Sto dentro la camera, che non sarà più mia tra qualche minuto, ad ammirare l'ordine raramente presente in essa. Rivolgendo l'ultimo sguardo a queste quattro mura, che mi hanno ospitata per sei lunghi anni, lascio che il turbine dei ricordi mi riporti un po' indietro nel tempo, precisamente al primo giorno in cui io e mia madre ci siamo trasferite in questa modesta, ma accogliente casa. Era passato appena un mese dal divorzio dei miei e non avevamo avuto molto tempo per scegliere una casa migliore, il nostro unico obiettivo era quello di fuggire il più lontano possibile nel minor tempo possibile, ma tutto sommato siamo state anche piuttosto fortunate a trovare una casa come questa, con un prezzo abbastanza economico. Inoltre con i soldi di mia mamma non potevamo mica permetterci una villa a tre piani con una piscina sul retro e uno spa, ma non mi sono mai fatta problemi riguardo a questa cosa.
In questa casa credevamo di poter trovare rifugio dal nostro passato tormentato. Ma ora eccoci qui, di nuovo, a prendere ed invaligiare tutto, persino i ricordi, e partire di nuovo verso il nostro vecchio inferno.
"Evie sei pronta? Ho già messo tutto nel bagagliaio del taxi." la voce di mia madre mi distrae dai miei pensieri malinconici e mi riporta alla realtà.
"Si mamma ora arrivo." chiudo la porta della stanza, sperando, anche solo per poco, di poter rinchiudere dentro i brutti momenti.Sbatto lo sportello della macchina, dopo essermi posizionata sul sedile posteriore del passeggero, metto la cintura mentre giro la testa verso il finestrino, per lanciare l'ultimo sguardo alla mia 'vecchia' casa e darle l'addio.
"Sei pronta tesoro? Stiamo per partire.""Si sono pronta, può andare." dico rivolgendomi al tassista.
Chiudo gli occhi e mi posiziono meglio sul sedile, per cercare di addormentarmi quel poco che dura il viaggio in macchina. Ogni mio tentativo ti trovare un po' di sonno fallisce miserabilmente, perciò mi ritrovo costretta ad osservare le vie, le case e i negozi che si estendono lungo il paesaggio, per l'ultima volta.Ricordo ogni singolo minuto che ho trascorso a percorrere queste strade, ogni istante in cui mi sono fermata davanti ad una vetrina ad ammirare ciò che c'era oltre il vetro.
"Siamo arrivati signore." annuncia l'uomo e, mentre io scendo a prendere le nostre valige, appostate nel bagagliaio, mia madre gli porge i soldi e lo ringrazia per il passaggio.
"Andiamo che San Diego ci aspetta!" mia madre esulta felicemente, mentre io vorrei sotterrarmi.
Non sono ancora pronta ad affrontare le mie paure e i miei incubi, ma per la felicità di mia madre, mi ritrovo costretta a farlo, mettendo da una parte, almeno per questa volta, i miei desideri.Dopo il check-in e i soliti controlli di sicurezza tipici di tutti gli aereoporti, saliamo sul nostro aereo, che ci porterà in California, più precisamente a San Diego, città dei sogni per chiunque, città degli incubi per me.
Il viaggio in aereo non è stato una tortura come mi aspettavo, viaggiavo spesso con questo mezzo da piccola, ma sono passati ormai più di sei anni dall'ultima volta. C'è un bel tempo e, anche se questo può sembrare molto strano, questo clima mi mette un grande mal umore e una forte sensazione di disagio!
Dopo il viaggio sfaticante ed estenuante, finalmente ci troviamo fuori dal taxi, davanti alla nostra nuova casa. So che mia madre ha cercato di comprare la casa più distante possibile da quella vecchia che condividevamo un giorno tutti insieme, ma sono sicura che questi pochi chilometri non basteranno a tenermi al sicuro dalle mie tenebre.
Dando una prima occhiata si può contestare che questa è leggermente più grande di quelle precedenti. Persino i colori vivaci la rendono più ospitabile.
All'interno è ben arredata, ovviamente i mobili non sono di chissà quale marca, ma nonostante tutto, posso dire che è molto accogliente."È veramente molto bella mamma! Ma come hai fatto a pagare per tutto ciò?" chiesi alla donna che stava chiudendo la porta d'ingresso alle mie spalle, mentre io ammiravo affascinata ogni singolo oggetto presente.
"Dimentichi che da oggi in poi avrò un buon stipendio... ora possiamo permetterci questo e anche molto di più!" mi rivolge uno sguardo felice e anche pieno di gratitudine, forse volendo ringraziarmi per aver accettato questa nuova situazione nonostante tutto.
"Vai a vedere la tua stanza, è quella infondo al corridoio a sinistra." mi indica la mia nuova stanza e io mi avvio verso essa. Lei invece porta tutte le valigie in camera sua per smistarle e ordinare tutto dopo cena.
La mia stanza è di medie dimensioni, molto più grande rispetto all'altra.
Il mio letto, da una piazza e mezza, si trova al centro della stanza ed è di color argento, così come l'armadio, mentre la scrivania che si trova sotto la finestra è di legno bianco. L'unico difetto della stanza è che le pareti sono dipinte di rosa. Un colore nauseante insomma!
Penso che la prima cosa che farò nei prossimi giorni sarà quella di ridipingere l'intera camera a modo mio, perchè non posso dormire per molto tempo dentro il perfetto mondo di Hello Kitty.Bleah, che schifo!
Esatto, è molto ripugnante!
"Evie? Cosa ne dici? Ti piace?" mia madre versione esaltata sembra apprezzare molto questa stanza.
"È ok... insomma è piuttosto carina, ma le pareti sono orribili, sappi che tra domani o dopo li ridipingo."
"Ma perchè? Il rosa è molto femminile, inoltre calza a pennello con i colori di questi mobili"
"No mamma, ci vivrò io qui dentro e non voglio stare in una stanza fatta di zucchero filato alla fragola" dico con una smorfia di disgusto sulla faccia, non è che non mi piaccia lo zucchero filato, anzi lo adoro, ma queste mura sembrano fatte apposta per farti salire il diabete.
"Va bene, va bene... fà quello che vuoi però evita di farla nera come quella volta tre anni fa! Sembrava la stanza dell'orrore!" quasi scoppio dal ridere di fronte alla smorfia di mia madre.
Ricordo ancora quel giorno, quando decisi di cambiare il colore delle pareti, da blu a nero. Inutile dire che dopo solo due settimane mia madre me l'ha ridipinta di nuovo, stavolta però di viola scuro, insistendo nel farla più femminile, nonostante la mia insistenza."A me non dispiaceva affatto, anzi era molto rilassante."
"Rilassante? Ma stai scherzando?! Era una stanza mortuaria." sbotta contro di me guardandomi incredula. "Anche con la finestra spalancata e la luce accesa sembrava buia."
"Bhe ed è per questo che in quel periodo ho fatto i miglior riposini del mondo"
"Tu sei proprio strana figlia mia! Non ho la più pallida idea di come io ti abbia fatta così. Io alla tua età attaccavo in ogni angolo della stanza poster con fiorellini e cuoricini"
"Oh mio dio! Che orrore! Per favore non continuare." tirai fuori la lingua e avvicinando due dita alle labra, simulando un vomito finto.
"Orrore? Ah lascia stare! Tanto chi vi capisce voi ragazze 'moderne'" dice quest'ultima parola alzando due dita in ogni mano, mimando le virgolette.
"Quando hai finito di sistemarti, vieni in cucina che ti ho prenotato del sushi."Il sushi è il mio cibo preferito, ma d'altronde a me piace mangiare di tutto, diciamo che il mio hobby preferito è quello che io chiamo 'ingerire più cibo possibile'.
A volte mi chiedo come faccio ad essere ancora magra con tutte queste assurde quantità di cibo che assumo. Chiunque mi vedesse, penserebbe subito che sono come le solite ragazze che mangiano quattro nocioline per cena, oppure come quelle che passano ore e ore in palestra, mentre invece io mi abbuffo di tutto e di più e non pratico nemmeno nessun tipo di sport.
Niente oltre al divaning e allo zapping in tv!
Questo è poco ma sicuro, cara coscienza!
In realtà in passato ho fatto vari sport, variando dal nuoto, quando ero ancora piccola, agli arti marziali, ma dovetti smettere ogni tipo di attività due mesi fa, grazie alla rottura della tibia sinistra, durante una gara di Thai boxe.
Avevo iniziato a praticare solo sport per l'autodifesa da quando avevo nove anni, non volendo sentirmi più debole di fronte a qualcuno. Avevo la costante necessità di credermi forte.
Avevo smesso col nuoto, che all'epoca era lo sport dei miei sogni, dopo ciò che era successo a Crystal circa una decina di anni fa. Tutto per colpa di quel giorno orribilmente indimenticabile!
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L'inferno nei miei occhi
RomanceEveline è una ragazza normale, dai capelli castani scuri e dagli occhi gialli con sfumature tendenti al rosso ramato. Dentro questi occhi rari, ma affascinanti, nasconde il suo passato. Un passato da dimenticare e un dolore da curare, che pian piano...