#28

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Il giorno dopo Maro si svegliò già vestito, si guardò allo specchio e vide una mano stampata sulla sua guancia destra. Si potevano vedere le dita.

Sfiorò lo schiaffo, gli faceva male. Doveva essere stato un ceffone potente. Si chiese se, l'altra notte, mentre era ubriaco, non avesse combinato qualcosa. Sospirò, si cambiò e scese per fare colazione.

- Ehi, che hai combinato ieri? - lo apostrofò il Dottore.
A quanto pare aveva notato la sua ferita. Il guaio sarebbe stata non notarla.
- In realtà non lo so. Non mi sono mai ubriacato in vita mia, ma penso che ieri io abbia bevuto troppo.

Quando Valentina entrò nel salotto e vide la sua mano stampata sulla guancia di Maro, per poco non scoppiò a ridere, ma poi si sentì quasi in colpa.

Il ragazzo non era in sé la notte prima. Non avrebbe mai provato a farle del male. L'alcool gli aveva dato alla testa.
-Buongiorno. - salutò.
- Ehi! Com'è andata ieri? - le chiese Valentino.
- Benino. Ma la discoteca non fa per me. - sentenziò lei. - Preferisco rimanere qui a leggere la prossima volta.
- Credo che ieri io mi sia ubriacato, perché non ricordo niente. - disse Luca.

Valentina rise.
- Quindi non ti ricordi cosa hai fatto? - chiese.
Maro la guardò spaventato.
- Cosa ho fatto?
- Mh ... hai baciato Martina. - rispose lei cauta.

Maro si soffocò con il caffè.
- Perché non mi hai portato via?!?
- L'ho fatto! Non appena ti sei scollato. Poi sei svenuto, ti abbiamo portato in macchina e siamo ritornati qui. - concluse.
- Giuro che divento astemio! - si disperò.

La ragazza rise.
- Che ceffone! - sentenziò Pecco entrando.
Con lui c'erano Nelli e Fenny.
- Ma ieri non c ... - Valentina diede una gomitata a Nelli e lui capì all'istante e si zittì. Ma si chinò su di lei e le domandò all'orecchio e anche parecchio divertito il motivo di quello schiaffo.
- Avevo le mie buone ragioni. - gli spiegò lei ridendo piano.

Quando scesero gli altri si ritrovarono tutti in palestra.
- Dov'è Mig? - chiese esasperato Bez.
- Ora ci penso io. - disse Nico maliziosamente.

Valentina lo guardò incuriosita. Lui prese il cellulare e lo chiamò. Dopo un paio di squilli, Mig rispose.
- Nic, giuro che mi sto preparando. Sto scendendo.
Ma si sentiva che aveva la voce impastata dal sonno e si era appena svegliato.

- Mig ... ma ieri hai lasciato la moto nel garage? - chiese Nico.
- Si, perché? - rispose l'amico incuriosito.
- Ma ne sei proprio sicuro?
- Certo! Perché che è successo? - domandò spaventato.
- La tua moto non c'è. - affermò lui.
- Che significa non c'è!?!
- Non c'è! Quanti significati potrebbero esserci? - ironizzò lui.

A quel punto Andrea chiuse la chiamata e, poco dopo, i ragazzi, se lo videro spuntare in boxer.
- Dov'è la mia moto!?!?! - urlò.
I ragazzi scoppiarono a ridere.
- Voi morirete tutti per mano mia. - dichiarò.
- Tu non ti stavi preparando? - lo prese in giro Franco.
- In-infatti st-stavo mettendo i pantaloni (?)... - inventò.
- Sisi, come no Mig ... - rise Pecco.

- Ragaz ... Andrea perché sei in boxer? - disse Valentino entrando.

I ragazzi scoppiarono a ridere.
Migno si grattò la testa imbarazzato.
- Povera Vale che deve sorbirsi queste scene ... - continuò il Dottore.
- Povera Vale? Ma se ho degli addominali che fanno paura! - esclamò lui fiero.
- Si, paura alle balene! - rise Maro.
- No, dai Mig. Lo sai che ti adoriamo! - disse Valentina andando dall'amico e baciandogli una guancia.

Quel giorno fecero una serie di duecento addominali ciascuno. Formarono delle coppie e mentre l'uno teneva i piedi, l'altro praticava gli esrcizi. Le coppie erano:

● Nicco, Migno
● Nico, Pecco
● Franco, Bez
● Valentina, Luca.
● Stefano, Balda

- Oh, prima io! - esclamò la ragazza. - Adoro gli addominali.
- Come vuoi. - rise Maro.
Valentina si distese sul pavimento della palestra con le gambe piegate. Luca fece pressione sulle caviglie e lei iniziò a raggiungere le ginocchia.

- Ti sei divertita ieri sera? - chiese lui.
- Diciamo che preferisco i posti tranquilli dove fare casino. - ammise lei.
- Andrew prima o poi ti odierá. - rise il ragazzo.
- Sì. - sorrise. - Soprattutto quando inizierò a studiare, a settembre.
- Hai ancora intenzione di continuare la scuola? - le chiese.
- Certo. So che sarà difficile, specialmente se entrerò nel motomondiale, ma voglio arrivare al diploma. E ora che non devo tornare in Sicilia voglio frequentare la scuola qua.

Maro annuì.
- Ti aiuterò io, tranquilla.
- Ti ringrazio in anticipo. - sorrise lei.
Maro non sapeva se chiederle dello schiaffo. Quella mattina aveva visto che Nelli aveva cominciato a dire qualcosa, che non aveva concluso.
Valentina, a disagio perché l'amico la fissava, mentre era sovrappensiero, chiese:
- Che c'è?
Lui scosse la testa sorridendo in segno di scuse.
- Sai chi mi ha fatto questo bel tatuaggio temporaneo? - le chiese poi.

La ragazza rise alla semi-battuta e scosse la testa.
- Non so chi è stato.
- Mh ... - commentò Maro sospettoso.
- Mh cosa? - chiese lei.
- Stai mentendo. - ammise lui.

Valentina si sentì arrossire. Doveva dirlo che era stata lei? O poteva risparmiarselo? Decise di dire la verità.
- Ok, hai vinto. Sono stata io. - ammise.
- Hai un sinistro potente. - apprezzò il ragazzo, sorpreso.
- Sono mancina. Mi dispiace. - rise lei.
- Che ho fatto di così male? - domandò spaventato dalla possibile risposta dell'amica.
- Beh ... arrivati al Ranch Nicco e Migno erano stanchi sia per averti preso di peso quando eri svenuto sia perché anche loro avevano bevuto uno o due bicchieri e dato che ti eri svegliato, ho proposto loro di andare a dormire. Quindi ti ho preso sottobraccio e ti ho portato nella tua stanza.

A questo punto il racconto si fermò.
- Stanca? - chiese lui maliziosamente.
- Neanche un po. - rispose mentre continuava a fare addominali.
- Allora continua. - la esortò.
Lei sospirò.
- Eri ubriaco fradicio. E hai cominciato a sparare cavolate. - spiegò.
- Del tipo? - la incitò Maro.
Valentina sbuffò.
- Tipo che ero moolto carina ... e poi ... hai provato a... ad alzar...
- Ok. Ho capito. Non dire altro. Hai fatto bene a schiaffeggiarmi. Mi dispiace. Non ero in me. - concluse.

- Lo so. Infatti mi sentivo pure in colpa per averti stampato quella mano, ma è stato un riflesso. - spiegò.
- Tranquilla. Rifallo se provo a fare una cosa del genere ma ...
- Ma cosa? - domandò incuriosita.
- Ieri eri davvero bella. - disse.
- Si ma ... non è il mio genere preferito di abbigliamento.- commentò lei.
-  Quando ti sei cambiata. - precisò lui.
Valentina rimase senza fiato. Non seppe se per gli addominali o per le parole di Maro.

Per gli addominali ... sì!

- Sono arrivata a duecento! - esultò lei.
- Dai, tirati su che tocca a me.
I due ragazzi si scambiarono le postazioni.

Poco dolo entrò di nuovo Valentino.
- Ehi Vale. Ti dico ufficialmente che sono il tuo tutore! - esultò.
- Oh per i nove mondiali che hai vinto! - esultò. - Davvero?
- Certo sorellina. - rispose lui abbracciandola.
- Aww, la dolcezza! - esclamò Andrea unendosi a loro.
Poco dopo si unì tutto il resto dei ragazzi.

- Dobbiamo festeggiare! - urlò Migno.
- Niente discoteca! - gridarono Nelli, Luca e Valentina all'unisono.
Poi scoppiarono a ridere.

Alla VR|46 Riders AcademyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora