2.

35 7 0
                                    

Passai quasi tutta la giornata a girovagare nel campus. Come aveva detto quell'uomo, la biblioteca è un luogo fantastico. L'unica pecca credo sia il cibo che danno nei bar. Ho mangiato un panino al volo per pranzo e adesso capisco perché nessuno vuole mangiare lì. Non che siano orribili o immaginabili, però non sanno di nulla se non di quel litro di salsa che ci hanno messo dentro, salsa non identificata ovviamente. Si sono fatte le quattro ormai, rientro in casa e noto che non c'è nessuno. Forse potrei cominciare a pulire le loro camere, almeno faccio qualcosa. Mi avvio verso le stanze al piano superiore e comincio a pulire un paio di camere, per mia fortuna non sono molto disordinate, solo le lenzuola per terra e un paio di indumenti sparsi per la stanza, mi aspettavo di peggio. Finisco di pulire quasi tutte le stanze, me ne manca solo una. Sto per aprire la porta quando sento una mano prepotente sulla mia spalla strattonarmi contro il muro.

<<E tu chi cazzo sei? Che cazzo stavi cercando di fare? >>

Sento le sue mani schiacciarmi contro il muro. Continuo a tenere la testa bassa, sono troppo terrorizzata per cercare di capire chi è questo maniaco.

<<N-non è come c-credi.>> Affermo con voce tremante.

<<Ah sì, e allora sentiamo. Perché volevi entrare in camera mia?>> Sento le sue mani stringere sempre di più la presa, sta cominciando a farmi male.

<< L-lasciami.>>

<< Prima dimmi cosa stavi cercando di fare.>> I capelli davanti al mio viso mi impediscono di vederlo in volto, tutto ciò che riesco a vedere è la mia chioma rosso fuoco. Mi sentì strattonare facendomi sbattere nuovamente la schiena contro il muro. << Io sto ancora aspettando una risposta, allora! >>

<< Adam, lasciala stare. >>

<< Prima deve dirmi chi cazzo è! >>

<< Difficile da credere, ma lei sostituirà Jessie. >>

<< Che cosa? Carl spero tu stia scherzando, è una mocciosa. Questa è più piccola di noi.>> Complimenti Einstein. Poso le mani lungo il suo petto spingendolo lontano da me allontanandomi velocemente dalla sua presa. Alzo lo sguardo fissandolo in volto. I suoi capelli neri sono umidi e qualche ciocca sbarazzina gli ricade sul viso, mentre i suoi occhi sono magnetici, profondi. Sembrano di color grigio, ma non ci scommetterei. Ah ma che cavolo, adesso mi metto pure a pensare di che colore sono gli occhi di questo deficiente. Scuoto la testa irritata.

<< Senti un po' cretino. Per prima cosa non ti deve importare né se io sia più piccola né se io sia più grande di te. Secondo chiama mocciosa qualcun'altra. E già che ci sei vatti a fare una visita medica. Sbattermi al muro così solo perché stavo entrando in camera tua. Dico, ma hai qualche rotella fuori posto?>> Affermo tutto d'un fiato, gesticolando con le mani.

<< Mocciosa, se io ti avessi realmente sbattuta, adesso mi staresti ancora ringraziando.>> Afferma con un ghigno divertito sul viso. Ma questo è proprio un maniaco. Mi avvicino a lui e, non so con quale coraggio, gli tiro uno schiaffo in pieno viso.

<< Sei solo uno stronzo. >> Dico per poi scendere le scale di corsa rifugiandomi in camera mia. Che cosa ho combinato, perché ho reagito così. Rimango non so quanto tempo sul letto a pensare a quell'istante, credo che se in questo momento fosse di nuovo davanti a me potrei rifare una pazzia simile. Ed io che come una stupida mi sono pure imbambolata a decifrare il colore dei suoi occhi. Mi sa che quella che si deve fare una visita medica qui sono io. Mi lego i capelli in uno chignon disordinato per poi indossare una felpa nera, si gela in questa casa. Esco dalla mia stanza per dirigermi in cucina. Potrei preparare una bistecca con delle patatine fritte per contorno. Come si dice, prendi un uomo per la gola e riuscirai ad ottenere tutto quello che vuoi. Dopo quello che è successo, non è una brutta idea. Anche se è stato uno stronzo, un deficiente, un idiota senza cervello, è meglio che non crei tensioni inutili. Devo solo stargli lontana. Finisco di cucinare quello che avevo pensato con l'aggiunta di una salsa speciale, in questo modo sono sicura di avere la vittoria in pugno. Decido di preparare anche un dolce, la mia amata caprese. Dopo quasi un'ora sento delle voci entrare dalla porta principale. Che ansia.

Hope In The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora