Capitolo 8

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Eveline pov's

Da quanto tempo sta qui?

Colta alla sprovvista, la paura cominciò a divempare nel mio corpo. Sono scioccata, anzi sconvolta, nel vederlo qui.

Oh santo cielo! Non ditemi che è iscritto in questa scuola?

Ma porca miseria perchè proprio a me?!

Sei nei guai fino al collo mia povera Evie!

Oh dio quest'anno non è nemmeno cominciato e sta andando di merda!

Non prevedo nulla di buono.

Ditemi che sono ancora in tempo per cambiare scuola!

"Che c'è? Hai perso la lingua percaso? O forse ti è caduta mentre mi lanciavi addosso la carta del panino?" il suo tono derisorio mi fa imbestialire, ma almeno mi risveglia dal mio stato di shock e dal mio dialogo mentale con la mia coscienza.

Così mi riprendo in fretta assumendo un'espressione indifferente.
Decido di fare la finta tonta, giusto per fargli capire che di lui non me ne frega niente!

"Scusa ci conosciamo?" fingo benissimo di non conoscerlo e per un momento mi pare che ci sia pure cascato, giusto un piccolo istante.

"Oh ci conosciamo eccome Eveline Williams! Ti ricorda qualcosa il nome Alexander Davies?" assume l'aria da superiore alzando il suo sopracciglio perfetto incurvandolo all'insù.

"No! Non mi sembra di averlo già sentito, sai? Nomi brutti come questi non li dimentichi facilmente. Tu lo conosci questo sfigato?" uso io questa volta il tono derisorio, e pare fare l'effetto desiderato.

"Sfigato?! A me?" chiede strabuzzando gli occhi e punta l'indice contro il suo petto.
"Alexander Davies non è uno sfigato! E non è nemmeno un nome brutto."

"Mmm no... non ho idea di chi sia!"

"Sono IO!!" mi urla ad un palmo dalla mia faccia, ma nonostante questo non indietreggio.

"Quindi sei te lo sfigato?"

"No... cioè si... intendo dire no! Non sono lo sfigato, ma sono Alexander." il modo in cui balbetta mi fa scoppiare in una risata fragorosa.

Che figo patetico!

"Bene... ma a me non interessa saperlo! Quindi togliti dai piedi." dico spingendolo di lato e oltrepassandolo.
Prima di fare un altro passo, mi sento tirare dal braccio destro e sbattuta contro una parete dura e fredda. Mi ritovo tra le sue braccia con i palmi della mano, appoggiati sul muro, ai lati della mia testa. I nostri corpi si sfiorano e io subito mi ritrovo ad indietreggiare, per quanto mi è possibile, per mettere più distanza.

"Dove pensi di andare? Non abbiamo ancora finito di parlare."

"Ma chi cazzo ti conosce, coglione! Levati. Non ho niente da dirti." poggio le mie mani sul suo petto notevolmente solido e cerco di spingerlo indietro, ma con quel contatto sembra che tutta la mia forza si sia dissolta nel nulla.

Accidenti Eveline che ti succede? Non puoi dargliela vinta!

"No no no ancora non ci siamo." mi respinge di nuovo contro il muro e si avvicina ulteriormente.

Dannazione!

"Cos'è che vuoi?" sbotto al limite della sopportazione.

"Voglio le tue scuse!" dice con un tono serio, ma sulla sua faccia da pigliare a schiaffi rimane comunque l'espressione derisoria.

Scoppio a ridergli in faccia, colpendolo nuovamente nell'orgoglio, o almeno quello che gliene rimane, dato che sta incassando figure di merda una dietro l'altra grazie alla sottoscritta.

"Allora resteremo così finchè non farai ciò che voglio." appena i suoi polpastrelli sfiorano delicatamente la mia guancia sinistra scatta subito l'allarme. Tutto questo mi sembra un deja-vu!

《"Aiutami Eveline!" l'urlo assordante della mia amica mi rizza i peli della schiena. Il panico comincia ad impossessarsi del mio corpo, e in un nano secondo sento tutte le osse del corpo tremare violentemente una contro l'altra.

Cerco di muovermi tra i rami incastrati del cespuglio graffiandomi sia le braccia che le gambe e ciò mi causa un bruciore assurdo, ma grazie all'adrenalina che scorre nel mio corpo non ci faccio molto caso. In questo momento mi sento incatenata.

Oltre alla voce di Crystal, sento anche un'altra voce maschile, roca e sconosciuta.

"Non urlare bambina! Tanto non verrà nessuno a salvarti." sento una risata a dire poco malvagia, seguita da altre due. Sbircio da dietro i ramocelli e riesco a vedere Crystal intrappolata, con la schiena contro il tronco di un albero e intorno a lei ci sono tre ragazzi alti e muscolosi dall'aspetto molto inquietante.

Chi sono quelli? E cosa vogliono dalla mia amica?

"Ti prego Eveline vieni ad..." la frase di Cryssie viene interrotta da una botta violenta.

La stanno picchiando!

"Zitta figlia di puttana! Qui si fa come voglio io." riesco a vedere dalle fessure una mano abbattersi sul viso della mia amica. Anche se è abbastanza lontana da me riesco comunque a vedere la sua guancia sinistra diventare di una sfumatura di un rosso molto acceso e dalle sue labbra fuoriesce un rivolo di sangue》

Mi riprendo velocemente e noto che la nostra posizione non è cambiata minimamente.

Dopo questo deja-vu, come per miracolo, riaquisisco tutte le mie forze, e stavolta lo spingo rabbiosamente, facendolo indietreggiare di qualche passo. Rimane stupito dalla mia forza e, prima che possa riafferrarmi, agisco spontaneamente.

Vai Eveline! Mostragli chi sei veramente.

Lo prendo con forza dal colletto della maglia bianca ancora macchiata di ketchup e maionese e lo sbatto io al muro sta volta. Cambiando, per la seconda volta in questa giornata, i nostri ruoli.

Mi stupisco da sola della mia forza, e anche lui la pensa come me, data l'espressione sconvolta sulla sua faccia.

"Ascoltami bene coso, perchè non te lo ripeto una seconda volta..." dico con tono serio e nel frattempo calmo, a qualche centimetro dal suo viso,
"Prova solo a sfiorarmi di nuovo e la prossima volta ti staccherò le palle e le appenderò come ricordo nella mia camera!"

Gli dò l'ultima spinta facendo sbattere la sua testa nuovamente contro il muro, poi lo mollo di scatto e mi avvio con passo deciso verso l'uscita.
Solo ora mi accorgo del ragazzo dai capelli neri, già visto al McDonald's con lui, fermo dietro di noi di qualche passo, ad assistere alla scena.
Dalla sua mascella che quasi sfiora il pavimento, capisco che non ha mai visto nessuno rivolgersi così all'amico e affrontarlo in quel modo.

Credevano forse che le ragazze non sappiano difendersi?
Bhe si sbagliano di grosso!

Lo sguardo dell'amico è al 40% meravigliato, 55% incredulo, 68% sorpreso e al 100% stupito. Insomma un mix da paura!
Non riesce ancora a capire con quale forza sia riuscita a sbattere quel ammasso di muscoli contro il muro, e sinceramente nemmeno io lo capisco.

È frutto di quattro anni di arti marziali, sei anni di thai boxe e tre autodifesa!

Si in effetti così è più logico. Quindi ora a quanto siamo?

Eveline tre, Alexander zero!

Mi batto il cinque mentalmente e con passo spedito esco dal portone e, nonostante muoia dalla voglia di vedere la sua espressione incredula un'altra volta e stamparmela nella mente per sempre, mi avvio verso la fermata senza girarmi.

D'ora in poi credo che non mi disturberà più se vuole ancora tenere ben custoditi i suoi gioielli!

L'inferno nei miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora