Vado di fretta in camera mia e compongo il numero di mia sorella. Dopo tre tentativi falliti, al quarto sento la voce scossa di Emeline.
"Pronto Evie..." il suo respiro è irregolare, tormentato dai continui singhozzi.
"Emily... che succede?" chiedo ad un fiato alzando un po' la voce.
"Non voglio più tornare a casa Evie, non voglio più vivere sotto lo stesso tetto con quell'uomo!" il suo pianto aumenta e la sua voce diventa sempre più roca.
"Calmati per favore... e dimmi cosa è successo."
"N-no non ce la faccio!"
"Ti prego Emily... voglio solo darti una mano!"
Dopo qualche minuto di silenzio accompagnato solo dai suoi singhiozzi e dal pianto isterico, finalmente si decide di parlare.
"È successo di nuovo Evie... l'ha fatto ancora!" il panico mi assale dopo aver compreso il significato di quella frase, perchè io l'ho provato sulla mia stessa pelle.
"Mi ha picchiata di nuovo quando mia madre non c'era. Era fatto e ubriaco e io non sapevo cosa fare, mi sono rinchiusa in camera fingendo di dormire ma non ha funzionato. Dovevi vederlo Evie... era completamente andato fuori di testa, impazzito!"
"Tranqilla ora! Dimmi dove sei e io cercherò di aiutarti..." cerco di calmarla il più possibile e ciò che dico pare fare l'effetto desiderato.
"Sto venendo da te!" esclama con un filo di voce, forse avendo paura di farsi sentire.
Rimango completamente spiazzata da ciò che ha appena ammesso."Cosa?! Da me?"
"Si Evie! Sto andando a San Diego. Da te non mi potrà trovare, lui non sa che ci parliamo, forse non sa nemmeno che ci conosciamo." ha completamente ragione.
Mio padre forse non sa che le sue due figlie sanno l'una dell'esistenza dell'altra. È stato tutto grazie a mia madre. Mi ha raccontato lei che ho una sorellastra e che è più piccola di me di circa quattro anni.
Qualsiasi persona al posto di mia madre avrebbe cercato di fare il possibile per non far mai incontare le due sorelle e soprattutto avrebbe odiato la figliastra. Ma lei non è così, anzi, ha fatto completamente l'opposto. Me l'ha presentata e mi ha insegnato a volerle bene come sorella e non come figlia dell'uomo che odio.
"No Emi ascolta, non puoi venire... non è questa la soluzione corretta."
"Cosa stai dicendo? Pronto Eveline non ti sento..." m'imterrompe fingendo di non sentirmi.
È brava a fingere, credo sia un talento di famiglia, ereditato da mio padre: lui ha finto per ben sette anni con mia madre e lei non aveva sospettato di nulla, forse non l'avrebbe mai scoperto se non fosse stato per quel giorno in cui aveva dimenticato il portafoglio."Emeline so che mi senti! Non fare l'idiota e ascoltami. Se stacchi la linea ti stacco la testa..."
"Evie la linea è disturbata ci vediamo. A dopo".
Credo sia il Karma parte due!
Già non mentono mica quando dicono: Karma is a bitch!
Lancio rabbiosamente il cellulare sul letto e quasi non rimbalza fino al soffitto per la forza usata.
Merda! Perchè non fa mai come le dico io?! Deve sempre fare di testa sua.
Bhe il suo carattere è fatto così. È una ragazza ribelle e coraggiosa, questo spiega il perchè non ha avuto paura di affrontare da sola un viaggio da Parigi fino a San Diego a soli tredici anni. Questi due caratteri possono essere molto belli e ammirevoli, ma quando si mischiano alla sua testardaggine diventa la cosa più simile ad una bomba atomica.
Ed è anche per questo che litiga spesso con nostro padre, non che io non l'abbia mai fatto che sia chiaro, ma lei non molla mai, è sempre pronta a ribattere e mettere in discussione tutto, e questo è un male quando si tratta di affrontare mio padre.
Io invece sono più menefreghista. Quando so di aver ragione esprimo la mia opinione senza timore e pretendo che sia rispettata, ma quando capisco che ho a che fare con persone più simili ai trichechi senza un pizzico di intelligenza, e che quindi non capiscono una banana, lascio perdere tutto e faccio intendere che non li sto più considerando.
Ma con mio padre non ha sempre funzionato però! Più che altro era lui che cercava sempre di far incazzare me, per avere un pretesto per menarmi, ovviamente quando mia madre non c'era, altrimenti l'avrebbe fermato subito. Ma d'altro canto io non le raccontavo niente, quindi lei non poteva mai saperlo.
Un forte bussare alla porta mi risveglió dai pensieri e guardando l'orologio notai che era già passata un'ora da quando avevo lasciato mia madre in cucina.
Te l'avevo detto che sei lagoftalma!
"Eveline hai finito? La cena è pronta." la sua voce attraversa il legno della porta e giunge ovattata alle mie orecchie.
"Si mamma ora arrivo." vado in bagno a lavarmi le mani e successivamente entro in cucina.
Mia madre ha preparato un po' di pasta al sugo, la mia preferita, e delle bistecche. Senza aspettare altro, mi fiondo sul cibo e mangio come un maiale affamato che non vede cibo da minimo tre anni.
Hai pranzato con due panini giganti e un enorme pacchetto di patatine! E tu questo lo chiami: non vedere cibo da tre anni?!
Tu doversti capirmi e non giudicarmi! Mi bastano e avanzano le lamentele e gli sguardi degli alltri. Non ti ci mettere pure te!
"Quindi come è andata oggi? Cosa hai fatto?" mia madre mi distrae dal discorsetto che stavo facendo dentro la mia testa.
"Mmm niente di chè..." rispondo con un'alzata di spalle.
"Sei andata ad iscriverti in una scuola vero? Non l'hai dimenticato come al solito?" quell'occhiata circospetta che mia madre mi rivolge, mi spinge ad abbassare gli occhi sul piatto. Caspita, perchè le madri ci conoscono bene?!
Ma tu ti sei iscritta idiota! Non l'hai dimenticato.
Ah è vero! E ho anche minacciato di rendere sterile quel ragazzo bellissimo davanti alla segreteria della scuola.
Rialzo subito lo sguardo su mia madre e questa volta la guardo con sfida.
"Si l'ho fatto cara mammina. Sai, dovresti fidarti un po' di più!"
"Davvero l'hai fatto? Oh grazie al cielo, finalmente potrò morire in pace sapendo che finalmente mia figlia ha fatto una cosa senza farmi sgolare!"
"Cosa credevi mamma? Io sono una figlia modello! Sono anche andata a fare la spesa al posto tuo. Accetto come minimo una statua d'oro!"
Si certo proprio tutti vorrebbero averti come figlia! Io mi chiedo come mai tua madre ti sopporta ancora e non ti usa come spazzolino per il water?!
Ovvio perchè... bho, sai che non lo so nemmeno io?!
"Tu invece mamma, che mi racconti? Dovevi dirmi del tuo lavoro." cambio argomento focalizzandomi su di lei.
"È andato molto bene! Il capo è un uomo gentile ma piuttosto severo, ma non fa niente, è giusto che sia così. Lavoro come segretaria nel suo ufficio perchè quella precedente si è dimessa, e ho a che fare con fogli da far firmare, fax da inviare, e-mail da leggere e messaggi da comunicare. Insomma me la so cavare bene, infondo non ci vuole una laurea per fare ste cose!"
"Bhe sono molto felice per te mamma, te lo meriti." le dico con sincerità e lei mi rivolge uno sguardo pieno di gratitudine e amore.
Facciamo una piccola pausa dove entrambe finiamo i nostri piatti, ma subito dopo lei riprende a parlare.
"Dimmi un po'... chi era il ragazzo che ti ha accompagnato prima?"
E dopo questa domanda possono segnare l'ora del mio decesso. Causa? Bhe... soffocata con la sua stessa saliva.
Cazzo questa proprio non me l'aspettavo!
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L'inferno nei miei occhi
RomanceEveline è una ragazza normale, dai capelli castani scuri e dagli occhi gialli con sfumature tendenti al rosso ramato. Dentro questi occhi rari, ma affascinanti, nasconde il suo passato. Un passato da dimenticare e un dolore da curare, che pian piano...