema si materializza, chiara e semplice davanti ai miei occhi.

Che cosa adora John?
Che cosa desidera più di ogni altra cosa?

Una famiglia. John vuole una famiglia.
Ricordo il suo sguardo, quando uscivamo, mentre guardava i bambini giocare con i genitori. Uno sguardo felice, coperto da un velo di malinconia.
Sto per fare una cosa folle.
Tremendamente folle.
Nessuno se l'aspetterebbe, non da me.
Ma io lo voglio. E anche John lo vuole.
Lui vuole una famiglia. Ed io gliela darò.
Prendo un respiro profondo e entro con passo deciso dentro l'orfanotrofio.

Circa un'ora dopo, sono di ritorno in Baker Street, con i moduli in tasca. Si tratta di una bambina, di nome Martha. Ho scelto una femmina perché John ha un debole per le bambine. Glielo chiederò a cena.
Spalanco la porta del nostro appartamento e trovo John ai fornelli, intento a preparare il pasto.

-Sei tornato, finalmente.-

-Quanto sono stato via?-

-Un'ora e mezzo circa. Come mai ci hai messo tanto?-

-Non me ne sono reso conto. Pensavo fosse passata appena mezz'ora-.
Lui mi guarda, negli occhi blu uno sguardo divertito.

-Siediti. É pronta la cena-.
Appena prima di sedermi, tolgo i moduli di adozione dalla tasca del cappotto e li infilo nel taschino della giacca.

Per un po', si sente solo il rumore delle forchette sui piatti. Stranamente, nessuno sa cosa dire.
Quando lo faccio?
Come lo faccio?
Non posso di certo dirgli:
"Ehi John, vuoi adottare una bambina? Approposito, che c'è per colazione?"

-Scusami un attimo, devo andare in bagno-.

Santo cielo, Holmes, hai l'intelligenza più grande d'Inghilterra e non ti viene in mente una scusa migliore?

Mi metto davanti allo specchio e mi guardo. Faccio un paio di prove, per decidere in che modo posso dirglielo. Esitante?
Timido?
Sicuro?
É una delle cose più difficili che abbia mai fatto.

Alla fine lascio perdere. Devo farlo e basta. Ritorno in cucina, cercando di mantenere un'espressione serena, anche se dentro sento lo stomaco contorcersi per l'ansia. Che cosa dirà?

Dopo essermi seduto, mi schiarisco la voce.

-John.-

-Sì-.

-Tifattourregalo.- Magnifico. L'ho detto troppo velocemente.
Vedo John quasi strozzarsi con il boccone, mentre trattiene a stento le risate.

-Come scusa?-

-Ti... Ti ho fatto un regalo-.

Lui mi guarda, incredulo.
Il suo sguardo é eloquente.

-Sì, okay, non te lo saresti mai aspettato. Non sono la persona da cui te lo saresti aspettato. Ma è il tuo primo compleanno da quando stiamo insieme e volevo, almeno per una volta, apparire normale. Comunque...
Comunque ecco il tuo regalo-. Concludo, tirando fuori i fogli dalla giacca.
Glieli porgo e lui li afferra, guardandomi interrogativamente.

-Che cosa sono?-

-Leggili.-

Lui fa come gli dico, e osservo i suoi occhi che saettano sulla carta, ad ogni frase diventando più increduli. Quando termina di leggere, mantiene per un istante lo sguardo fisso sul pavimento, prendendo un improvviso interesse per la moquette.
Preferisco non parlare per primo, voglio che sia lui ad esprimersi.

-Sul serio, Sherlock?- chiede dopo parecchi minuti, finalmente sollevando lo sguardo su di me.

-Sì, John. Se lo vuoi tu, lo voglio anche io.-
Guardo i suoi occhi blu diventate lucidi, illuminando il cobalto che gli colora le iridi.

-Cosa ne pensi?- domando timidamente.

-Cosa ne penso?- Esclama solo, mentre si sporge verso di me per baciarmi.

-Ecco cosa ne penso.- Mormora quando si stacca.
Si guarda nervosamente in torno, per poi afferrare una penna e scarabocchiare la sua firma, sotto la mia.
Sorrido, come credo di non aver mai fatto in vita mia.

-Buon compleanno, John-.

Angolo Autrice:
SHONO TORNATAH.
E per rimediare a questi tre giorni di assenza, vi ho scritto questa One shot. Fatemih sapereh cosah ne pensateh
 

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