Dopo aver fatto una doccia veloce per lavare il sudore causato dal clima caldo di questa città e anche dalla stanchezza del viaggio, mi diressi verso la cucina, dove c'era mia madre che apparecchiva.
E ora come se non bastasse, mentre stiamo mangiando, mia madre tira in ballo l'argomento 'scuola' facendo passare quasi il mio appetito.
Io non credo proprio dato che ti stai sgozzando come un bue con tre sushi in bocca!
Nah! Questi sono solo dettagli irrilevanti!
Comunque stavo dicendo che tra circa due settimane riparte la tortura, chiamata dai noi comuni mortali 'scuola'.
Io sono al terzo anno e, devo ammettere modestamente, che vado piuttosto bene a scuola, ma il problema è che io, in quel luogo, mi sento come in prigione.Ho moltissimi talenti, ma lì nessuno sa apprezzarli, anzi a volte mi puniscono pure! Ad esempio una delle molte capacità che ho è dormire per molte ore consecutive, in posizioni alquanto strane, senza badare al suono della campanella oppure rimanere per ore davanti alle macchinette per scegliere una merendina e alla fine, dopo aver fatto la mia scelta, la prendo a calci perchè non mi dà mai ciò che ho voluto.
Sei te che schiacci sempre i pulsanti sbagliati!
Bhe allora è anche colpa loro. Perchè non inventare delle macchinette che ti leggono nel pensiero, anziché perdere tempo a studiare fisica e le sue leggi?
"Devi decidere in questi giorni in quale scuola vorresti andare, per iscriverti prima dell'inizio dell'anno scolastico." mia madre fa una piccola pausa mentre manda giù l'ultimo boccone, "lo so che ci siamo appena trasferite nemmeno un'ora fa, e non voglio metterti fretta, ma devi andare a fare un giro per la città e visitare qualche scuola. Intanto io ti ho portato dei volantini, dagli un'occhiata e se trovi qualcosa di interessante vai."
"Ok mamma lo farò, te lo prometto... ma ora lasciami riposare bene che sono sfinita." esclamo mentre mi alzo dalla tavola e mi dirigo in bagno per lavarmi le mani e i denti prima di andare a dormire.
Sono appena le nove e mezza e di solito, in un giorno normale d'estate, andrei a coricarmi verso le tre di piena notte, magari dopo aver guardato una mezza dozzina di film; ma oggi sono particolarmente stanca, a causa del viaggio e tutto il cambiamento accaduto in queste ultime ore.
Mi buttai sul letto come un bisonte obeso.
Insomma come al tuo solito, no?!
Zitta per favore, fammi continuare...
Constatai velocemente che il letto è anche molto più comodo di quello che avevo a San Louis e non potei fare a meno di apprezzare la freschezza delle lenzuola bianche, inalando il loro profumo dolce di lavanda.
Una volta spenta la luce, chiusi gli occhi, e mi lasciai cullare dal rilassante silenzio che si estende per tutta la stanza, e molto presto venni trascinata in un sonno profondo.
《 "Crystal ho preso la palla, ma non riesco più a muovermi. Cosa devo fare ora?" richiamai la mia amica dopo aver afferrato il mio pallone.
Non era stato per niente facile entrare dentro questo cespuglio, infatti ci ho messo quasi una decina di minuti ad arrivare fin qui. Inoltre dovetti fare molta attenzione a tutti i rami secchi e pungenti che mi graffiavano le braccia e i polpacci scoperti, ma infondo non mi ero fatta molto male, avevo solo qualche striatura rossa, ma niente di molto grave.
"Cryssie ci sei? Per favore ho bisogno di una mano." urlai di nuovo per farmi sentire, ma della mia amica non ebbi nessuna risposta.
"Sono qui tranquilla! Credevo di aver sentito qualcosa, ma non era niente."
"Quindi ora che ho la palla come faccio ad uscire? Sono completamente bloccata."
"Bhe non abbiamo altra scelta! Vado a chiamare qualcuno. Arrivo in un attimo." i passi di Crystal si allontanavano da me sempre di più, fino quando non riuscì a sentirli più.
"Hey crystal dove sei? Perchè ci metti tanto a chiamare qualcuno?!" aspettai di nuovo una risposta che non arrivò, ma in cambiò riuscì a sentire un urlo acuto.
"Aiuto Eveline!" il grido di Crystal arrivò alle mie orecchie facendo gelare il sangue nelle mie vene e temetti quasi che il mio cuore si fosse fermato, ma dopo una decina di secondi che a me apparsero come lunghe e infinite ore, il battito cardiaco incominciò a martellarmi violentemente nel petto, intanto che il panico divampava in ogni singola cellula del mio corpo, facendomi tremare brutalmente.》
Mi sveglio di soprassalto, urlando il nome della mia amica Crystal. Ho la fronte imperlata di sudore e il viso rigato dalle numerose lacrime, il mio pigiama si è incollato al mio corpo, aumentando il senso di fastidio che provo in questo momento. Il mio letto è completamente sfatto e le lenzuola, non più pulite, sono sparse per terra, intorno al letto.
Tutto come il solito... per la milionesima o miliardesima volta!Sono le sei del mattino e, anche se è presto svegliarsi a quest'ora, nonchè in estate, decisi comunque di alzarmi e andare a fare una doccia rinfrescante, per alleviare, almeno un po', il malessere causato grazie all'incubo quotidiano.
Non era passato molto tempo dall'ultima volta che avevo fatto questo sogno angosciante, ma comunque abbastanza per farmi credere di aver smesso completamente di sognarlo.
Mi dovetti ricredere.
Temo, infatti che rimarrò perseguitata da questa oppressione, fino alla fine dei miei giorni.Dopo la solita fresca doccia mattutina, andai in cucina sperando di non trovarci mia madre. Non volevo che sospettasse di qualcosa, altrimenti mi avrebbe riportato di nuovo da psicologi e strizzacervelli. Nonostante le numerose sedute che mi aveva obbligato a fare, nulla mi fu d'aiuto e niente cambiò, se non l'aumento delle spese di mia madre.
Certo! Tu andavi e facevi solo scena muta! Ovvio che niente e nessuno ti può aiutare se tu non aiuti per prima te stessa.
Lo facevo perchè tanto sapevo che non sarebbe cambiato nulla. I medici possono guarire le ferite sul corpo, ma nessuno è capace di fare altrettanto con le ferite scolpite dentro, nel profondo dell'anima.
Per mia fortuna mia madre non si era ancora svegliata, ciò significa che non mi avrà sentita urlare e gridare durante la notte.
Poiché eravamo appena arrivate in questa casa solo la sera prima, in cucina e nella dipensa c'era un immenso vuoto, perciò decisi di andare a fare colazione fuori, approfittando dell'aria fresca e le strade quasi deserte, per fare una camminata e nel frattempo ammirare la mia nuova ma vecchia città.
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L'inferno nei miei occhi
RomanceEveline è una ragazza normale, dai capelli castani scuri e dagli occhi gialli con sfumature tendenti al rosso ramato. Dentro questi occhi rari, ma affascinanti, nasconde il suo passato. Un passato da dimenticare e un dolore da curare, che pian piano...