Capitolo 13

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"Eveline?" qualcuno mi sta chiamando, ma io non riesco a connettere il cervello.

Cos'è tutto questo rumore?

Sento qualcosa che si sta muovendo vicino a me e sta facendo muovere pure me. Sembra di essere sdraiati sulla superficie dell'acqua lasciando che le onde ti trasportino lontano dalla spiaggia, lontando dal mondo. Questa sensazione può sembrare piacevole per chiunque, ma per me no. È soffocante, distruttiva e letale. Proprio come se ci fosse uno Tsunami ad abbracciarti.

"Eveline?" sento di nuovo questa voce famigliare ma in questo momento mi suona molto irritante.

Da dove viene questo rumore? Chi è che mi chiama?
Non ci sto capendo niente!

Ad un tratto vengo assalita da una luce accecante, che mi obbliga ad emettere un verso di lamento e mi rigiro sul posto cercando di alleviare la sensazione di fastidio, ma niente è sempre lì che mi colpisce in pieno.

Cosa mi sta succedendo? Ma soprattutto dove sono? Che sia finito il mondo e io sono bloccata qui?

"Eveline svegliati!" questa volta a colpirmi in faccia è una cuscinata accompagnata da un urlo assordante nell'orecchio destro.

Mi alzo di soprassalto, strabuzzando gli occhi e guardandomi attorno per capire dove diavolo mi trovo.
Sono in camera mia.

Oh meno male! Niente fine del mondo.

Mi tranquillizzo subito, ma dopo nemmeno mezzo secondo vengo ributtata giù sul materrasso e soffocata e stritolata in un abbraccio. Non riesco più a respirare.

Non realizzo subito ciò che mi sta succedendo attorno, almeno finchè non sento quella voce familiare che conosco fin troppo bene.

Emeline!

Quando è arrivata?

"Emeline... mi stai... soffocando!" riesco a dire con un filo di voce mentre cerco di togliermela dal collo, spingendola indietro.

"Mi sei mancata... troppo!" finalmente si stacca e mi guarda con occhi nostalgici e un sorriso luminoso.

A proposito di luminosità e luce? Cos'era quella luce che mi ha colpita in faccia mentre dormivo?

Mi giro verso la finestra e rimango stupita nel vedere le tende ancora chiuse. Alzo lo sguardo verso il soffitto ma la luce è spenta. E allora da dove veniva?

Mia sorella, vedendo la mia espressione stupita e confusa, riprende a parlare.

"Stai cercando questo?" mi dice con un sorriso divertito alzando la mano destra in cui tiene una torcia.

Una torcia? Cosa ci fa con una torcia in camera mia di primo mattino?

La mia espressione confusa si amplificò e con essa anche il sorriso divertito di Emeline.

Sveglia stupida! È stata colpa sua! Ti ha puntato in faccia quella torcia.

Quando realizzo cosa mi ha appena fatto, la mia espressione cambia subito in una incazzata. E subito le salto addosso buttandola sul letto. Lei scoppia immediatamente in una risata, quando le mie dita vanno a solleticarle la pelle. So che lei soffre il solletico, come me. Ed è per questo che lo sto facendo, altrimenti la seconda opzione sarebbe quella di penderla a botte, con i cuscini ovviamente!

"Brutta peste, stavo dormendo beatamente!" continuo a solleticarla stando a cavalcioni sopra di lei, la sua risata sta aumentando mentre gli occhi stanno lacrimando.

"Ok... ok... basta" dice le parole a tratti, cercando di respirare il più possibile, per quanto le è concesso.

"Chiedimi scusa." le ordino e non riesco a trattenere un sorriso.

L'inferno nei miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora