14.

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Mi sveglio di soprassalto ansimando. Posiziono una mano sulla mia fronte asciugando il sudore. Mi aggrappo alla parete aiutandomi a mettermi seduta. Abbasso lo sguardo spaventata. Porto una mano sulla ferita notando delle goccioline di sangue percorrermi l'interno coscia, questo è... Dolorante mi alzo in piedi avvicinandomi lentamente vicino l'armadio. Prendo un asciugamano portandomelo sull'intimità. Non si toglie il sangue, è attaccato alla mia pelle. Comincio a strofinare violentemente contro la coscia provando a pulirmi. Sento il ventre tirato, quasi come se fosse appiccicoso, come se si fosse asciugata una goccia di miele sopra la mia pancia. Ho bisogno di una doccia, urgente! Raccolgo un paio di vestiti a terra indossando una felpa. Apro leggermente la porta ma sento dei rumori provenire dalla cucina. Alzo il cappuccio della felpa nascondendo il mio volto tra i capelli. Esco dalla porta della stanza e zoppicante raggiungo il bagno chiudendomi a chiave dentro. Merda questa ferita fa un male cane, per non parlare degli altri dolori... Non riesco a camminare, è come se la mia pelle venisse continuamente lacerata al singolo movimento. Apro l'acqua della vasca, non vedo l'ora di immergermi. Giro lo sguardo notando il mio riflesso sullo specchio. Le caviglie sembrano infiammate, le ginocchia sbucciate, le cosce arrossate a causa del mio strofinamento con l'asciugamano. Porto le mani davanti al volto notando delle strisce violacee coprire i miei polsi. Alzo di più lo sguardo verso lo specchio rimanendo pietrificata dal mio volto. Ho un taglio sul sopracciglio, una sotto lo zigomo e una sul labbro. Con mano tremante alzo leggermente un lembo della felpa notando nuovamente quel maledetto taglio percorrere il basso ventre sino al pube. Ha marchiato la mia pelle... Lascio andare la felpa indietreggiando spaventata. Sento di nuovo quel tocco paralizzarmi la pelle, sento le sue mani sfiorarmi il ventre e scendere giù, sotto le mutande. Sento di nuovo qualcosa di caldo tra le mie gambe. È tutto finito, eppure... io lo sento ancora qui, sopra il mio corpo a violentarmi. Noto l'acqua dentro la vasca scorrere al di fuori di quelle mura bianche, potrei fermarla... Ma non lo faccio, resto qui ferma a vedere l'acqua scorrere a terra. Perché in fondo è molto più facile dire di non riuscire a girare una manovella piuttosto che provarci. Getto a terra la felpa che avevo addosso infilandomi dentro la vasca. Comincio a sentire un leggero pizzicore provenire dal basso ventre. Afferro la spugna cominciando a strofinare la pancia, le braccia, le gambe, strofino freneticamente ogni centimetro di pelle, non mi importa se la mia pelle è arrossata, non mi importa se la ferita sanguina o se provo dolore. La spugna mi scivola dalle mani cadendo a terra, no! Potrei abbassarmi e prenderla, invece decido di immergermi completamente. Come si sta bene qui sotto, non sento più rumori, nessuna voce, nessuna sensazione, niente di niente. E se rimanessi qui... per sempre? Sento la necessita di salire in superficie, i miei polmoni richiedono aria, ma non ho voglia di salire, sto troppo bene qui sotto, lui non c'è. Invece no, sento nuovamente quel tocco fastidioso sopra le spalle, è anche sott'acqua. Mi spinge sopra facendomi salire in superficie. Riemergo tossendo buttando fuori un po' d'acqua dalla bocca.

<< Che cazzo credevi di fare! >> Sbatto più volte gli occhi cercando di capire cosa stesse succedendo. Una scia d'acqua scorre oltre la porta del bagno mentre quest'ultima è appoggiata in modo sbilenco alla parete sostenuta da un solo cardine. Come ha fatto?

<< Adam n- >>

<< Esci subito da lì! >> Urla allontanandosi da me. Mi guardo intorno notando i vestiti troppo lontani, non posso uscire nuda da qui. << Tieni, mettiti questo. >>

<< Adam... >> Notai nei suoi occhi una scintilla pericolosa. Si gira di spalle permettendomi di uscire dalla vasca. Avvolgo il mio corpo nell'asciugamano stringendolo al petto il più possibile. Indietreggio di un paio di passi. Si gira nuovamente nella mia direzione chiudendo il rubinetto della vasca. La sua figura si avvicina lentamente a me squadrandomi.

<< Adesso mi dici che cazzo è successo! >> Sbraita Adam ad un centimetro dal mio viso.

<< No-non è successo nie-niente... >> Sento delle calde lacrime rigarmi le guance, mi sta spaventando. Appoggio la schiena al muro retrostante lasciandomi cadere lentamente a terra. Non sento più le gambe, sembrano delle foglie tremanti ormai. Noto la sua figura abbassarsi alla mia altezza posizionando due mani sopra le mie spalle.

Hope In The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora