One shot: Per tutta la vita. Pt.2

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Mezz'ora.
Il tempo é dannatamente veloce. O dannatamente lento?
Cerco di scandire quei minuti che separano il presente dal mio futuro. Sono impaziente, voglio che accada tutto subito. Eppure, il fatto che stia per accadere mi angoscia.

Non riesco a scollare gli occhi dall'orologio sulla parete. In questa angusta stanzetta, mi sento soffocare.
Mycroft é fuori dalla porta, che aspetta. Io invece aspetto che mio fratello mi avvisi che é arrivato il momento.

Venti minuti.
Ancora così tanti? O così pochi? Non capisco più niente.
Devo mantenere una mente calma. Devo mantenere la lucidità.

Calmati.

Mi calmo.
Mi devo calmare.

Mi torco le mani, nervosamente.
Non riesco a trovare una posizione comoda.
Mi passo continuo le mani fra i capelli.
Mi alzo e mi dirigo verso la porta, aprendola leggermente.

-Sherlock! Devi rimanere dentro!- mi rimprovera mio fratello.

-Mycroft, io non... Non ce la faccio. Non ce la posso fare-.
Mycroft mi guarda qualche secondo, poi entra.

-Siediti-. Mi ordina. Faccio come mi dice.

-Sinceramente, non ho mai pensato che ti saresti sposato. Non lo pensava nessuno, nemmeno tu. Sei sempre stato, fin da piccolo, una persona introversa. Poco propensa a qualsiasi rapporto con un essere umano. Gli amici li avevi, certo, ma ci giocavi e basta. Per il resto, non ci stavi quasi mai. Non eri nemmeno una persona affettuosa. Non te ne importava nulla dei sentimenti. Per questi motivi, sono stato molto sorpreso quando ho saputo del tuo fidanzamento con John. Non perché fosse un uomo, no. Perché non pensavo ti saresti mai innamorato. Ma adesso, Sherlock, se c'è una cosa di cui sono certo, é che tu ami John Watson. Lo ami?-

-Certo. Certo che lo amo-. Dico.

-Non ne dubitavo. Quindi, adesso, fatti questa domanda. Tu vuoi passare il resto dei tuoi giorni, con la persona che ami?-

-Sì.- ammetto. Questa semplice parola basta ad alleviare un enorme peso sullo stomaco. Un peso che non mi ero accorto di avere.

-Quindi adesso smettila di fare l'idiota e sposati. Mancano cinque minuti-.

Cinque minuti.
Mi porto davanti allo specchio e mi guardo, cercando di sistemare ogni difetto. Una ciocca ribelle di capelli che é uscita dalla pettinatura, la giacca stropicciata. Cerco di essere perfetto per lui.
Per John.

-Sherlock, é ora-.
Prendo un respiro profondo ed esco dalla porta. Attraverso con passo incerto il viale alberato che mi separa dall'ingresso del Municipio. Mi blocco davanti all'enorme porta di legno. Mycroft mi mette una mano su una spalla, incoraggiandomi.
Lo ringrazio con lo sguardo. Anche se non abbiamo mai avuto buoni rapporti, é pur sempre mio fratello.

Spingo la porta, rivelando un'enorme sala con le pareti giallognole ed enormi vetrate. Ai lati sono seduti gli invitati. Intravedo la signora Hudson e Molly in prima fila, che mi sorridono tra le lacrime. Vedo Le strade tutto sorridente. Vedo anche Anderson, che John ha insistito ad invitare. Poi vedo lui. John, bello come non mai, felice come non l'ho mai visto. A quel punto sorrido anche io. Stavo già sorridendo prima, ma era un sorriso timido. Adesso, invece, sento la gioia uscirne.

Entrambi ci scambiamo le promesse.
Quando il giudice annuncia che ho il permesso di baciare John, il momento che aspettavo da tutta la giornata, lo faccio come non l'ho mai baciato. Sento un fragoroso applauso che arriva dagli invitati, ma é distante. Per me esiste solo lui, adesso.
Quando ci stacchiamo lo guardo negli occhi.

-Per tutta la vita, John-. Mormoro.

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