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La mattina dopo, Valentina e Luca vennero svegliati dal buongiorno di Pecco che scendeva le scale.
- Belli addormentati, penso sia ora di svegliarsi ... Vale, tu non hai scuola oggi?
- Si, Pecco, mi sto alzando. - disse lei togliendosi la coperta di dosso.
- Com'è andata la lezione di storia?
- Bene, mi ha fatto preparare quattro tazza di the, però. - rise Luca.

- Merda! È tardi! - esclamò Valentina guardando l'orologio.
- Vabbè, ho capito! Usa il bagno che ti vado a prendere i vestiti a casa! - scosse la testa Luca.
- Te l'ho mai detto che ti adoro? - sorrise lei cominciando a salire le scale.
- Non usare tutta l'acqua calda che serve anche a me! - le urlò Pecco mentre Maro si infilava le scarpe.

Nel giro di niente Valentina si era fatta una doccia veloce e mentre si asciugava i capelli bussarono alla porta del bagno.
- Posso entrare o vedo cose che non dovrei vedere? - era la voce di Luca.
Lei alzò gli occhi al cielo, si coprì con un asciugamano, poi girò la chiave nella serratura.
- Era chiusa! - disse prendendo i vestiti che lui le porgeva.
- Sbrigati, ho lasciato lo zaino in auto, ti accompagno io.
- Ti adoro.
- L'hai già detto.
- E te lo ripeto.

Poco dopo entrambi i piloti erano in auto verso Cattolica e non appena arrivati, Luca le promise di tornare a prenderla.

Per tutta la mattinata le tre ragazze parlarono del matrimonio di Clara, al quale comunque non sarebbero andate. Valentina, dal canto suo, stava entrando in crisi, voleva le vacanze di Natale, non ne poteva più della scuola e il matrimonio di Clara sarebbe stato l'inizio del suo primo Natale senza i suoi genitori.
Arrivati alla quarta ora si fece interrogare di storia e quando scoprì di aver preso otto e mezzo ringraziò Luca in tutti i modi possibili.

Una volta suonata l'ultima campanella, si precipitò fuori dall'edificio per cercare l'auto di Maro. Appoggiato sulla fiancata c'era Valentino.
La ragazza chiuse gli occhi.
- Tu sei un pazzo! - gli disse mentre si accorgeva che tutti gli studenti la guadavano.
- Perchè mai? Non posso venire a prendere mia figlia a scuola?
- No! Non se ti chiami Valentino Rossi! - rise lei entrando in macchina sul sedile anteriore accanto a Luca che guidava.
- È stata un'idea sua! - alzò le mani lui in segno di difesa.

Arrivati al giorno prima della partenza, Valentina stava provando il vestito per il matrimonio davanti allo specchio di camera sua. L'abito le calzava come una seconda pelle, assecondava le curve del suo corpo ed i tacchi la slanciavano. In quel momento nella stanza entrò Luca che lasciando una frase a metà si perse a fissarla.

- Una foto dura di più! - rise lei.
Maro scosse la testa per riprendersi.
- Sei stupenda. - disse avvicinandosi e facendola girare. - Sei stupenda sempre ma questo ti calza a pennello ...
Lei alzò gli occhi al cielo ridendo e poi si staccò.
- Per quando ce l'abbiamo il volo?
- Domani mattina alle nove.
- Bene, non vorrei rovinarlo, meglio se lo tolgo ...
- Forse sarebbe meglio scomodarlo un po' quest'abito ... - propose lui facendo partile la riproduzione casuale della musica sul telefono.

È molto casualmente partì 'A te' di Jovanotti.
- Mi vorrebbe concedere questo ballo? - chiese lui inginocchiandosi.
- Ma certamente.  - rise lei mentre Luca le metteva una mano sulla vita.

Era da un po' che lei non aveva un contatto diretto con il pilota, era stata occupata a studiare, ma il sentirlo vicino la faceva stare bene, tanto che poggiò la testa sulla sua spalla mentre dondolavano. Le piaceva il suo profumo e le piaceva il modo in cui lui sapeva stringerla. Era una sensazione strana, ma che non la turbava ... non doveva trovarle un nome per forza.

Quando la canzone finì, Luca andò a preparare la valigia a casa sua e la lasciò a preparare la propria, per cui il giorno dopo alle sei, una navetta passò a prendere Valentina, Luca, Pecco, Franco e Rossi. Tutti gli altri, invece, erano già in aeroporto.
Il volo non fu affatto traumatico, la maggior parte della brigata dormiva, compresa la pilota che era seduta tra Andrea che le si era addormentato sulla spalla e Marco che russava.

Luca sedeva dietro accanto a Stefano e Lorenzo, dalla parte del finestrino.
- Hai pensato a quello che devi fare? - gli chiede quest'ultimo.
- Ci ho pensato ... ma non lo so ancora ...
- Luca, non so se ti è chiaro, ma il matrimonio è stasera! - lo rimproverò Stefano.
- Non mi assillate, per piacere. Quello che mi sentirò di fare farò.

Arrivati a Roma incontrarono Clara, che aveva prenotato loro l'hotel vicino alla Sala, che era di proprietà del futuro marito. Conobbero anche lui, Claudio, ventisette anni, un tipo alto, castano con un certo fascino.
Una volta disfatte le valigie, Clara spiegò a tutti che quella sera lei è Claudio sarebbero partiti direttamente per la luna di miele, una volta finitala festa, perciò sarebbero stati i camerieri a chiudere le sale.

Per il resto del pomeriggio i ragazzi, non avendo niente da fare, riguardarono le ultime gare per capire gli errori commessi e poter migliorare nei test di febbraio.

E niente, lo so, ho ammucchiato un sacco di cose, ma dovevo farlo.

Alla VR|46 Riders AcademyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora