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Mi sveglio di soprassalto. Il mio corpo è un bagno di sudore, ho il battito accelerato. Un altro incubo... Non ne posso più. Un raggio di luce invade l'intera stanza, mi alzo dal letto controvoglia. Talmente che non ragionavo ieri sera sono andata a dormire senza indossare il pigiama. Prendo dall'armadio l'intimo insieme a una maglietta ed un pantalone e mi dirigo nell'unica stanza dove riesco ad avere pochi minuti di tranquillità, ma questa volta voglio farmi un bel bagno lungo e rilassante. Dopo dieci minuti di totale relax esco dal bagno e riesco quasi a sentirmi come nuova. Non mi va di asciugare i capelli, prima o poi lo faranno da soli. In cucina non c'è assolutamente nessuno, i ragazzi sono nuovamente scomparsi. Non ho neanche il telefono per vedere che ore sono. Stasera devo andare a riprendermi lo zaino, speriamo bene. Un po' di paura ce l'ho, spero solo che la reazione di Mike sia trattabile. Salì ai piani superiori e cominciai a sistemare le stanze. Chissà come sta Adam con quella ferita, forse gli fa ancora male. Sento bussare alla porta d'entrata, strano. La aprì rimanendo paralizzata dalla figura davanti a me, che ci fa qui Mike.

<< Quindi è qui che lavori. Brava puttanella, brava. Guarda ho qualcosa che ti appartiene. La prossima volta se non vuoi farti scoprire, almeno metti una password al tuo telefono. >> Ha in mano il mio zaino mentre mi fissa con uno sguardo furioso. Dalla paura cerco di chiudergli la porta in faccia ma di risposta mise un piede in mezzo ad essa per poi entrare sbattendo la porta alle sue spalle.

<< Mike, a-aspetta. Posso spiegarti. >>

<< Sta zitta! Che cazzo hai combinato ieri sera. Dopo tutto quello che ho fatto per te. >> Mi strattona per la maglia spingendomi a terra. Aprì lo zaino buttando tutto il contenuto a terra e gettando quest'ultimo lontano da noi. La parrucca, i vestiti orrendi di quella sera... Se qualcuno entrasse in questo momento sarebbe la fine per me.

<< Mike, posso spiegarti. >>

<< Cosa mi devi spiegare, sentiamo. Che cazzo ti è saltato per la testa, dopo tutto quello che ho fatto per tenerti lontano da quel casino. >> Mi alzo in piedi stringendo i pugni lungo i fianchi. Mi fa rabbia sentirlo parlare così, come se mi avesse 'aiutato'.

<< Ascolta, sarei venuta se... ecco... >>

<< Non dirmi cazzate. So bene dov'eri e perché. >> Afferma con un ghigno malizioso stampato in viso grattandosi la mandibola nervosamente. Si avvicinò a me molto velocemente e mi tirò un pugno in pieno viso. Caddi a terra, non era mai stato così violento. Passo la lingua sul labbro inferiore assaporando il gusto metallico del sangue, mi fa malissimo. Sento gli occhi pizzicare, non devo piangere, non posso piangere ora. Sono sopravvissuta ieri sera e posso farlo anche adesso << Senti Puttanella, mettiamo in chiaro una cosa. Tu devi fare tutto quello che ti dico io. Non puoi disobbedirmi, tu non puoi neanche immaginare in che merda ti trovi ora. >>

<< Illuminami allora. Perché davvero, non ci sto capendo niente. >> Urlo, cercando di essere il più credibile possibile. Sentii una lacrima rigarmi il viso. Dannazione, non devo piangere.

<< Stai zitta! >> Si abbasso alla mia altezza afferrando i miei capelli in un pugno. <<Sei solo una ragazzina viziata, una puttanella che crede di essere superiore. Ma ti svelo un segreto, non sei nessuno. Sei una pecora, e io sono il tuo pastore. Se non mi ascolti e non esegui con le buone, allora provvederò con le cattive. >> Mi scaraventò un calcio nel fianco, rotolai un paio di volte, il dolore è atroce. Rimasi a terra sofferente mente lui, nel frattempo, si accese una sigaretta guardandomi.

<< Fanculo. >> Urlai tossendo.

<< Ascolta, non volevo farti del male, ma non mi dai altra scelta. Devi fare quello che ti dico io, per il tuo bene. >> Detto questo uscì di casa come se non fosse successo niente. Devo mettere a posto prima che tornano i ragazzi. Cerco di alzarmi ma sento una fitta lancinante al fianco. Provai ad ignorare il dolore e presi la parrucca in mano insieme al resto della roba gettandola nello zaino. Mi dirigo in camera mia sedendomi sul letto, sento di nuovo un fastidio al fianco. Una lacrima solitaria mi riga il volto. Mi faccio schifo da sola. Chi sono? Cosa sono? Sto facendo manovrare il mio futuro ad un estraneo. No, no, no! Non posso andare avanti così. Scossi il capo alzandomi in piedi, devo fare qualcosa... qualcosa per sfogarmi ma... cosa... il sacco da boxe. Corsi al piano superiore dirigendomi verso la stanza di Adam. Spalancai la porta e non posso credere a ciò che sto per fare. Accarezzai con lentezza il sacco cominciando a sentire dentro di me la rabbia crescere come un uragano. Tiro un pugno al sacco pensando a Mike, e senti un pizzico di frustrazione abbandonare il mio corpo. Ne tiro un altro, e un altro, e un altro ancora. Comincio letteralmente a picchiare quel sacco con tutte le mie forze, non mi accorsi di star piangendo. Tutta la mia frustrazione stava scivolando via, lontana da me. Non ne potevo più. Continuai finché non sentii la mano distrutta. La porto all'altezza del viso notando le nocche leggermente sbucciate, non posso crederci. Sono riuscita a ferirmi anche da sola, sono un completo disastro. Sento una presenza alle mie spalle, mi giro di scatto impaurita. Porto le braccia al petto stringendole con forza, non so cosa fare. Vidi la figura nell'ombra avvicinarsi a me. Capì subito di chi si trattasse, potrei riconoscere quei due specchi scintillanti ovunque. Lo fisso negli occhi, sono così luminosi ma allo stesso tempo spenti. Sembrano delle nubi in tempesta.

<< Che ci fai qui? >> La voce di Adam riempì le pareti. Okay, questa volta sono morta.

<< Niente. Volevo solo... provare a... Ecco... vole- >>

<< Non dirmi stronzate. Che cazzo volevi fare? >> Abbassai il volto cominciando a fissare le mie mani. Lui seguì il mio sguardo e sospirò frustato. Forse ha capito.

<< La prossima volta avvertimi. Non sei la tipa da pugni. >> Afferma con un sorriso divertito. Sposto i capelli davanti al viso, sono ancora umidi. Basta con queste prese in giro. Devo iniziare a reagire.

<< Senti, non sarò la persona più forte del mondo ma so tirare due pugni. >> Vai così ragazza, adesso si comincia a ragionare.

<< Ehi calma, mostriciattolo. Sei la ragazzina più buffa che io conosco. >> Afferma divertito.

<< Piantala di prendermi in giro. >> Dissi furiosa puntandogli un dito contro.

<< Primo, non puntarmi nessun dito contro. Secondo, smettila di fare l'idiota. Terzo, qualunque cosa ti sia successa, dovresti metterci del ghiaccio o si gonfierà. E non dirmi stronzate o che è stato di nuovo il comodino. >> Afferma molto irritato, ma a cosa si sta riferendo? L'ultima volta gli dissi così perché avevo un livido in faccia... oh... il labbro. Portai una mano sul viso e capì subito tutta la situazione.

<< Come stai con la spalla? >> Vidi le sue pupille dilatarsi, che gli prende adesso.

<< Non sono cose che ti riguardano. >>

<< Senti Adam, potresti spiegarmi cosa è successo ieri sera. Chi sono quei tizi e cosa c'entri tu con loro? >>

<< Quando tu mi dirai chi è che ti marchia la pelle io ti dirò chi sono quelli. Adesso, se permetti ho di meglio da fare. >> Mi sorpassò scendendo le scale e poco dopo sentì una porta sbattere, immagino sia uscito. Io, invece, sono ancora qui come un'idiota a toccarmi il labbro. Sveglia Luna.

Hope In The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora