CAPITOLO 2

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Violet


Grazie all' autobus arrivai in ritardo a scuola, "Iniziamo bene l' ultimo anno di superiori" pensai. Mi recai in classe e per mia fortuna la professoressa non era ancora arrivata, tutti i miei compagni parlavano tra loro e molti non si erano ancora seduti così riuscì a sedermi in seconda fila, il posto perfetto dove ascoltare e passare inosservati.

-Seduti! Sono la vostra nuova professoressa di inglese, mi chiamerete Prof. Brown, ci sono 3 semplici regole durante le mie lezioni:

1)Non si disturba;

2)Si svolgono i compiti per casa;

3)Non si arriva in ritardo.

Sento la porta aprirsi e dopo questa ramanzina tutti ci voltiamo verso la povera persona che ha già infranto la terza regola.
-Ho appena spiegato ai tuoi compagni che nelle mie ore non sono permessi ritardi.- lo guardò con aria di sfida.

-Non è giornata.- disse questo ragazzo, venne verso di me e subito non ne capì il motivo finché non mi accorsi che era l' unico banco libero. Appoggiò il suo zaino sul tavolo e il casco per la moto ai piedi, lo guardai, era nuovo, capelli rossi, occhi verdi, carnagione chiara con qualche lentiggine, vestito con una semplice maglietta a maniche corte grigia e un jeans scuro.

La professoressa non si sarebbe fatta sottomettere facilmente:

-Non la mando dal preside solamente perché è il primo giorno e lei deve essere lo studente nuovo, Adam Green giusto?-

Annuì leggermente, la prof iniziò a spiegare ma lui continuava a fissare un blocco degli appunti ma che non stava usando per quello, stava disegnando, non so cosa ma stava continuando un disegno già iniziato in precedenza, un volto di una donna.

Mi riscosse dai miei pensieri la professoressa:

-Lei è?-

-Violet Davidson.-

-Provi almeno a seguire la lezione e a non fissare per tutta l'ora il Sig. Green.-

Tutti mi fissarono, tranne il diretto interessato che era troppo impegnato nel suo disegno, arrossì, non credevo che lo stessi fissando, quegli sguardi erano come pugnali al cuore...

Adam
La scuola non è iniziata nel migliore dei modi dopo essere stato sgridato dalla professoressa di inglese ci mancava solo una compagna di banco che mi fissa tutto il tempo o per meglio dire ha fissato il mio disegno tutto il tempo, è una cosa che non tollero, nessuno deve capire cosa disegno, sembrava interessata al modo in cui disegnavo non tanto al soggetto ed è la prima volta che mi capita. Il resto delle ore ho ascoltato professori che spiegavano ma soprattutto ho fatto finta di prendere appunti.

Finalmente arrivò la ricreazione, dovevo fumare una sigaretta o sarei impazzito mentre stavo uscendo, una ragazza dai facili costumi mi bloccò la strada.

-Ciao io sono...- non le feci dire il suo nome che la interruppi:

-Spostati.-

-Ma sai almeno chi sono?-

-Certo sei quella che si sente la Madonna scesa in terra ma che di Vergine ha solo il cervello.-

Non rispose, mi guardò con uno sguardo che avrebbe fatto rabbrividire chiunque tranne me, se ne andò lasciandomi finalmente uscire.

~

-Non avevo mai visto nessuno rispondere così a Tiffany.

Stavo disegnando quando alla mia destra sentì questa voce, non mi voltai ma risposi:

-Da come l'hai detto sembra che non aspettavi altro.-

-In realtà non si è mi fatta mettere i piedi in testa da nessuno e scusami per prima.-

Nell' ultima ora di scuola mi misi a parlare con questa Violet, alla fine non era male...


Angolo autrice: Siamo all' inizio della storia e spero che vi stia appassionando e fatemelo sapere con una stellina e un commento💕. Che ne pensate di Tiffany? Al prossimo capitolo😉.





























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