Capitolo 2

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Ero ancora lì. Seduta davanti la sponda del lago. Mi guardavo attorno, cercando di capire da dove veniva il cinguettio degli uccellini. <Sere posso parlarti?> chiese Minho avvicinandomi. <Si, certo. Poche ore fa ho detto che per qualunque problema dovevate cercarmi. Di che si tratta?> chiesi. Non ero stata fredda, però sembravo distaccata. <No, non c'è nessun problema, anzi, sono stupito del fatto non ce ne siano.> rispose Minho sedendosi e accennando un sorriso. Lo guardai. <Posso chiederti, come hai fatto. Anzi come avete fatto tutti.> disse Minho guardando il Lago. <Ehm.. è una storia lunga e complicata.> risposi facendo perdere il mio sguardo nel lago. <Per la piccola fagiolina ribelle che conoscevo nulla era complicato.> sussurrò Minho. <La mia piccola ribelle.> disse Minho carezzandomi la guancia. <Non lo sono più.> risposi. <Piccola?> domandò il ragazzo. <No, ribelle. Non sono più ribelle. Dopo quello che è successo, sono cambiata.> risposi chiudendo gli occhi. <Può essere, ma per me rimarrai per sempre la mia piccola ribelle.> disse Minho.  Ci fu un attimo di silenzio. <Dove sono?> chiesi quasi sussurrando per spezzare il silenzio. <Newt e Teresa?> chiese Minho. Annuii. <Teresa era quasi arrivata. Stava per attraversare il pass verticale. Ha salvato la vita a Thomas. Teresa. La ragazza che tutti pensavamo fosse una traditrice. E' morta, per salvare la vita a Thomas...> disse Minho. Sospirai e guardai il cielo. <Newt... quanto vorrei sapere dove sia... Mi manca. Mi manca sentire qualcuno che lo chiama 'biondino'. Mi manca vederlo con te. Mi manca fare battute. Mi manca vederti felice.> disse infine Minho guardandomi. <Ti ricordi quando sei arrivato nella radura? Ed è successo quel gran casino?> chiesi. <Come dimenticarlo. Volevo uscire dalle porte, ma tu mi sei saltata addosso. Poi ce le siamo date di santa ragione e infine quando ti avevo detto che avevi degli occhi bellissimi tu mi hai detto che stavi con Newt e allora mi hai tirato un pugno. Poi mi risvegliai sul letto del casolare con te accanto. Forse il labirinto non è stata la cosa peggiore che ci sia capitata, anzi è la cosa migliore.> rispose Minho. <Già. Avevamo  una casa, ed eravamo al sicuro più o meno. Vivevamo felici. Non sapevamo cosa c'era oltre il labirinto. Eravamo ciechi, e non vedevamo cosa ci aspettava.> risposi. <Una domanda ciascuno?> domandò Minho. Annuii. <Voi non avevate l'eruzione?> chiesi. Minho sorrise e poi disse:<Quando siamo arrivati al porto sicuro, siamo stati portati alla base della C.A.T.T.I.V.O. Lì, ci hanno detto che in realtà... solo due persone avevano  l'eruzione... una ragazza del gruppo B e... Newt.> Trattenni il respiro senza accorgermene. <Da quando tu te ne sei andata, era strano. Probabilmente il tuo addio l'ha sconvolto più del previsto, e a causa dello stress si è ammalato.> continuò Minho.  <Volevano farci recuperare la memoria, ma io, Thomas e Newt, ci siamo rifiutati, ci siamo detti che non aveva senso recuperare i nostri ricordi proprio in quel momento.  Un giorno dopo aver scoperto le intenzioni della C.A.T.T.I.V.O. siamo scappati. Eravamo io, Thomas, Newt, Brenda, e Jorge. Abbiamo cercato gli altri, ma erano tutti scappati, o forse nascosti. Abbiamo preso una berga e siamo volati via. Siamo andati a Denver, una città sicura. Dove si nascondono le persone sane. A causa della malattia di Newt, c'è toccato lasciarlo solo nella berga a un paio di chilometri dalle mura della città. Lì abbiamo incontrato un tale, amico di Brenda e Jorge che ci ha fatto una specie di intervento chirurgico per rimuoverci un cip, che la C.A.T.T.I.V.O. ci ha impiantato a tutti quando eravamo molto piccoli. Quando ci ha rimosso quel coso, non ci aveva detto che avremo recuperato tutta la memoria.> Minho fece una breve pausa e poi mi guardò e disse:<Smettila di trattenere il respiro. Sei tutta rossa.> Non mi ero accorta che non stavo respirando. Presi un boccata d'aria e poi dissi:<Scusa non me ne ero accorta.> <Un giorno... siamo tornati alla Berga. Newt era sparito.>  Chuck ci interruppe. Aveva la fronte imperlata di sudore. Respirava affannosamente. <Chuck... cosa succede?> chiesi. <D-devi... venire subito... è suc... è successa una cosa che devi vedere con i tuoi occhi.> rispose Chuck . Mi alzai alla svelta, e corsi dietro Chuck seguita da Minho.

<Serena, bendati!> mi disse Alby appena arrivai davanti casa sua. Non ebbi il tempo neanche di respirare. <Ma Chuck mi ha detto che... lo devo vedere...> dissi ansimando. <Tu bendati!> mi ordinò Alby.  Guardai Minho. Poi mi bendai. Qualcuno poggiò una mano sulla mia spalla, e mi spinse delicatamente. Iniziai a camminare, mentre la persona che teneva la mano sulla mia spalla continuava a seguirmi. Camminammo un bel po. Credevo mi stessero portando da Newt e Teresa. Forse ci stavo sperando un po troppo e ci sarei rimasta male se non fossero stati loro.

Ci eravamo fermati. Ero ferma davanti a qualcosa o a qualcuno. Non avevo fiatato e nessuno aveva aperto bocca. <Serena sbendati.> disse Alby. Era proprio lui che mi teneva per la spalla poco fa. Era sempre stato dietro di me. Mi tolsi la benda. Davanti a me c'era un edificio. Era piccolino. Ci rimasi male. Mi aspettavo qualcosa di meglio. Guardai l'edificio. Era un pre-fabricato. Sembrava essere lì da anni. <Cosa sarebbe?> chiesi incrociando le braccia. <Non lo sappiamo. Volevamo che decidessi tu.> rispose Alby. <Perché proprio io? Voglio dire: ci sono un mucchio di persone che potrebbero avere un idea geniale.> risposi a mia volta. <Io pensavo che ti avrebbe fato piacere se ne avessimo fatto una gattabuia. Del resto non era il tuo posto preferito nella radura?> disse Alby. <Fatene quello che volete a me non interessa.> dissi voltandomi. Minho mi guardò. <Comunque io qui ci farei una specie di base nascosta o magazzino per le armi. Siamo dentro il bosco, e sembra un posto abbastanza isolato e nascosto.> detto questo iniziai a camminare per ritornare al villaggio.

Riuscii a ritrovare la strada per tornare al villaggio. Continuavo a camminare.

Ero arrivata al villaggio. Passeggiavo fra le varie case. A volte si vedevano correre i bambini. Ridevano, e dava un senso di sollievo sentirli schiamazzare e divertirsi.

Non guardare nei miei occhi pieni di tristezza: Life In Pieces.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora