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Il viaggio in macchina mi è sembrato nuovamente lunghissimo, nessuno dei due ha proferito parola. Io sono ancora scossa da quello che è successo, al solo pensiero mi tremano le gambe e non so come farò ad uscirne da questo schifo. Ci sono entrata dentro a causa di mio fratello, o per lo meno così mi disse Mike. Aveva dei grossi debiti con lui e per questo è scappato. Però adesso, a causa sua, sono io che devo ripagarlo o se la prenderà con me. Non ce la faccio più, vivo due vite parallele e non so più chi è la vera me. Credevo che con questo lavoro sarei finalmente uscita dal RoxyBlues, ma a quanto pare sono ancora incastrata lì. Ma non voglio perdere la speranza, ci riuscirò prima o poi, basta che ripaghi i debiti di Christian. << Ehi marmocchia, ritorna sulla terra, siamo arrivati. >>

Mi girai di scatto per guardarlo in faccia. Annui con la testa per poi aprire lo sportello e scendere dalla macchina. Adam mi diede una mano a portare le buste sul tavolo, per quanto fossero leggere, non riuscivo a portarle, c'era sempre quel continuo fastidio al polso. Lego i capelli in uno chignon disordinato e comincio a mettere a posto la spesa. Con la coda dell'occhio noto il suo sguardo bruciare su di me.

<< Che c'è? Grazie per il passaggio adesso sei libero. >> Non ho proprio voglia di litigare con lui, non è giornata. È cominciata male e non credo finirà diversamente.

<< Chi ti ha toccata. >> La sua voce è profonda, roca, sembra si stia trattenendo. Rifletto sulle sue parole non capendo la situazione. Poi mi volto verso la finestra e capisco a cosa si riferisce. Tocco leggermente il livido sotto lo zigomo, mi fa malissimo. Forse sarà stato Mike, o Paul, ormai non ci faccio nemmeno più caso. Lui è rimasto ancora lì ad aspettare una mia risposta, e adesso che mi invento.

<< Ecco...Stamattina...Sono caduta dal letto. Si sono caduta dal letto e ho involontariamente colpito il comodino. >>

<< Stamattina ti sei svegliata sulla sdraio, non hai dormito nel letto. >> Merda!

<< Sta-stanotte, stamattina. Che differenza fa? >>

<< Non sai mentire. Inoltre hai gli stessi segni anche sui polsi, e so per certo che sono di ieri sera quelle. Allora? >> Sento la porta di casa aprirsi. La figura del rettore appare davanti ai nostri occhi, che cavolo ci fa lui qui.

<< Oh, che felicità vederti. Volevo sapere come stava andando Miss Hope. >> Mi giro di scatto sciogliendomi i capelli, merda ci mancava solo lui. << Murphy puoi lasciarci soli, per favore. >> Annuisce annoiato avviandosi verso il piano superiore.

<< Le serve qualcosa? >> Affermo continuando a dargli le spalle, merda chi mi invento se nota qualcosa.

<< Volevo solo sapere se stava andando tutto bene. >>

<< Si, tutto bene. La ringrazio per il suo interesse ma al momento sono molto impegnata. >>

<< Senta Luna... posso darti del tu? >>

<< Come vuole. >>

<< Senta, indipendentemente da questo, ieri sera una guardia mi ha avvertito che lei è uscita dal campus ed è rientrata in tarda serata. Sia chiaro, non è costretta a raccontarmi i suoi fatti personali, però sappia che per qualsiasi problema può contare su di me. Voglio dire non necessariamente problemi inerenti allibito del campus, anche quelli esterni. >> Rimango un po' stupita dalle sue parole, non solo perché ha scoperto che sono uscita, ma anche perché si interessa in modo così eccessivo nei miei confronti. << Non volevo spaventarla, mi scusi. Credo sia meglio che vada, ho già detto più del dovuto. Arrivederci Miss Hope, e, per favore, rifletta sulle mie parole. >>

Hope In The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora