VioletNon credo più alle parole dette al vento, tanto meno quelle enunciate con enorme falsità da quel terribile giorno.
*inizio flashback*
-Ci dispiace per la sua perdita, lui avrebbe voluto vedere vostra figlia crescere e dargli questo di persona.-
Avevo 8 anni, non era già abbastanza avere a che fare con coetanei senza una briciola di cervello, no chiunque ci sia lassù volle farmi rimpiangere la mia nascita. Mia madre non disse nulla, stava cercando di trattenere le lacrime, io ero in camera mia che giocavo ma appena sentì delle voci estranee corsi giù dalle scale sperando che fossero gli amici di papà e che fosse finalmente tornato. Andai dalla mamma e guardai con attenzione gli uomini che avevo davanti, non li avevo mai visti prima e tra loro non c'era il mio adorato papà però avevano la stessa divisa. Uno di questi uomini mi diede una collana, c'era la targhetta di papà con il suo numero, lo portava sempre al collo e capì subito che qualcosa non andava.
-Dov'è Marcus?- chiesi timorosa a quel uomo alto, calvo, con molte medaglie attaccate al giubbotto.
Si abbassò e mi guardò negli occhi e pronunciò le parole che tolsero ogni mio dubbio:
-Tuo padre era un grande uomo, ha lottato fino all' ultimo per la patria.-
Rimasi immobile intanto loro uscirono, mi ritornava in mente sempre il tempo verbale che aveva usato per descrivere mio padre "era" come se in quel momento fosse solo un lontano ricordo...
*fine flashback*
Non credo che mai riuscirò a pensare a questo ricordo senza piangere, senza ricordami di quello che ho fatto a mio padre, non andare al suo funerale solo perché prima di partire mi aveva fatto una promessa che però non mantenne:"Tranquilla piccola mia, torno prima che tu te ne accorga e dopo non andrò più in missione e mi occuperò solamente di te e della mamma". Quella sarebbe dovuta essere la sua ultima missione e rispetto ad altre che aveva fatto sarebbe anche stata breve e sicura se non fosse stato per un attacco a sorpresa alla base dove mio padre stava lavorando. Pochi anni dopo il rancore che provavo per lui fu sostituto dalla rabbia verso chi gli aveva chiesto di diventare militare, so che era un ingegnere bravissimo, so che come lavorava lui pochi lo facevano e so che se ci fosse stato lui al mio fianco ora le cose sarebbero state diverse, ora mamma per non pensare mai a papà sta a lavoro fino a tardi e se non per colazione io per lei non esisto.
Mi risvegliai dai miei pensieri, guardai il cellulare e vidi che erano già diventate le 4 del pomeriggio, decisi di alzarmi e tornare a casa per studiare, è l' unica cosa che mi può aiutare a non pensare a niente.
~Angolo Autrice: si sempre tardi devo pubblicare il capitolo ci dovrete fare l' abitudine e niente ora che sapete delle cose in più su Adam e su Violet cosa succederà? Al prossimo capitolo😉.

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Amore Improbabile
RomanceViolet Davidson crede che l' ultimo anno di superiori sarà come tutti gli altri, tutto il tempo a studiare e fare volontariato per avere un ottimo voto nel diploma e riuscire ad entrare in un ottima università magari Yale o Harvard o il MIT ma nient...