15. "ah, la luna"

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LUCAS'S POV

Dopo aver salutato Marcus ed Eileen ci eravamo diretti verso la mia macchina.

Ovviamente Charlotte non aveva proferito parola, si era immersa nei suoi pensieri e per la prima volta potevo dire con sicurezza di sapere chi riguardassero.

«Charlotte-»

«No ti prego. Non chiamarmi così.» Mi interruppe.

Annuii alla sua richiesta.

«Allora dimmi, Era, perché quando Eileen ti ha fatto quella richiesta tu hai sviato la domanda rispondendole in un altro modo?»
Sapevo che probabilmente con questa domanda l'avrei infastidita ma non mi fermai comunque dal porgergliela.

Eileen le aveva chiesto di non andarsene più, di rimanere, ma lei aveva risposto che non l'avrebbe più fatta soffrire. Era non aveva risposto. Ero certo, Era non aveva promesso quello che credavamo.

Ascoltami bene, Sherlock Holmes. Niente e nessuno mi frena dallo scappare il più lontano possibile da qui. Nemmeno la mia migliore amica.» Era così fredda mentre pronunciava quelle parole.

Cos'erano state le frasi che aveva detto ad Eileen? Aveva recitato tutto il tempo?

Lei continuò il suo discorso.
«Ma ciò non significa che le farò del male. Non quanto le farei se provassi a chiudere tutti i rapporti con lei. Un giorno me ne andrò di nuovo da qui, questo è certo, ma manterrò i contatti con lei.»

«In tal caso hai mentito. La farai comunque soffrire.»

Non capivo. Non capivo perché se ne volesse andare.

«Non sarebbe la mia migliore amica se non ne fosse già consapevole. È per questo che sì è accontentata di ciò che le ho detto, le ho promesso più di quanto mai lei si sarebbe potuta aspettare.» questa fu la sua risposta.

Nessuno dei due aveva intenzione di continuare il discorso.

Era così che finivano le persone vicina a lei? E se non riusciva a frenarsi dal ferire nemmeno la gente che aveva a cuore, come si sarebbe comportata con un mezzo sconosciuto? Quanto poco le sarebbe interessato di un legame appena creato?

Realizzai di valere anche meno per lei di quel che credevo. Ne ero certo, se non mi fossi più fatto rivedere, Era non avrebbe mosso un dito per sapere qualcosa sul mio conto ed ero anche più certo del fatto che, indubbiamente, non avevo capito ancora nulla di Era.

«I tuoi pensieri urlano troppo» mi sorrise Era.

«E cosa dicono?» le chiesi.

«Cose che ignoro. Non mi piace ascoltare il rumore della verità. Estremamente chiassosa e soffocante, vero?»

Non le risposi, non avevo null'altro da aggiungere.

si mosse sul sedile per guardare avanti, oltre al vetro della macchinari, e poi dire:
«Oh, guarda, la luna non c'è questa notte.»

«Ti preoccupa?» chiesi ironico.

«Sì. Quando non c'è le stelle non brillano, perdono la loro luce.» sembrava realmente abbattuta per le stelle.

«La colpa è della luna. Promette di rimanere e poi sparisce di nuovo.»

Sembravano ridicole le mie parole, discorsi tra bambini, eppure con lei sembravano teorie indiscutibili.

«Eppure torna sempre. Non basta questo pensiero alle stelle?»

«La luna non promette nulla, lei se ne va e lascia il suo cielo. Sai cosa dice la luna prima di andare?» le domandai.

Never YoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora